Alle origini dell'attuale dibattito

Alle origini dell'attuale dibattito Alle origini dell'attuale dibattito Per una libertà egualitaria Nicola Matte ucci: « Organizzazione del potere e libertà. Storia del costituzionalismo moderno », Ediz. Utet, pag. 265, lire 4500; « Il liberalismo in un mondo in trasformazione », Ed. Il Mulino, pag. 167, lire 3000. Lo spazio e la risonanza del dibattito sul pluralismo, di cui una serie d'articoli di studiosi e di politici su questo stesso giornale sono testimonianza, viene stimolato in questo momento in Italia da istanze mosse da parte socialista, in sede di poUtica attiva. Ma sarebbe in errore chi ritenesse che, in tale dibattito, da parte liberaldemocratica non ci sia altro che una serie di risposte occasionali, espressione di un dogmatismo di segno contrario a quello che, fino a ieri, sembrava prevalere in campo socialista. Di questi due ampi saggi di Matteucci, il primo da noi sopra indicato rappresenta l'approfondita e originale verifica storica dei temi che l'altro — presentato in prima edizione dal Mulino nel 1972 — poneva in sede politologica. Ed entrambi, nel loro assieme, attestano una riflessione che la cultura liberaldemocratica va esercitando da vari anni sull'argomento del pluralismo, così intrinseco alle sue premesse. Ci sembra che tre implicite, fondamentali convergenze degli opposti punti di partenza — liberaldemocratico e socialista — stiano a fondamento di questo dibattito, e Io rendano possibile: la comune coscienza del vincolo strettissimo che associa, nella realtà politica, l'istanza libertaria e quella egualitaria, cui pure usano richiamarsi antiteticamente i due schieramenti; l'urgenza da tutti avverti¬ ta di una radicale rielaborazione, adeguata alle nuove premesse tecnologiche, economiche e politiche di una società in rapido mutamento, delle premesse tradizionali; e infine il sostanziale riconoscimento, contro ogni determinismo sociologico, dell'incidenza reale di un ripensamento ideologico che, per essere autentico e razionale, deve necessariamente riversarsi sul piano del diritto e delle istituzioni. Coloro stessi che talvolta, da parte socialista, tendono a negare a priori tale incidenza, relegando le ideologie e le istituzioni che qui sono in gioco nella sfera sovrastrubturale, si contraddicono per il fatto medesimo di porsi il problema. Ora, chi già in precedenza, o — stimolato dalla nuova, più agile edizione — in questo momento, abbia preso conoscenza del perché e del come i temi propri del liberalismo vengano da Matteucci, nel saggio del '72, ritenuti vitali per il mondo oggi in via di trasformazione; del perché e del come, in quanto «risposta a sfida», lo stesso liberalismo tenda a far proprie istanze sociali nei confronti delle quali, a livello banale, lo si ritiene organicamente polemico; può, grazie al saggio più recente, cioè all'agile « Storia del costituzionalismo moderno», comprendere tutta una serie di ragioni storiche di questa situazione. Ragioni profonde: perché, a partire dall'eredità medievale, che il pensiero politico porta con sé alle soglie dell'età moderna, lo storico vede manifestarsi e intrinsecarsi così ai trattati dei teorici come alle decisioni dei governanti, due costanti che, in forma via via diversa, sono comunque sempre presenti: nelle monarchie medievali, si denominavano l'una guberna- culum (cioè la «prerogativa», le «armi»: il potere sovrano di guidare il popolo nei rapporti con le altre nazioni e ai fini dell'ordine interno) e l'altra iurisdictio (cioè le «leggi», il compito di amministrare la giustizia: in cui il re deve conformarsi al diritto, altrimenti non è re). Ragioni profonde, che continuano a manifestarsi, attraverso la svolta storica delle rivoluzioni del '700 da cui nascono le costituzioni moderne e il liberalismo «borghese», ed oltre, fino nel mondo di oggi: perché proprio dalla tensione fra l'istanza egualitaria storicizzata dalla iurisdictio, e il principio del gubernaculum che sempre tende a prevalere, scaturisce il liberalismo, in quanto razionale istanza libertaria. Augusto Comba

Persone citate: Augusto Comba, Matteucci

Luoghi citati: Italia