Sarà raddoppiata la fabbrica automobilistica di Togliatti di Livio Zanotti

Sarà raddoppiata la fabbrica automobilistica di Togliatti Gli incontri di Agnelli nell'Unione Sovietica Sarà raddoppiata la fabbrica automobilistica di Togliatti Nell'incontro con Kossighin esaminate le possibilità di una maggiore partecipazione della Fiat alla cooperazione economica tra Italia e Urss - La capacità dello stabilimento di Togliatti dovrà passare dalle attuali 680 mila vetture all'anno a 2 milioni (Dal nostro corrispondente) Mosca, 12 novembre. In un momento non facile (il nostro export ristagna e la bilancia commerciale con l'Urss per i primi sei mesi di quest'anno segna rosso), Giovanni Agnelli è venuto a Mosca per due giorni a trattare nuove iniziative. Una duplice scadenza ve lo ha ricondotto a più di due anni dalla sua ultima visita. Il rinnovo dell'accordo di collaborazione tecnico-scientifica tra la Fiat e il Comitato sovietico per la scienza e la tecnica (Gknt), il decennale dello stabilimento di Togliatti, il Vaz, attorno al quale è cresciuta intanto una città di 250 mila abitanti. La celebrazione di un ciclo e la proposta di un altro. L'accoglienza è stata quella di sempre, calorosa e attenta. Il primo ministro, Aleksei Kossighin, che aveva appena lasciato il leader polacco Edward Gierek, s'è intrattenuto un'ora con il presidente della Fiat. Presente l'ambasciatore italiano, Enrico Aillaud, e l'ingegner Niccolò Gioia, sono state esaminate le possibilità di una maggiore partecipazione del gruppo torinese alla cooperazione economica tra il nostro paese e l'Urss. Un ventaglio di progetti assai ampio, che va dal raddoppio del «Vaz» a nuovi insediamenti dello stesso ordine di grandezza. Accompagnato da Gioia, Vittorino Chiusano e Piero Savoretti, Agnelli ha parlato ancora con il ministro del Commercio estero, Patolichev, con quello dell'industria automobilistica, Poliakov, con il vicepresidente del «Gknt», Gvishani, con il presidente della Banca di Stato, Alchimov, con altri esponenti del governo e di enti di Stato. E' l'itinerario di una verifica delle possibilità. La ricerca di una coincidenza di visione, ma anche dei presupposti finanziari, delle modalità tecniche e operative. I sovietici sono avveduti e senza fretta: con essi si discute di tutto o non si tratta. Però hanno rispetto degli affari e non temono di manifestare soddisfazione, se del caso. Alla firma dell'accordo di cooperazione tecnico-scientifica per i prossimi cinque anni e alla proiezione di un film che rievoca l'impresa della Fiat sul Volga, è seguito uno scambio di saluti nel corso dei quali i rappresentanti sovietici hanno voluto dare tali riconoscimenti ai meriti tecnici e finanziari dell'impresa torinese da sorprendere il fittissimo pubbli¬ co degli intervenuti e forse gli stessi dirigenti Fiat. E poiché gli affari passano anche per l'imprevedibile strada delle relazioni umane, è suonato del tutto spontaneo il ricordo sia da parte russa sia da parte italiana di tutti coloro i quali hanno reso possibile la città Togliatti e soprattutto di quelli che sono scomparsi. «Quando la situazione politica era tale da rendere ì rapporti tecnici ed economici con l'Unione Sovietica difficilissimi, fummo proprio noi, fra i primissimi, nel 1954, ad impostare le trattative per migliorare e qualificare l'interscambio tra i nostri due paesi», ha detto tra l'altro Agnelli. Oggi i tempi sono altri, egli ha aggiunto, lasciando intendere che le difficoltà attuali saranno a maggior ragione superate. La recente firma del contratto per la fornitura da parte della Fiat di macchine utensili per 150 milioni di dollari ne rappresenta una convalida e prelude ad un rilancio della collaborazione. Dalle 680 mila vetture attuali di produzione annua, i sovietici vogliono portare il «Vaz» a farne 2 milioni per i primi Anni Ottanta. All'impresa torinese chiedono assisten- za per il miglioramento della linea estetica della «Zigulì» (le Fiat 124 e 125 sovietiche) e, in secondo termine, una catena per una vettura derivata dalla «127». Un taxi che nasca già come tale e non sia l'adattamento di un'auto comune è il secondo dei grandi progetti. Sarebbe il primo del genere nel mondo e per la sua originalità potrebbe aiutare a risolvere il problema del suo finanziamento, che da parte russa vorrebbe essere realizzato sulla base della compensazione. Per la Fiat-Allis c'è in piedi una impegnativa partecipazione alla costruzione di una fabbrica di macchine per il movimento terra, cui è agganciata anche la trattativa per un motore Diesel da applicare a quelle macchine, ad autocarri medi e a trattori. La Magneti Marelli e la Telettra studiano una fabbrica di candele e la fornitura di linee elettriche rispettivamente. Togliatti ha consolidato una via che ormai percorrono l'Eni e la Finsider, Pirelli e Montedison, Breda e Liquigas, tutti i maggiori gruppi industriali italiani e una miriade di imprese medie e piccole. Nel 1975 abbiamo venduto all'Urss per un totale di 789 milioni di rubli ed acquistato per 638. Nel 1976 la tendenza si è invertita: abbiamo importato quasi il doppio e senza riuscire ad incrementare le esportazioni. Le linee di finanziamento hanno ancora circa 600 milioni di dollari freschi per sostenere le iniziative delle nostre imprese. Altri accordi in proposito, sia pure sotto altra forma poiché gli stessi sovietici non ignorano le nostre difficoltà economiche, verranno raggiunti. Ci sono segni che non rendono tale prospettiva pura speranza. Il commercio con l'Unione Sovietica lavora oggi anche per un domani. Livio Zanotti

Luoghi citati: Italia, Mosca, Unione Sovietica, Urss