Centrocampo che pesa
Centrocampo che pesa Centrocampo che pesa Secondo Capello, il sostegno agli attaccanti è importante solo se questi sono validi (è il caso di Graziani e Bettega) - Benetti, però, è di parere contrario (Dal nostro inviato speciale) Roma, 15 novembre. Sentita la formazione inglese, ci sarà una battaglia grossa a cen- trocampo mercoledì all'Olimpico, j Bearzot ancora non ci crede, co- \ munque, alla squadra passata alla stampa, ancor prima di partire da Londra, da Don Revie. -Negli Sta- ti Uniti — ricorda Enzo — ne ha cambiate tre In un giorno solo il nostro amico. Sarò convinto quando avrò visto il foglietto ufficiale dell'arbitro-. Chissà che Gentile e Mozzini arrivino al punto di doversi cambiare tutti e due e sapere alle 14,25 chi imboccherà il corridoio verso il prato. Capello Intanto, non per togliersi delle responsabilità ma per desiderio di essere franco, non ci sta del tutto alla storia del peso assoluto degli atleti di centrocampo: •Noi si può fare cento passaggi bellissimi, ma se non c'è chi la mette dentro là davanti questa benedetta palla, restiamo sul pavé'. Per timore che si pensi ad un giudizio sulla Nazionale, completa tutto di un flato II pensiero: •Voglio dire che con Bettega e Graziani davanti andiamo sereni, e pensate che a disposizione ci sono due tipi come Pullci e Savoldl. Non pochi tecnici sono nella condizione del nostri. Insisto, la Juve farà un gran ritmo, ma le "pere" agli Inglesi le ha infilate Bonlnsegna, e se Bobo a San Siro contro di noi era un po' appannato, ecco un Bettega super a fare la sua parte-. La voce ha una vena di rimpianto. Non si capisce se esso riguarda Il brutto inizio di stagione di Calloni. oppure se è legato ancora alla Juventus, che assieme a Bettega non gli ha dato un Bonlnsegna davanti da lanciare. Insiste: •Perché forse II Torino non se ne è involato verso lo scudetto quando, un po' stanco forse Pullci, Graziani si è messo a fare un gol decisivo per partita?'. La documentata precisazione non vuole, ripetiamo, essere una scappatoia. A Fabio preme solo precisare una realtà che gli sembra inconfutabile, che lo rassicura per il match di dopodomani. Sa già che compito gli toccherà: 'Una posizione centrale, con Benetti ed Antognoni al fianchi. Una specie di ritorno ai tempi della Juventus, visto che ora al Mllan con la "zona" I compiti sono diversi'. — Al Milan slete anche più lenti... 'Macché più lenti — scatta — // ritmo ha la sua parte ma non spiega tutto. Ripeto che il risultato è una questione di punte, allora le punte fanno punti, la gente è contenta, la squadra più ancora perché va in testa alla classifica'. — Per l'Inghilterra, allora? • L'ho detto, gli avanti azzurri sono una garanzia. Se poi dovessero trovare entrambi la giornata di vena, allora saremmo davvero fortunati: Capello è deciso, non difende tanto se stesso («fra due o tre partite, penso, la maglia azzurra la dovrò salutare: ci sono giovani che premono') quanto il principio. Adesso il centrocampo azzurro va bene cosi, è la squadra attorno a dover fare il suo dovere In pieno. Dei suoi compagni di reparto, Antognoni consuma l'attesa per l'allenamento fra il telefono e la televisione (un revival di gol, di registrazioni su nastri di proprietà della Federcalcio, roba da rimanere storditi ma agli azzurri i giorni di tuttocalrio non sembrano pesare) mentre Benetti sosta al bar per il caffè. Due sorsate, poi via con gli altri. La sua interpretazione del gioco a centrocampo non ha il vago sapore da «difesa della categoria» che avevano le frasi di Capello. •/ due incidenti in fase di precampionato — spiega Romeo — mi hanno disturbato non poco in apertura di stagione, ma ora ho recuperato, nella Juve ho ormai raggiunto il grado dì forma dei compagni, e sono pronto a fare la mia parte in Nazionale. Una parte da dividersi fra tutti, sia chiaro, come fatica e lavoro. MI spiace per gli altri bianconeri che non sono in Nazionale, ma gli inserimenti nel nostro blocco abituale vanno benissimo a patto che sia "bianconero" lo spirito. Davvero tutti per uno, chi va avanti deve trovare chi lo copre alle spalle. Una cosa semplice, ma che ?/l'«'e dedizione. Con Trapat tonl 1 abbiamo Imparato'. Benettl non chiede solo aluto alle punte, ha una visione più ampia della squadra: è felice di giocare, non lo nasconde, sogna — ma non lo dice — di piazzare una botta nella porta di Clemence. E la tensione della viglila non gli Impedisce di pensare a chi queste ore le soffre più di lui. -Vedo Mozzini preoccupato — dice —, vorrei che ascoltasse II consiglio di uno che epurato e ripescato in Nazionale lo è stato più volte. Pensi che una partita non è la vita, che avrà altre occasioni di farsi valere, se davvero dovesse saltare questo impegno. E' una battaglia di tutti questa. Chi gioca adesso, lavora per altri che andranno In Argentina, se tutto finirà bene'. Bruno Perucca
Luoghi citati: Argentina, Inghilterra, Londra, Roma, Torino
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