Il ministro degli Esteri a colloquio con Genscher di Tito Sansa

Il ministro degli Esteri a colloquio con Genscher Il ministro degli Esteri a colloquio con Genscher Forlani espone ai tedeschi il nostro piano d'austerità (Dal nostro corrispondente) Bonn, 11 novembre. Due ore e mezzo è durato l'incontro tra il ministro degli Esteri tedesco Hans Dietrich Genscher e il capo della nostri diplomazia, Arnaldo Forlani, giunto oggi a Bonn per la sua prima visita ufficiale, che si concluderà domani. Gran parte di questo colloquio, al quale hanno assistito anche gli ambasciatori dei due paesi, Orlandi - Contucci e Meyer - Lindenberg, è stata dedicata all'esame della situazione economico-politica nei due paesi. Forlani, presentato dai giornali tedeschi come uomo aperto e franco, non è venuto meno alla sua fama, esponendo al suo collega tedesco le difficolta da superare e i provvedimenti adottati in campo economico, in particolare il programma presentato proprio ieri dal presidente del Consiglio Andreotti a Montecitorio. La coincidenza tra la presentazione di questo programma, «giudicato positivo a Bonn» (come riferisce l'agenzia ufficiosa di notizie «Dpa»), e la visita di Forlani è puramente casuale, non è — come ha sospettato qualcuno — che abbiamo voluto presentarci ai tedeschi per raccogliere approvazione. Genscher, ha apprezzato il ruolo dell'Italia in Europa e all'interno delle alleanze comuni e — per quanto non esperto di problemi economici, che peraltro non gli competono — ha assicurato la «disponibilità» della Repubblica federale per contribuire a risolvere il momento definito «non facile» nel quale si trova attualmente il nostro Paese. Altri temi trattati dai due ministri, mentre parallelamente si sono incontrati i direttori degli affari politici e degli affari economici di Italia e di Germania, sono stati quelli comunitari .quelli dell'area del Mediterraneo, dell'allargamento della Cee ai quattro paesi che ne hanno fatto richiesta (Grecia, Turchia, Spagna, Portogallo) e — si dice, ma non è certo — l'appoggio esterno del pei al governo Andreotti. Forlani ha dato ampie assicurazioni al suo collega tedesco, riassumendo: in politica estera la linea politica dell'Italia è immutata. Non si è parlato invece — è stato detto — dell'appoggio tedesco per un credito multinazionale all'Italia, che era stato oggetto dei colloqui segreti di ier l'altro tra ii ministro del Tesoro Stammati e il ministro tedesco delle Finanze Hans Apel. Che i due ministri degli Esteri si siano parlati con estrema franchezza è stato confermato dai discorsi che hanno pronunciato stasera, al termine di un pranzo che Genscher ha offerto a Forlani a Bad Godesberg. Al centro dei due brindisi sono stati i problemi economici e politici e la via da seguire per la loro soluzione, all'interno e con l'aiuto della Comunità europea. A Genscher (che aveva detto con preoccupazione: «/ problemi di un paese membro sono oggi anche i problemi degli altri», ricordando che «il compito più urgente è il ritorno a un'espansione economica stabile, non inflazionistica, perché inflazione e instabilità economica mettono in forse anche la stabilità politica»), il nostro ministro degli Esteri ha risposto con una rapida carrellata storica per spiegare i motivi della crisi italiana — rivoluzione industriale, drastica riduzione della popolazione rurale, vasti processi migratori, — che hanno portato a squilibri regionali e di settore. Dopo avere ricordato le difficoltà della nostra bilancia commerciale, gravata dal peso delle importazioni di combustibile e di derrate alimentari, Forlani ha detto: «Il governo italiano sta operando con decisione per far fronte alla crisi in atto. Stiamo perseguendo con vigore una politica intesa a creare condizioni di stabilità all'interno e di equilibrio della bilancia dei pagamenti. Le importanti misure adottate testimoniano la volontà del governo di porre in atto una necessaria politica di austerità per destinare le risorse così disponibili a un programma di risanamento dell'economia e a un piano organico di investimenti che consenta una stabile ripresa del reddito e dell'occupazione». Sempre sul tema crisi, il ministro ha concluso: «Noi abbiamo fiducia di raggiungere questi obiettivi se il nostro impegno e i nostri sforzi saranno accompagnati dalla solidale comprensione dei nostri amici ed alleati». All'uditorio non è passata inosservata una inconsueta sfumatura: mentre Forlani ha parlato di «fiducia», in precedenza il suo collega tedesco non aveva mai usato questo termine, dicendo due volte «abbiamo speranza». Speranza che l'Italia conquisti la stabilità mediante la collaborazione tra governo, Parlamento e partners sociali; speranza che al programma del governo Andreotti arrida il successo. Due volte il ministro tedesco ha ricordato che la riconquista della stabilità è compito di ciascun paese membro della comunità, aggiungendo tuttavia che «il cammino per il raggiungimento dell'equilibrio può e deve venire facilitato mediante aiuti dall'esterno». Anche sugli altri temi Forlani ha rassicurato i tedeschi: la politica estera dell'Italia «non è oggetto di contestazione», la scelta atlantica «non è in discussione», vi è «largo consenso» sul modello economico esistente, l'Italia ha una «grande capacità di lavoro», le forze e le energie decise a salvaguardare la libertà sono «largamente maggioritarie». Infine- -ha - ricordato- a ■ Genscher che «l'esperienza italiana non è soltanto un'esperienza nazionale ma europea, che ha valore emblematico nella prospettiva dell'allargamento della comunità ad altri paesi dell'Europa meridionale e al mondo mediterraneo». Dalle elezioni a suffragio universale del Parlamento europeo (nel 1978) «noi ci attendiamo un nuovo modo di fare politica in Europa» ha detto Forlani. Tito Sansa