L'ultimo saluto a Ferrini di Ferruccio Cavallero

L'ultimo saluto a Ferrini Migliaia di sportivi al funerale al "Filadelfia,, L'ultimo saluto a Ferrini Un tetto nero, formato da migliaia di ombrelli, al Filadelfia. Cosi Torino ha salutato ieri mattina per l'ultima volta Giorgio Ferrini. Come è difficile scrivere di questo funerale che nel capannone dell'antistadio ha raccolto in un grande abbraccio una folla enorme. C'erano tutti. Soltanto il presidente Pianelli non è riuscito a rientrare in tempo dal Kenya, ma spiritualmente era vicino al suo « vecchio » capitano. Il mondo del calcio davanti alla bara di Giorgio: la squadra del Torino al completo. Traversa, Navone, Bonetto, i dirigenti, Radice, Boniperti, Giordanetti, Trapattoni, Zoff. E ancora: Giagnoni, Valcareggi, Rocco, Fogli, Sattolo, Fossati, Piola, Vieri, Agroppi, Bui, Rampanti, Mascetti, Schnellinger, Maldini. Pula, i fratelli Sentimenti, Tagnin. Accanto al famigliari il sindaco Novelli, Porcellana, delegazioni del Coni, della Federazione, rappresentanze del Milan, dell'Inter, degli « Azzurri d'Italia », Nino Benvenuti. E tanti altri, nascosti in silenzio tra la gente. Tutti gli amici veri di Giorgio, che hanno apprezzato le sue qualità professionali, che lo hanno stimato come uomo. Una cerimonia semplice, straziante. Lacrime sincere, i fazzoletti tra le mani per frenare la commozione. Hanno pianto tutti in questa buia mattina, anche il sottoscritto. Don Francesco Ferraudo, che officiava la messa funebre, aveva gli occhi gonfi e la voce rotta. A stento è riuscito a parlare: « Noi del Torino siamo fieri di aver allevato atleti come Giorgio Ferrini, un uomo che era un duro in campo, ma fuori era buono, una persona onesta e leale. Non avrebbe mai fatto del male ad alcuno ». Il giusto ritratto di Giorgio in poche frasi e poi un « grazie » sentito al professor Fasano, alla professoressa Urcioll, l'equipe medica al completo, l'Infaticabile Infermiere Domenico, gli amici, la famiglia, i tifosi. « Giorgio — ha detto don Francesco — è qui con noi; saremo sempre vicino a lui, siamo certi che non ci lascerà mai. Quest'estate Giorgio era andato In Comune per festeggiare con i suoi ragazzi lo scudetto. Ha lasciato un posto vuoto. Non occupatelo mai, è suo. Gli spetta di diritto, teneteglielo sempre >. Quando, verso mezzogiorno, la funzione si è conclusa, due fitte ali di folla hanno fatto ala al passaggio della salma, seguita dalla signora Mariuccia, distrutta dal dolore, dai figlioletti Cristiana e Amos, dai genitori del campione. Angelo o Cristina. E intanto si raccoglievano le offerte per l'istituto neurochirurgico che hanno già superato il milione. Una colonna interminabile di macchine si è diretta verso il cimitero di Pino Torinese, poche centinaia di metri dall'abitazione dello scomparso. Sotto una pioggia rabbiosa, la nebbia bassa ed il freddo pungente, si è mosso il corteo. Sono stati gli ultimi attimi con Giorgio, prima della tumulazione in un loculo. Nereo Rocco, il burbero « paron », si è passato una mano sul viso per ricordare felice, con il sorriso sulle labbra, il suo « figlio triestino ». Tutti noi vogliamo ricordarlo così, sempre. Ferruccio Cavallero Commozione ai funerali di Giorgio Ferrini. La moglie Mariuccia, i figlioletti Cristiana e Amos (Foto La Stampa - E. Milone)

Luoghi citati: Filadelfia, Italia, Kenya, Pino Torinese, Torino