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I Nobel del '76 per la medicina I Nobel del '76 per la medicina Baruch S. Blumberg, genetista, etnologo e medico americano, ha scoperto, nel 1964, nel siero di sangue di un aborigeno australiano, un nuovo antigene, l'« antigene Australia », il « marcatore » dell'epatite virale di tipo B (da trasfusione di sangue e suoi derivati). L'antigene di Blumberg è un « involucro » del virus, fatto di sostanze che hanno le caratteristiche chimiche ed immunologiche delle proteine del sangue dell'« ospite » nel quale il virus ha preso dimora. L'epatite virale B, in pratica, è il risultato congiunto dell'infezione del virus e della reazione « ospitevirus » (il cosiddetto « icron », secondo Blumberg). E' la prima volta che una malattia virale non risulta più legata solamente all'azione infettante del virus ma dipende anche dal conflitto immunologico ospite-virus. Daniel C. Gajdusek, biofisico, medico pediatra e virologo americano, ha scoperto che certe malattie croniche, cosiddette « degenerative », possono essere provocate da «virus lenti» («slow virus diseases»); ed ha anche dimostrato che tra le infezioni virali lente, un certo numero di malattie neurologiche possono esser causate da agenti con proprietà diverse da quelle dei virus, più simili a certi agenti infettivi delle piante. E' di Gajdusek (1957) lo studio del «kuru» (malattia endemica della tribù Foré di Hautes-Terres in Nuova Guinea, con incubazione lunghissima e poi rapido esito in demenza e morte) singolarmente analoga a certe infezioni, da virus ad azione rallentata, dei montoni. Gajdusek e collaboratori hanno anche dimostrato la natura virale di un certo numero di malattie neurologiche dell'uomo; ed hanno ipotizzato la possibile origine virale della sclerosi a placche e di certe forme di sclerosi laterale amiotrofica. Gajdusek è poi riuscito a trasmettere all'animale gli agenti virali di diverse « demenze presenili umane» (malattia di Creutzfeldt-Jacob, di Alzheimer e di Steele-Richardson).