In una palazzina appartata, a Neuilly incontro discreto tra Usa e Vietnam

In una palazzina appartata, a Neuilly incontro discreto tra Usa e Vietnam Per la prima volta dopo gli accordi di Parigi del '73 In una palazzina appartata, a Neuilly incontro discreto tra Usa e Vietnam (Nostro servizio particolare) Parigi, 12 novembre. Nel pomeriggio, in una palazzina di Neuilly, alla periferia parigina, si sono incontrati per la prima volta tre alti diplomatici americani e vietnamiti. L'ora e il luogo del primo «contatto» ufficiale tra Stati Uniti e Vietnam dal '73, dovevano rimanere segreti, rna i turni di sorveglianza davanti all'ambasciata americana e a quella del governo di Hanoi hanno premiato alla fine l'ostinazione dei cronisti. Protagonisti dell'incontro sono stati il numero due della diplomazia Usa a Parigi, Samuel Gommon che si è intrattenuto per un paio d'ore con il consigliere dell'ambasciata di Hanoi, Tran Hoan, in quella che era la sede della delegazione del governo rivoluzionario provvisorio del SudVietnam. Soltanto in serata, l'ambasciata degli Stati Uniti ha confermato con un breve comunicato ufficiale l'incontro. La nota dice laconicamente che «sono stati trattati protlemi riguardanti i due PaerA», ma aggiunge che fra gli argomenti discussi figura anche il problema dei soldati americani dispersi in Vietnam, un tema su cui gli Stati Uniti si sono impuntati e che considerano prioritario per la prosecuzione delle trattative in previsione di una «normalizzazione» più o meno remota, delle relazioni bilaterali. Gli osservatori nella capitale francese sottolineano questo preciso riferimento alla questione deli ottocento soldati Usa dispersi. Viene ricordata la dichiarazione di mercoledì a Washington del portavoce della Casa Bianca, Ronald Nessen, il quale aveva sostenuto che le trattative odierne di Parigi erano considerate da parte americana come «preliminari e di portata ridotta» e che nessun progresso poteva essere fatto nella capitale francese se il Vietnam non avesse fornito informazioni precise sulla sorte dei militari americani dispersi. Dal comunicato dell'amnasciata americana non si può dedurre se sono stati compiuti tali progressi, e i vietnamiti da parte loro hanno osservato un riserbo assoluto. Bisognerà quindi attendere eventuali altre comunicazioni da Hanoi e dal Dipartimento di Stato americano per sapere se uno dei punti che costituiscono il «contenzioso» fra Stati Uniti e Vietnam è stato risolto oppure no. Una indicazione pre cisa sarà fornita altresì dall'atteggiamento americano sulla questione della candidatura del Vietnam alle Nazioni Unite, che sarà discussa da lunedì al consiglio di sicurezza. Un veto degli Usa significherebbe che nessun progresso è stato compiuto e che per riallacciare il difficile «dialogo» fra i due Paesi si dovrà attendere l'insediamento alla Casa Bianca del nuovo presidente Carter. p, pat.

Persone citate: Ronald Nessen, Samuel Gommon