Milano rifiuta questo calcio di Luciano Curino

Milano rifiuta questo calcio Inter e Milan senza gloria sul fondo della classifica Milano rifiuta questo calcio (Dal nostro inviato speciale) Milano, 10 novembre. Mi dice Camilla Cederna, la giornalista più attenta: « // calcio milanese è giù? Ebbene, ci sarebbe da meravigliarsi se il calcio andasse bene in questa città intristita, sgomenta, impoverita, depressa in tutti ì settori ». Dice Oreste Del Buono, scrittore, biografo di Rivera, ex consigliere del Milan: « CI vanno male tante altre cose, questo del calcio è l'ultimo primato che perde Milano. La gente, Il tifoso sa che ci sono preoccupazioni più serie. C'è anche da dire che, essendosi abbassato il livello del gioco, Il tifo dì qualche anno fa sarebbe anacronìstico ». Le squadre milanesi nella bassa classifica, quelle torinesi al vertice. Cerchiamo di capire qual è l'umore del tifoso milanese: rassegnato, deluso, furibondo? Un'indifferenza autentica o simulata? Alle « Colline Pistoiesi », ristorante degli interisti, Alberto Baini, inviato di Epoca, mi dice: < Devi sapere che qui, fino a due anni fa, Il lunedì sì parlava di calcio e basta. Ad ogni tavolo, le stesse discussioni. Idem a "L'Assassino", ristorante dei milanisti. Adesso sì parla di tutto, ma non della partita. Si può capire. Qui il tifoso apre la pagina sportiva e legge II titolo: "Solo II Napoli insìdia le torinesi". Luì, milanese, è tagliato fuori, dunque preferisce non parlare della cosa. SI disinteressa ». — Nessuno che sia invelenito? « Immagino di sì, nei club degli ultra, quelli dei Tigre e dei Commandos. A Cinìsello, per esemplo, sono ancora feroci per la cessione di Prati. Sostengono che tutti I guaì del Milan cominciano da lì ». Dice che accade semplicemente questo: una quantità di ragazzini milanesi tifano Torino o Juventus. Non hanno conosciuto gli splendidi Anni Sessanta, quando Inter e Milan vincevano tutto quello che c'era da vincere, in Italia e nel mondo, sembrava che la Coppa dei Campioni fosse stata inventata per esaltare la folla di San Siro. Sono cresciuti i ragazzini nelle stagioni grame dei rossoneri e dei nerazzurri, mentre le torinesi straripavano. E' più gioioso stare con chi vince. Dice Baini: 'Qui a Milano le fotografìe dì Pullcl e Grazlanì, di Bettega e lofi hanno più mercato che quelle del giocatori locali ». Sentiamo Dardanello, capo dei servizi sportivi del Corriere d'Informazione. Dice: • La cosa che più mi sbalordisce è che in altre città una situazione come la nostra scatenerebbe i tifosi. Sarebbe il finimondo. Qui, nulla. Non c'è più segno di vita. Per la squadra che perde male ci sono, quan¬ do ci sono, venti scalmanati. Ma ricordati invece quello che è accaduto a Torino per Heriberto, per Parola, sotto le finestre di Pianelli ». — Ma anche a Milano ci furono tumulti sotto la sede dell'Inter. Assalti alla macchina di Fralzzoli: è vero che dovette cambiare tre Mercedes in un mese? « // tifoso milanese ha preceduto gli altri anche nella fase contestatrice. Ma è ormai roba vecchia. Le ultime manifestazioni per Rivera, poi il silenzio o quasi. Disinteresse? Forse pudore. Ricordati che il calcio di questa città ha dominato a lungo, anche in campo internazionale. Il divo decaduto si vergogna a mostrarsi vestito da spaventapasseri ». Che cosa dice Gino Palumbo, il nuovo direttore della Gazzetta dello Sport? Sentiamo: « Milano, più che altre città, vive il dramma economico. Ha problemi di lavoro, preoccupazioni per il posto. In questa situazione le vicende del Milan e dell'Inter passano in seconda fila ». Non è soltanto questo. C'è anche una reazione che nasce dall'orgoglio civico. I milanesi non accettano che la città venga coinvolta nelle sconfitte delle squadre. Dice Palumbo: » Ma il coinvolgimento è Inevitabile. Così come era stato inevitabile coinvolgere la città e le sue squadre negli Anni Sessanta. Allora si disse che i successi del Milan e dell'Inter erano praticamente anche l'espressione dell'efficienza della città, dei criteri organizzativi, della sua intraprendenza. Ma ora la città non sembra più in grado di esprimere, a livello dì calcio, quell'efficienza organizzativa che aveva mostrato nel passato. Sembra che, almeno nel calcio, Milano abbia perduto II primato manageriale nei confronti dì Torino ». Il Milan era modello di organizzazione e di riservatezza: è diventata la società più chiacchierata d'Italia, con le grane che tutti sanno. L'Inter di Moratti suscitava anche polemiche, ma era un'Inter guidata con mano ferrea, abile, scaltra. Ora è retta da un presidente generoso, entusiasta fin che si vuole, ma ingenuo. Dice Palumbo: « / milanesi reagiscono quando leggono tìtoli come "Milano in ginocchio" o "Milano al tappeto". Sono migliori delle loro due società calcistiche di questi anni, e non si Identificano in esse. I tifosi milanesi hanno perso la fiducia nell'apparato dirigenziale, del quale pochi anni fa erano fieri. Sono più disposti a perdonare nei giudizi i giocatori che I dirigenti ». In conclusione: un'apparente indifferenza che è conseguenza di problemi più gravi; un distacco che dipende dalla delusione; un'irritazione perché in un certo senso si è coinvolta la città nelle sconfitte. C'è poi l'opinione di Gianni Brera, che è assolutamente diversa e della quale diremo domani. Luciano Curino Quando Milano vinceva: dall'alto in basso, Sorniani ed il presidente Moratti con la Coppa Campioni, il « mago » Herrera e « paron » Rocco, Mazzola e Facchetti, Gianni Rivera