C'è anche Elton John per "caricare" i bianchi

C'è anche Elton John per "caricare" i bianchi Il "re del pop,, a Roma con gli inglesi C'è anche Elton John per "caricare" i bianchi (Dal nostro inviato speciale) Roma, 16 novembre. • Finirà in pareggio, con un po' di gol, ma non troppi. Uno a uno, ecco ». Il pronostico è di Elton John, cantante molto quotato e molto pagato della categoria • pop », amatissimo dagli inglesi e a sua volta amante del calcio al punto da venire qui a Roma al seguito della Nazionale. Elton John se ne sta ai bordi dell'Olimpico, con un vestito a quadri quasi elegante, gli occhiali scuri, distinto e compito In mezzo al gruppo dei giornalisti che seguono l'allenamento diretto da Don Revie. » Anch'Io gioco a football, qualche volta — racconta — mi place fare l'attaccante ma di gol ne segno pochi, anche per via della vista. Dovrei andare in campo con gli occhiali per veder bene la porta, diciamo che valgo più come cantante che come calciatore ». Allo sport Elton John non dedica solo II suo tifo, visto che fa parte dello Sport Aide Foundation, un ente che affianca lo Sport Council, il massimo organismo inglese: e di persona, con uno speciale « show » teatrale di beneficenza, intervenne nella colletta indispensabile per procurare fondi alla squadra olimpica alle prese con i soliti problemi di bilancio prima dei Giochi di Montreal. Anche l'arrivo di Elton John deve avere contribuito ad alzare il morale della squadra, fatto sta che i sorrisi e l'allegria si sono sprecati In quella mezz'ora passata dagli inglesi sull'erba dell'Olimpico. •Tutto bello, tutto per| ietto, niente da ridire' hanno riI petuto Don Revie e i suoi glo| catori prima e dopo l'allenamentoispezione sul campo di gara: e la serenità non è stata nemmeno toccata da qualche bercio, sommesso, di alcune decine di tifosi sulle gradinate. Oltre alle battute umoristiche quel mini-pubblico ha Iranta u^pMia'ffiala t una fetta di campo: e Thompson che aveva segnato un bel gol, sentiti gli applausi si è voltato dalla parte dei tifosi e si è inchinato, compito, a ringraziare. Persino Don Revie, che di solito ha la faccia seria di un cane pastore Impegnato a rincorrere le pecore, aveva oggi il sorriso facile. Passeggiava tutto soddisfatto sul campo, guardando ogni tanto il cielo pulitissimo, gli albori, I giornalisti. E a un certo punto ci ha regalato una piccola sorpresa convocando il sottoscritto per un breve colloquio dalle parti dell'area di rigore: dopo le tante domande che gli abbiamo fatto nei giorni scorsi a Londra, stavolta ha scelto lui la parte dell'intervistatore per informarsi sui nomi di chi tira di solito I rigori nella Nazionale italiana. GII abbiamo risposto che, dopo la partenza di Chinaglia, non c'è una tradizione molto ricca in merito, comunque gli abbiamo fatto I nomi di Causio, Cuccureddu, Benetti: •Secondo me il più adatto è Antognoni, ha un tiro magnifico » ci ha risposto Revie. I rigoristi inglesi, invece, sono ufficiali: Hughes, Keegan, Channon e Cherry. I nomi, in quest'ordine, Il ha comunicati lo stesso Revie che ha confermato la formazione annunciata ieri e si è detto molto stupito dei dubbi avanzati da Bearzot sulla sua sincerità. Dobbiamo credergli, insomma, e concedergli un'ultima piccola razione di segretezza sui numeri delle maglie: • / numeri li renderò noti soltanto domani a//e 2 » ci ha detto. • E perché? ». - Perché abbiamo deciso cosi ». Come dire: fatti miei, inutile insistere. Dunque i numeri bisogna cercare di Indovinarli, di sicuro si sanno soltanto quelli degli uomini in panchina tra i quali, bisogna notare, manca il « 13 » per evidenti e insospettate ragioni superstiziose degli Inglesi. Da definire anche i compiti tattici dei singoli: Don Revie ha annunciato la formazione secondo il 4-3-3, noi pensiamo che la difesa assomiglierà parecchio — per affollamento di uomini e compiti tattici — ad un » catenaccio » come quelli che una volta erano la nostra specialità. Hughes — che personalmente ci ha assicurato di ritenersi ormai un vero « libero » e non proprio di quelli « costruttivi » — dovrebbe giocare davanti a Clemence, mentre almeno un paio di marcature saranno fisse, uomo contro uomo, contrariamente alle tradizioni britanniche: sia a metà campo (con Cherry a seguire Antognoni) sia dalle parti dell'area di rigore dove Clement, Me Farland e Mills dovrebbero applicarsi dietro a Bettega, Graziani e Causio con molta decisione e nessuna distrazione. Confermatissimo, quindi, pure Stan Bowles, una specie di reprobo, un cannoniere-mattocchio noto per I suoi gol (tanti) ma pure per le sue scommesse ai cavalli (tantissime): « In questo stadio ho già segnato un gol, spero di ripetermi » ha detto oggi con una risata, ricordando una partita che giocò all'Olimpico con la maglia del Carlisle battendo la Roma per 3-2 nel torneo anglo-Italiano del 1971. Assieme a Channon e Keegan, Bowles dovrebbe rappresentare l'altro piatto (quello offensivo) della bilancia tattica inglese: vedremo domani se la prudenza di Don Revie, da molti prevista, arriverà sino alle estreme conseguenze della rinuncia al gioco offensivo. Il che, per il calcio Inglese, sarebbe poco meno che uno scandalo. Ma di questo Don Revie non ci pare preoccuparsi troppo: lui sa bene che, in Inghilterra come In Italia, conta soprattutto il risultato. E siccome è nato a Middlesbrough, Il dove capitò quella faccenda coreana, sa benissimo che le storie e le leggende del calcio si fanno solo con le piccole cifre da scrivere agli atti. Antonio Tavarozzi

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Londra, Montreal, Roma