La scomparsa di Ercole Patti

La scomparsa di Ercole Patti La scomparsa di Ercole Patti Roma, 15 novembre. Lo scrittore Ercole Patti è morto oggi alle 13 nella sua abitazione romana, sul Lungotevere Flaminio. Da tempo era stato colpito da un male incurabile, aveva 72 anni. (Ansa) Nato a Catania il 16 febbraio 1904 da una famiglia della buona borghesia (il padre era avvocato, lo scrittore Giuseppe Villaroel era suo zio) Ercole Patti pubblicò prestissimo su giornali e riviste, con una precocità resa più alacre dal desiderio di eludere gli studi di giurisprudenza ai quali appariva destinato. A diciassette anni fece la sua prima sortita dall'isola verso le came¬ re ammobiliate romane, dopo avere preso impegno solenne di tornare a Catania, di volta in volta, per gli esami universitari. E nel 1925, laureato, fece pratica per un anno nello studio paterno, finché decise di romperla e di risalire a Roma, guadagnandosi da vivere con il giornalismo. Approdò infine alla « Gazzetta del Popolo » di Amicucci: fu Inviato speciale, tra l'altro, in India, Cina, Giappone. A quel tempo, Patti aveva già pubblicato La storia di Asdrubale che non era mai stato a Bellacittà (1921), Il paese della fanciullezza (1924) e Due mesi di vita di un giovanotto (1933). Colpiva in questi libri, secon¬ do le parole di Carlo Bo, la resa di una Sicilia di simboli immutabili, « non suscettibili di corruzione, lo schermo ultimo per Patti, una specie I di ideale filosofico, mia morale ». La notorietà venne con il romanzo Quartieri alti, del 1941: nella rappresentazione satirica dell'alta borghesia romana, egli trova il suo tono più giusto, la sua vena di moralista festevole e riluttante, che lo avvicina, nella stessa misura in cui lo allontana, ad un altro scrittore siciliano che gli fu amico, Vitaliano Brancati. Ma efficaci pagine di costume restano, per non citare che i titoli più rilevanti, Giovannino (1954) e Un amore a Roma (1956), Le donne e altri racconti (1959), che rivelano di quanta finezza ed eleganza si avvantaggiasse il suo passo breve. Lo sfondo è sempre quello della provincia siciliana e di Roma, ma nell'aria morbida e sciroccosa maturano adesso acri vicende dei sensi che talvolta hanno un epilogo tragico. E' questa particolarmente l'atmosfera de La cugina (1956), Un bellissimo novembre (1967) e Graziella (1970). L'ultimo libro di Patti, Gli ospiti di quel castello, risale al 1974. E' un romanzo abbastanza insolito in lui, il sorriso e l'elegia si animano di sortilegio. j m

Persone citate: Amicucci, Carlo Bo, Ercole Patti, Giuseppe Villaroel, Vitaliano Brancati