Dalla Liguria lanciamissili per 15 milioni di dollari di Paolo Lingua

Dalla Liguria lanciamissili per 15 milioni di dollariOggi consegnata al Perù la prima fregata Dalla Liguria lanciamissili per 15 milioni di dollari (Nostro servìzio particolare) Riva Trigoso. 12 novembre. Entro il 1980 i cantieri di Riva Trigoso (appartenenti al gruppo Fincantieri) dovranno costruire 14 fregate lanciamissili eguali alla «Carvajal», che sabato 13 novembre sarà consegnata, in occasione del varo, alla marina militare della Repubblica del Perù. Le 14 fregate sono state ordinate dalla marina italiana (4), da quella venezuelana (6) e da quella peruana (4): a Riva Trdgoso saranno realizzate però soltanto due unità per conto del Perù: nel corso della costruzione della «Carvajal» i tecnici italiani sono stati assistiti da un'equipe di addetti militari e specialisti peruani, i quali allestiranno nei cantieri di Lima le altre due unità gemelle, con materiali e progetti forniti però da Riva Trigoso. Le «commesse» significano per il vecchio cantiere (ha 80 anni e una lunga tradizione nel settore militare) un giro d'affari per oltre quindici milioni di dollari: il costo d'una fregata «chiavi in mano» (■questa espressione è «passata» anche nel settore navale) si aggira infatti sul milione di dollari. Si tratta di unità modernissime, dotate di un sistema lanciamissili, di una pista per il decollo e l'atterraggio d'un elicottero, destinate a svolgere un ruolo determinante nel sistema di difesa marittimo: la «Carvajal» — e così tutte le altre unità che la seguiranno — ha una stazza di 2500 tonnellate, è lunga 113 metri, larga 12 metri e una velocità di «caccia» di 35 nodi all'ora. La realizzazione di unità navali del genere comporta una serie di fenomeni economici indotti non indifferenti: alla realizzazione d'una fregata come la «Carvajal» concorrono anche altre aziende, come la Oto Melara della Spezia, il Cantiere del Muggiano, sempre della Spezia, e tutta una serie di imprese pubbliche e private, specializzate nel campo dell'elettronica. Le commesse militari, dicono i dirigenti del cantiere di Riva Trigoso, sono state strappate sul mercato internazionale con grandi difficoltà, considerato anche il momento critico che sta attraversando — sul piano internazionale — la cantieristica: c'è una notevole incertezza, provocata dalla crisi dell'energia e dalla congiuntura che ha sconvolto molti settori produttivi, per quel che concerne il «tipo» di nave che può essere o meno conveniente realizzare. I cantieri italiani, che hanno subito negli Anni Sessanta una notevole crisi di ristrutturazione, sono tra i più colpiti, anche se esiste una forte pressione sindacale — nella prospettiva della riforma della flotta Finmare — a lavorare a pieno ritmo. In questo clima di insicurezza, il settore militare, invece, come del resto ha dimostrato la rassegna fieristica che s'è svolta a Genova, il mese scorso, ha subito un notevole impulso. «Non è detto però — affermano a Riva Trigoso — che questo sia l'unico canale di sviluppo: il nostro cantiere ha individuato, due anni fa, questa ipotesi che s'è poi dimostrata positiva. Però dopo il 1980 le commesse militari potrebbero inaridirsi». Per questo il cantiere è attrezzato per costruire navi mercantili sino a 25 mila tonnellate, una dimensione che sembra destinata, secondo le indicazioni che vengono dal nuovo assetto dei traffici internazionali, a diventare ottimale. Questa duplice «alternativa» di prodotto è la conseguenza d'una profonda ristrutturazione che il cantiere s'è dato due anni fa. Gli operai dicono con un certo orgoglio che la «riforma» è stata realizzata, «senza perdere un solo giorno di lavoro». E' stata una rivoluzione tecnica che ha consentito a Riva Trigoso di diventare competitivo sul piano internazionale. Le navi, infatti, vengono ora costruite in maniera diversa: sino a qualche anno fa, infatti, veniva realizzato prima lo scafo e quindi si passava, a struttura completata, alle operazioni di allestimento. Oggi invece la nave è divisa in undici «sezioni», complete sia come struttura, sia come allestimento. Le singole «sezioni» vengono poi «unite» una all'altra. Questa innovazione tecnica ha consentito di «salvare» l'azienda — i «Cantieri Navali Riuniti», con quattro cantieri, a Genova, Riva Trigoso, Ancona e Palermo — e soprattutto di essere in grado, lavorando a pieno ritmo, di completare una media di tre unità all'anno. Per Riva Trigoso, un piccolo villaggio un tempo di pescatori, posto al confine tra la provincia di Genova e quella della Spezia, l'attività del cantiere è un fatto vitale: con i suoi 2100 dipendenti si tratta della più grande impresa della zona (nella quale gravitano anche i comuni di Chiavari, Lavagna e Sestri Levante, nonché di tutto l'entroterra) che, in pratica, non ha alcuna risorsa economica naturale se si eccettua il turismo estivo, vivace del resto come fenomeno solo a Sestri Levante. Paolo Lingua

Persone citate: Carvajal