Troppa fiducia tante delusioni

Troppa fiducia tante delusioni Fulvio Bernardini, chi è Troppa fiducia tante delusioni (Dal nostro inviato spedalo) i Fiuggi, 12 novembre. ì Quando nell'albergo del raduno azzurro entra il -grande vecchio", cappello a sghimbescio, cappotto sulle spalle, 'dolce vitabelge, è come se scoppiasse una gragnuola di petardi. Saluti, richiami, pacche sulle spalle. Attorno a Fulvio Bernardini si fa un cerchio di amici. Lo aggredisco: «Bernardini, ho già parlato con sua moglie. Ora vorrei parlare con lei». MI guarda. Ha occhi pìccoli, mobilissimi, raggrinziti in un eterno sorriso. Il volto bonario di chi sa che a dire il vero non ha nulla da perdere. «Ma se ha già intervistato lei, che vuole da me?». E volge gli occhi sui cronisti sportivi. «Non vede quanti sono 'sii qui». Lo rassicuro: «Non ho fretta. Prima gli altri, poi io. CI appartiamo un attimo e parliamo da soli». Reazione immediata. Si apre al sorriso, apre le braccia, sembra che gli si apra anche II cuore: «Ma che dici? Ci appartiamo? — ripete alzando la voce con il "tu" più confidenziale —. Ma lo sai che ti scrivono 'sti qui domani sui giornali?». Ride allegro, si fa bello con I presenti f«Devo andare con 'sta signora •); saluta e cerca un posto tranquillo: respinge chi lo avvicina («Adesso sono occupato con la signora. Dopo, dopo».;. Fa breccia soltanto un uomo con I capelli bianchi e tante rughe sul viso. «Sai chi è? — mi dice —, è Cesare Fasanelli. Dal '28-'29 fino a dieci anni dopo abbiamo giocato insieme. Il più forte giocatore di testa di tutta Italia. Il mio Cesare, grande amico». Fasanelll si scioglie di gioia; gli stringe forte la mano: «Fulvio, volevo solo salutarti. Grazie, grazie» e sì allontana commosso. Bernardini attacca subito. «Mia moglie, che ti ha detto di me?». Che lei è un uomo pieno di fiducia nel prossimo e che, per questo, sbaglia. Scuote le spalle, fa cenno di sì con la testa. «Me lo dice sempre — risponde — ma questo difetto non mi preoccupa, lo ci ho un'età ragguardevole. Non sto a cambiare adesso. Ho una mia filosofia: credere che tutti siano disposti ad essere buoni. A volte ho delusioni. Ma non ci faccio caso. In fondo, sarò sempre un ottimista». io provoco: «E' anche un uomo aggressivo con la risposta mordace». Si schermisce: «Aggressivo, io? Ma no. Dico soltanto delle cose». Un attimo di pausa ed ecco la rivincita: «Semplicemente dico sempre la verità. Mi sono accorto che la verità non place, che dà fastidio». Conclude battagliero: «Ma io la dico lo stesso. Che vuole, alla mia età...». Come a sottolineare che «alla sua età» può permettersi d'essere sincero. Si agita sulla poltrona, è una schioppettata di parole, chiede un caffè, saluta un calciatore, fa cenno a un amico, s'inlorma dov'è il suo cappotto («quello con l'etichetta interna "tracy", si come Spencer Tracy, vedi che non si perda, che non lo confondano, Zoff deve averne uno eguale». Torna a bomba: «Ma tu sai quanti anni ho?». Ho Imparato che gli uomini sono civettuoli come le signore, perciò mento. Bernardini è soddisfatto, quasi avessi detto: «E' più giovane degli anni che ha». Ribatte: «Ne compio 71 II 1° gennaio». Precisa arguto: «Ma è mica l'età esatta, lo son nato il 28 dicembre 1905. Mi han registrato qualche giorno dopo e così m'han fatto più giovane». De//a sua famiglia parla con grande amore. «Sono sempre stato tra le donne, mamma e tre sorelle, poi moglie e due figlie. Lo riconosco, sono coccolato e viziato. Mi piace esserlo, tanto più che le donne pensano a lutto loro ed io posso star tranquillo. No, non litigo mai. Con mia moglie me la son presa una volta: ero tornato a casa stanco e mi son trovato In tavola minestra di cavoli Non mi piace. Uh, è stata una scenata!». // ricordo lo diverte. Lo Interrompo: «Parla sempre della famiglia; forse non ama più il pallone?». Sospira: -E' la mia seconda natura, ma con mia moglie ci ho passato una vita». Anche con II pallone. «Sì, ma non è un essere umano». E mi guarda negli occhi: «Capisci?». Capisco che dalla famiglia non ha avuto delusioni, mentre II calcio gliene ha date molte. «Sono sempre stato la carta vincente — afferma —, ma da due anni sono il grande imputato. Critiche e critiche, lo continuo a lavorare, ma con distacco. La vedo dall'alto della mia età». Aggiunge grintoso: «E la vedo meglio degli altri. E poi 'sti giovani in realtà son meno giovani di me nello spirito». Per scordare le delusioni, rievoca il passato, le squadre allenate («C'erano giocatori d'eccezione».), // cuore rimasto con la Sampdorla f«Piccola grande squadra, lottavamo per la sopravvivenza»;, // suo primo servizio giornalistico («Una coincidenza, adesso cha mi ricordo, era per ItaliaInghilterra nel '39, finita 2 a 2»;, la sua breve carriera nel giornali («Rimpianti? Macché. E poi giornalista lo sono ancora»;. Torna al presente accusando «la faziosità di certi articoli» e si rasserena facendo un bilancio della sua vita: «Ho avuto tutto: una moglie deliziosa, una famiglia simpatica, con due figlie che mi fanno arrabbiare». Ma a che posto sta II pallone? «Dovrei metterlo al primo posto. Dico sempre a mia moglie che dovrò morire con il pallone sotto il cuscino. Ma è senz'anima. Forse conviene di più amare lo persone. Oggi c'è così poco amore tra la gente». Simonetta Conti

Persone citate: Bernardini, Cesare Fasanelli, Fulvio Bernardini, Simonetta Conti, Spencer Tracy, Zoff

Luoghi citati: Fiuggi, Italia