Un cronista per voi di Renato Rizzo
Un cronista per voi Un cronista per voi Bilancio della prima settimana - Domani alle 17 in via Roma riprendono i colloqui Sette giorni fa nasceva nel giornale una nuova rubrica tesa ad aprire con I lettori un dialogo stretto e personale per superare e migliorare li tradizionale rapporto che lega il pubblico ad un quotidiano: - Un cronista per voi », un « microfono » per tutti. Alla mia scrivania in via Roma lungo l'arco di cinque pomeriggi sono passate almeno 150 persone. Ognuna costituiva la tesser d'un grande mosaico: cento problemi o, meglio, cento modi di interpretare diversi problemi. I grandi temi nascono cosi: dall'apporto di noti od oscuri protagonisti, dall'esperienza di tutti coloro che vivono, contestando o subendo, la realtà. Desideravamo che la rubrica diventasse la lente d'ingrandimento di certe istanze o necessità emblematiche. Il modo di ■ trasportare > dal particolare al generale, dal soggettivo all'oggettivo, i problemi di ognuno, scoprendo che sono eguali a quelli del vicino di casa o dello sconosciuto che ci passa accanto. C'è un denominatore comune che raggruppa quasi tutti i temi trattati nella settimana e dà un senso quasi univoco alla prima tornata di dialoghi: l'emarginazione. E' questa la lama fredda che lacera il nostro tessuto sociale: emarginazione che è angoscia di chi non trova il modo di realizzare se stesso in un contesto disumanizzato: solitudine di chi è espulso per razzismo o solo perché anziano e non più produttivo, negli angoli bui del « sistema >; impotenza di giovani e studenti che cozzano contro il muro di gomma di strutture assistenziali e scolastiche disgregate o ostili o fatiscenti. A monte d'ogni episodio che il cronista annota sul suo taccuino parlando con la gente esiste questa città in cui non si riesce più a comunicare e dove egoismi e personalismi Inquinano i rapporti. Ma, e questo è il rovescio d'una medaglia che ha una faccia non avvelenata, c'è il lato positivo: una sorta di rabbia viva nel constatare il dramma, il desiderio di lottare, la smania di cambiare. Gli anziani ricordano ■ com'eravamo ». i giovani discutono di come dovremo essere. Se davvero la società siamo noi, l'anello di congiunzione fra il negativo di oggi ed il positivo di domani potrebbero essere proprio la rabbia, il desiderio di lottare e la smania di cambiare. Renato Rizzo
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