La controffensiva Cee all'acciaio giapponese
La controffensiva Cee all'acciaio giapponese La controffensiva Cee all'acciaio giapponese (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 10 novembre. La Cee non è del tutto soddisfatta della promessa fatta ieri dal primo ministro giapponese Miki di facilitare le importazioni provenienti dai paesi europei. Si fa notare che la dichiarazione del premier (fatta dopo un incontro col presidente della Confindustria giapponese Doko, che era stato di recente a Bruxelles) è troppo vaga e che occorrono provvedimenti concreti immediati per riequilibrare la bilancia commerciale tra il Giappone e l'Europa. Con le sue generiche promesse, tuttavia, è possibile che il governo di Tokio riesca ad evitare che al « vertice » europeo dell'A]a, a fine mese, la Cee annunci contromisure per garantire l'occupazione al lavoratori delle sue industrie siderurgiche. Le Industrie siderurgiche della Cee non hanno atteso, co munque, I provvedimenti ufficiali di Tokio o dì Bruxelles, ed hanno messo In atto questa settimana una serie di misure che di fatto ostacolano le importazioni di prodotti siderurgici giapponesi in Europa Le industrie siderurgiche euro pee hanno offerto agli impor tatori di acciaio giapponese premi, sconti ed altri benefici perché sospendano gli acquisti di acciaio in sbarre e in cavo per cinque mesi. Questi tipi di acciaio sono prodotti da piccole aziende giapponesi, le cui esportazioni non rientrano nell'accordo CeeGiappone di limitare le vendite In Europa a un milione e 220 mila tonnellate d'acciaio all'anno. Il quantitativo d'acciaio che sarà bloccato da questa controffensiva europea rappresenta il 30 per cento del totale d'acciaio importato dai paesi terzi nella Cee. I produttori d'acciaio europeo sperano che la Cee fac eia propria la loro politica e limiti al massimo In futuro le importazioni siderurgiche dal Giappone. Il Giappone, quest'anno, avrà infatti un attivo della bilancia commerciale con l'Europa dei Nove di circa cinquemila miliardi di lire. Le notizie provenienti da Tokio indicano, però, che finalmente il problema è stato compreso dalle autorità giapponesi. Ne è prova la decisione dell'industria automobilistica Mitubishi di rinviare a tempo indeterminato la fabbricazione di automobili in Gran Bretagna, in Spagna, In Francia assieme all'americana Chrysler. Il Giappone già esporta tre milioni di vetture all'anno (ne importa solo 46 mila) ed il progetto della Mitsubishi e della Chrysler aveva allarmato l'industria automobilistica europea e soprattutto quella britannica. r. p.
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