La maggioranza è spaccata anche sul sindaco di Alberto Cavallari

La maggioranza è spaccata anche sul sindaco La maggioranza è spaccata anche sul sindaco Una battaglia per Parigi (Dal nostro corrispondente) Parigi, 16 novembre. Il successo gollista nelle elezioni di domenica scorsa ha fatto esplodere due tensioni gravi nella maggioranza francese. La prima riguarda il problema del sindaco di Parigi. La seconda nasce dalla necessità per i giscardiani di formare un «rassemblement» delle forze non golliste in contrapposizione al «rassemblement» capeggiato da Chirac. La decisione del presidente della Repubblica d'imporre un proprio candidato alle amministrative parigine, e sfociata la scorsa settimana nell'investitura del ministro dell'Industria D'Ornano, era infatti già stata accolta molto negativamente dai gollisti che a Parigi si sono sempre sentiti egemoni. Ma dopo la vittoria del gollista Tiberi nel quartiere latino, lTJdr è passata dal malumore al contrattacco, sferrando una dura offensiva contro la scelta presidenziale. Il ministro D'Ornano ha sciolto le ultime riserve oggi e accettato di capeggiare la lista della maggioranza presi¬ denziale. Forti della vittoria di domenica, i gollisti di «Paris Majoritè» gli hanno però alzato contro una barriera di riserve negando ai giscardiani il diritto di decidere a priori chi deve condurre la battaglia elettorale. «Dopo aver gestito undici anni Parigi» dice una loro dichiarazione «non vediamo perché dobbiamo sparire di scena». La stessa federazione Udr della capitale ha poi reso pubblica una mozione di solidarietà col gruppo di Paris -Majoritè, dicendosi «sbalordita per l'insolita procedura» seguita nell'imporre la candidatura di D'Ornano. Chiaramente si annuncia che «nessun accordo che non sìa stato preceduto da un libero dibattito sarà riconosciuto come valido». Pertanto, ciò che si profila è una violenta battaglia del gollismo parigino contro la decisione del presidente, e una crisi concreta della maggioranza proprio nella capitale. Sul piano nazionale questa crisi è comunque riconosciuta dai giscardiani che da ieri (per bocca del ministro dell'Interno Poniatowski) parlano della necessità di organiz¬ zare un «rassemblement» delle forze maggioritarie non golliste da contrapporre al «rassemblement» di cui Chirac appare ormai come il leader consacrato. Oggi gli stessi ambienti dell'Eliseo confermano questo disegno, dicono che Giscard desidera che le forze non golliste siano «strutturate», dal momento che i repubblicani indipendenti e i centristi rischiano lo sbandamento sotto la prepotente pressione gollista. Naturalmente la forma di questa organizzazione nuova dei partiti giscardiani ortodossi, usciti disorientati dalla sconfitta di domenica, non è ancora decisa. Si parla di una fusione delle forze non golliste, oppure di una federazione, oppure di un «rassemblement» unitario. Al di là della formula è comunque scontato che il presidente stesso pensi a una «unione sacra» delle forze che non seguono Chirac per compensare una «maggioranza presidenziale» ormai sfumata. Esiste però un contrasto palese tra i giscardiani stessi sul nome di chi dovrebbe prendere la guida del «ras- semblement» maggioritario non gollista. Ieri Poniatowski chiaramente indicava in Barre l'uomo cui compete assumere l'incarico. Oggi gli ambienti dell'Eliseo (anche secondo Le Monde) escludono che il primo ministro possa diventare il «rassembleur» che si contrappone a Chirac, lasciando capire che l'uomo di punta sarà un repubblicano indipendente. Giscard desidera infatti che il suo piccolo partito faccia da perno all'«unione sacra» così come lTJdr fa da perno al «rassemblement» gollista. Semmai (si dice) è probabile che a Barre venga lasciata una missione disperata proprio per la sua qualità di uomo senza partito: quella di tentare una certa armonizzazione dei due raggruppamenti nemici-alleati, e di ritrovare cosi una maggioranza presidenziale perduta. Davanti a questa frattura della maggioranza che diventa sempre più palese, e che sfocia in una fase organizzativa, Chirac rilascia dichiarazioni prudenti. «Mi auguro di poter cooperare in buone condizioni con gli altri partiti della maggioranza» ha detto nell'ultima intervista. Tuttavia ribadisce le ragioni per cui ha dovuto lasciare il governo («non sono stato pubblicamente appoggiato nella mia funzione di coordinatore della maggioranza») e la sfida che lancia ai partiti giscardiani (.«il gollismo è ancora una corrente politica male espressa, e io voglio creare un rassemblement più vasto»). Anche dalla sua prudenza risulta che la spaccatura della «maggioranza presidenziale» è sul punto di diventare organica e organizzata. Alberto Cavallari

Persone citate: Barre, Chirac, Tiberi

Luoghi citati: Parigi