Terroristi con ostaggi in un albergo otto ore di combattimenti ad Amman
Terroristi con ostaggi in un albergo otto ore di combattimenti ad Amman Anche un giapponese nel commando "eliminato" Terroristi con ostaggi in un albergo otto ore di combattimenti ad Amman Amman, 17 novembre. Quattro terroristi, che hanno fatto irruzione poco dopo l'alba nel lussuoso albergo «Intercontinental» sparando raffiche di mitra e uccidendo due impiegati, sono stati «eliminati» da reparti speciali dell'esercito giordano dopo otto ore di combattimento. Secondo un comunicato ufficiale tre degli assalitori sono stati uccisi e il quarto gravemente ferito; durante lo scontro hanno perso la vita anche due soldati. «Sua maestà il re Hussein, che ha seguito l'evolversi dell'operazione dal momento in cui è iniziata, ha istruito il comandante dell'esercito a condurre l'operazione con il minimo delle perdite, specialmente tra gli ospiti dell'albergo. Nessuno di questi è rimasto ferito», dice il comunicato del governo. Non si sa ancora nulla sulla identità e la provenienza dei terroristi. «Le autorità continuano ad investigare per scoprire la loro identità» dice lo stesso comunicato. Appena sono arrivati i soldati giordani che hanno tentato di occupare il piano terra dell'albergo, i quattro terroristi si sono ritirati ai piani superiori. Durante le otto ore di battaglia fra i reparti dell'esercito ed i terroristi si sono sentite le raffiche delle armi leggere che si susseguivano nell'edificio, che si trova su uno dei sette colli di Amman. L'attacco risolutivo è stato condotto da un gruppo d'assalto giunto a bordo di un elicottero sul tetto dell'edificio. Sembra poi che tra i quattro terroristi figurasse un giapponese, il quale è stato ucciso. L'albergo «Intercontinental» è un grande edifìcio in vetro e acciaio, che sorge quasi di fronte alla sede dell'ambasciata statunitense. Esso era stato occupato temporaneamente da guerriglieri del «Pronte popolare per la liberazione della Palestina» nel 1970, durante il conflitto che vide la sconfitta dei palestinesi ad opera della «Legione araba» di Hussein. (Ansa - Upi - Reuter)
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