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Sotto accusa il ministro che "silurò,, 2 generali Bonn: è ricoverato in ospedale Sotto accusa il ministro che "silurò,, 2 generali (Dal nostro corrispondente) Bonn, 10 novembre. La prova di forza tra governo e opposizione programmata per oggi dinanzi al parlamento di Bonn (quello vecchio, in carica fino a metà dicembre) convocato in seduta straordinaria per discutere il «siluramento» dei generali d'aviazione Krupinski e Franke, è stata sospesa per causa di forza maggiore. Un'ora prima della riunione, infatti, il ministro della Difesa Georg Leber, accusato dai democristiani di avere ordinato la «cacciata» dei due generali, è stato ricoverato d'urgenza all'ospedale, per una misteriosa «infezione al ventre». Questa sera si teme che il ministro soffra di una infiammazione al fegato o alla cistifellea. Durante la giornata, non appena si era diffusa la notizia dell'improvviso malanno, alcune voci maligne avevano affermato che la malattia di Leber era di natura politica e che il ministro meditava di dimettersi dopo la tempesta di polemiche provocata dal «siluramento» dei due generali, poco gradito anche al capo dello Stato che ha temporeggiato fino a ier l'altro prima di firmare il decreto di messa a riposo di Krupinski e Franke. Ma il portavoce del Ministero ha smentito sdegnosamente queste voci, affermando che Leber aveva lavorato ieri fino a tarda notte al testo del discorso da pronunciare oggi in Parlamento, discorso nel quale avrebbe dovuto assumersi le proprie responsabilità di fronte al Paese. Stando così le cose, bisognerà attendere la guarigione del malato. L'opinione pubblica tedesca è stata in maggioranza oriti ca per il provvediménto preso dal ministro contro i due generali, benché ritenga sbaglia to che un irriducibile nazista partecipi a manifestazioni delle forze armate. E' stata proprio una manifestazione del genere, alla quale era sta. to invitato l'asso dell'aviazio ne hitleriana Hans Ulrich Ru del, a provocare lo scandalo e a indurre Leber a cacciare i due generali, che avevano giù stificato l'invito. t. s.