La visita ufficiale in Jugoslavia del segretario del pcus

La visita ufficiale in Jugoslavia del segretario del pcus La visita ufficiale in Jugoslavia del segretario del pcus Mosca ricerca a Belgrado il favore dei non-allineati Tito e Breznev nel bosco Belgrado, 16 novembre. Breznev e Tito hanno trascorso tutta la mattinata in colloqui che si sono svolti al palazzo del governo, assistiti dalle rispettive delegazioni. Secondo l'agenzia Tanjug, lo scambio dei punti di vista è stato «aperto e fruttuoso» ed è stata constatata la possibilità di «un largo sviluppo della collaborazione, sulla base dei noti principi». Il palazzo del governo sorge a Nuova Belgrado, una «città-satellite» costruita nel dopoguerra alla periferia Ovest della capitale, e per raggiungerla Breznev e Tito hanno attraversato in auto, seduti l'uno accanto all'altro, il centro della Belgrado «vecchia». E' stata, per il leader sovietico, l'occasione di tastare il polso dei sentimenti dei belgradesi nei suoi confronti, Il test è risultato abbastanza positivo: lungo tutto il per-corso c'era molta gente Cnu- merosi i ragazzi delle scuole, i quali avevano avuto per l'oc-casione mezza giornata di va-canza) che sventolava ban- dierine con i colori dei due Paesi ed applaudiva Al termine della seduta nel- an al ti i. o è d ia ei ra el a gnuil cr aei la sede del governo il segretario del pcus è andato a piantare un «albero della pace» in un grande giardino denominato «parco dell'amicizia». Poi, subito dopo la colazione, Breznev e Tito da soli, senza i loro collaboratori, hanno preso la strada di Dobanovci, una località della Vojvodina ad una quarantina di chilometri da Belgrado. Il clima della visita è per il momento molto positivo e l'analisi dei discorsi fatti ieri sera in occasione del pranzo di gala offerto all'ospite dal presidente jugoslavo: indicano che da ambo le parti è stato fatto un notevole sforzo per avvicinare le rispettive posizioni. La Jugoslavia ha ottenuto il riconoscimento della legittimità dei suoi punti di vista — i, j anche quando questi non con a • cordano con i punti di vista r-1 degli altri Paesi socialisti — e u- la promessa che l'Unione So i | vietica non farà niente per atc-1 tentare alla sua indipendenza: a-1 «Voi non siete Cappuccetto n- j Rosso e noi non siamo il lue i po», ha detto Breznev. Dal ! canto suo l'Unione Sovietica, l- ! per la presenza stessa di Belgrado. II segretario del pcus, Breznev, pianta il simbolico « albero della pace » I Breznev a Belgrado e per il fatto che la visita si svolge senza intoppi e contestazioni, ha visto indirettamente riconosciuto il suo ruolo nel movimento socialista internazionale. Di questo reciproco desiderio di venirsi incontro sono un'ulteriore prova i complimenti personali che Breznev e Tito si sono scambiati quando il presidente jugoslavo ha decorato l'ospite di una delle massime onorificenze jugoslave, l'ordine della Libertà. Tito ha salutato «gli sforzi fisici e intellettuali» di Breznev «per lo sviluppo universale e la prosperità delle Repubbliche socialiste sovietiche», e Breznev ha replicato definendo Tito «un campione del movimento comunista internazionale». Il leader sovietico pur auspicando l'allargamento della cooperazione fra Paesi socialisti e Paesi non-allineati, è sembrato considerare il nonallineamento sempre in una funzione ausiliaria rispetto al blocco comunista. E questa concezione non può certo piacere agli jugoslavi. Lo ha confermato un autorevole esponente della Lega dei comunisti dichiarando ai giornalisti, subito dopo la conclusione del pranzo, che «quello dei non allineati è un movimento indipendente, autonomo, con una propria filosofia, non legato a nessun blocco ed a nessuna politica di blocco». Breznev ha parlato di «internazionalismo» e di «approccio internazionalista» mentre Tito ha ignorato l'espressione e i portavoce jugoslavi hanno sottolineato che la Jugoslavia riconosce la formula della «solidarietà e collaborazione internazionaliste», recepita dai documenti finali della conferenza di Berlino. (Ansa)