Beirut: ieri 28 uccisi dal fuoco dei cannoni
Beirut: ieri 28 uccisi dal fuoco dei cannoni I siriani non entrano ancora in città Beirut: ieri 28 uccisi dal fuoco dei cannoni Beirut, 12 novembre. T «caschi verdi» siriani hanno nuovamente rinviato il loro ingresso a Beirut, probabilmente a causa dei bombardamenti che infuriavano sui quartieri mussulmani della capitale. Una bomba cristiana è caduta sulla moschea di Aisheh Bakkar, in quel momento affollata di fedeli per le preghiere del venerdì, provocando una strage. Secondo un portavoce del vicino ospedale dell'univeristà americana, i morti sono almeno sette e i feriti 55. «Il cortile dell'ospedale è pieno di gente che grida e piange per il dolore», ha detto un medico: «E' uno spettacolo orribile». Un'altra bomba è caduta su un mercato uccidendo altre persone. Nel solo quartiere di Aychi Bakkar, ha annunciato radio Libano (controllata dai mussulmani-progressisti), i morti sarebbero almeno nove e i feriti almeno 67. Il bilancio della giornata, secondo fonti ufficiali, è di 28 morti e oltre 100 feriti. Il gran numero di vittime si spiega con il fatto che le artiglierie cristiane hanno colpito il settore mussulmano in un'ora di punta — le nove e trenta del mattino — in cui le strade erano molto animate. Radio Beirut — altra emittente progressista — ha diffuso un comunicato dell'esercito del Libano arabo (uno dei due tronconi in cui si è scisso l'esercito regolare a causa della guerra civile) in cui si invita la popolazione a non circolare per le strade. Nessuno si illudeva nel Libano che l'intervento del contingente di pace interarabo sarebbe stato un toccasana, ma l'intensificarsi dei bombardamenti nella capitale mentre i «caschi verdi» siriani sono alle porte lascia davvero pensare che tutto continuerà quasi come prima e che essi non riusciranno ad imporre la tregua ed a togliere le armi alle opposte fazioni. Per spiegare il ritardo dell'ingresso nella capitale un portavoce siriano ha affermato che per il momento «la principale preoccupazione delle forze di pace è quella di assicurarsi che la sicurezza prevalga nelle zone già occupate». Egli ha aggiunto che oggi non vi saranno movimenti di truppe e che domani i «caschi verdi» entreranno a Beirut, «oppure avanzeranno verso Sidone o nel nord del Libano». (Ansa)
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