Telefoni spia: la prova rubata da una donna?

Telefoni spia: la prova rubata da una donna? Si ingarbuglia l'istruttoria Telefoni spia: la prova rubata da una donna? Si è iniziato il processo per un altro scandalo, quello degli appalti dell'Anas - Il maggior imputato, ing. Chiatante, sarà giudicato da solo in un dibattimento da mettere a nuovo ruolo (Dalla redazione romana) Roma, 10 novembre. Si fa più fitto il mistero intorno all'istruttoria sullo spionaggio telefonico. Ieri i magistrati avevano ascoltato in qualità di testimone l'ex segretario del psi, Giacomo Mancini (che per primo, con un'intervista, denunciò quattro anni fa l'esistenza di intercettazioni abusive) e il brigadiere dei carabinieri Antonio Gambella, che fungeva da segretario al pretore Luciano Infelisi, primo istruttore dell'inchiesta. Mentre l'on. Mancini si è limitato a ripetere ai magistrati quanto dichiarato nel '72, e cioè che durante una riunione a Palazzo Chigi si parlò dello spionaggio telefonico esercitato abusivamente dal Sid, dall'ex Ufficio affari riservati del ministero dell'Interno e dalla Guardia di finanza, Antonio Gambella ha portato all'istruttoria un elemento nuovo destinato ad ingarbugliare però ancor di più lo svolgimento dell'inchiesta. Gambella ha detto al giudice Pizzuti e al pubblico ministero Sica che nel 1973, proprio nelle settimane precedenti alla sparizione di una delle cinque bobine sulle quali Infelisi aveva raccolto la prova delle intercettazioni abusive, una donna frequentava abitualmente l'ufficio del giovane magistrato. Chi era la donna? Gambella non ha saputo dirlo ed i magistrati dovranno scoprirlo con indagini specifiche. La bobina, sembra la più importante delle cinque, era custodita nel cassetto di un armadio metallico e scomparve dal suo posto il 21 febbraio del 1973. Lo stesso Infelisi è stato accusato dal settimanale « Tempo » di aver fatto sparire un intero fascicolo degli atti dell'istruttoria nel tra- smetterli dalla pretura alla procura. Infelisi ha replicato denunciando il settimanale ed invitando la procura generale ad aprire un'inchiesta sull'episodio per tutelare la sua onorabilità di magistrato. Così quella che è stata definita più volte « la ballata delle bobine » rischia di essere trasferita ad un tribunale dipendente dalla Corte d'appello di un'altra città. E' naturale infatti che, essendo coinvolto nell'indagine un magistrato (sia esso parte lesa o no), la Cassazione, secondo l'articolo 60 del codice di procedura penale, dovrà provvedere al più presto ad affidare l'inchiesta ad altri giudici. Nei prossimi giorni i magistrati romani Pizzuti e Sica faranno un viaggio al Nord per una serie di perquisizioni e controlli. Interrogheranno poi l'ex capo della polizia Angelo Vicari e il prefetto Federico D'Amato, l'ex dirigente del soppresso Ufficio affari riservati. Questa mattina intanto è iniziato dinanzi ai giudici della terza sezione il processo a carico dell'ex direttore dell'Anas (lo scandalo delle aste truccate fu contemporaneo a quello dello spionaggio telefonico) Ennio Chiatante, del figlio Nicola e degli ingegneri Fini e Agostinelli. Chiatante è accusato di interesse privato in atti d'ufficio in relazione all'assegnazione di appalti Anas. Nell'udienza di oggi il tribunale ha tenuto una lunga riunione in camera di consiglio per decidere su due eccezioni preliminari presentate dalla difesa. L'avvocato Pietro Nocita ha sostenuto la nullità del decreto di citazione di Chiatante e quella dell'ordinanza di rinvio a giudizio per tardiva emissione della comunicazione giudiziaria agli imputati (che fu inviata, secondo il difensore, dopo che gli atti furono restituiti alla magistratura ordinaria dalla Commissione parlamentare inquirente che indagava su presunte responsabilità ministeriali). I sospettati, all'epoca furono l'on. Giacomo Mancini e l'on. Lorenzo Natali democristiano, ma la commissione li prosciolse in istruttoria. Il tribunale ha respinto quest'ultima richiesta di nullità mentre ha ritenuto fondata quella riguardante la citazione a giudizio Ha perciò stralciato la posizione di Ennio Chiatante rinviando a nuovo ruolo il processo che lo riguarda. Il dibattimento contro gli altri imputati riprenderà il 24 novembre prossimo.

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