Manager (e impresa) in crisi

Manager (e impresa) in crisi Manager (e impresa) in crisi (Nostro servizio particolare) Milano, 12 novembre. E' vero, dice Guido Carli, c'è una crisi del management in Italia: ma non è altro che un aspetto della crisi dell'impresa, mortificata da «un'ambigua volontà politica» e oppressa dal «volontarismo interventista» imposto da una sinistra politica che ricerca un'alternativa al sistema «tanto più ambigua e pericolosa quanto meno si presenta chiara e radicale». Il presidente della Confindustria non è potuto intervenire di persona al convegno di studio organizzato dall'Asfor sulla «formazione manageriale in Italia: cause del ritardo e prospettive»; si è cosi fatto rappresentare da alcune cartelle che sono state lette ai convenuti. Trattenuto a Roma dagli sviluppi della crisi, Carli non ha mancato d'inserirla, questa crisi, nella tematica del convegno. Essa, dice il presidente degli industriali italiani, «sconvolge le scale di priorità» e ben al di sopra del problema del management c'è oggi quello della pura e semplice sopravvivenza delle imprese. Oltre il rapporto managerimpresa c'è un rapporto più alto e condizionante, quello fra impresa e società, fra impresa e istituzioni. C'è una burocratizzazione della funzione manageriale, che è conseguenza di tutto il resto: invitando gli studiosi convenuti a Milano ad inserire il problema del management nel problema generale dell'Impresa, Carli ha detto che l'autonomia del manager e la libertà dell'impresa si condizionano a vicenda, l'una è premessa e insieme corollario dell'altra. Il convegno dell'Asfor (Associazione tra gli istituti per la formazione alla direzione aziendale) è stato aperto da una relazione di Claudio Demattè. Che cosa è la formazione manageriale: è la preparazione di coloro, non necessariamente dirigenti ma anche imprenditori da un lato, dipendenti con mansioni direttive dall'altro, che non solo nell'impresa, ma anche nell'azienda pubblica, nel sindacato, nel partito, svolgono attività di coesione, guida, controllo. A che punto siamo in Italia: in ritardo come denuncia il tema del convegno, Perché questo ritardo, che rappresenta «un ostacolo tutt'altro che irrilevante agli sforzi di ripresa economica e di riconversione dell'apparato produtivo»: ritardo relativo dell'industrializzazione italiana; lungo predominio della cultura crociana, con netta separazione di prassi e teoria e prevalenza della teoria; spaccatura ideologica della società italiana; convinzione del mondo accademico che non esista «una base universale di principi che regolano i processi di gestione»; scarso impegno nella formazione dei docenti e nell'attività di ricerca; alti costi di questo tipico «investimento a produttività differita e diffusa». a> v>

Persone citate: Carli, Claudio Demattè, Guido Carli

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma