La tragedia dei Rosenberg e i "gangsters,, di Losey

La tragedia dei Rosenberg e i "gangsters,, di Losey LA CRONACA DELLA TELEVISIONE La tragedia dei Rosenberg e i "gangsters,, di Losey Una cosa come lo sceneggiato L'affare Rosenberg, di cui parleremo diffusamente più avanti (una sola puntata è troppo poco), rinnova, diremmo in termini abbastanza acuti, il problema delle rievocazioni in Tv. E' chiaro che la Tv, e non solo quella italiana ma di tutto il mondo, pesca a larghe mani nella storia passata e presente. Va da sé che la rievocazione del passato non può essere fatta che attraverso scene drammatiche con attori, attraverso una finzione che si suppone credibile in quanto basata su una documentazione e in quanto, il più delle volte, controllata e per così dire garantita da uno storico autorevole che ha rivisto le bucce al copione. Ma se l'episodio appartiene alla nostra epoca? Qui la faccenda si complica e L'affare Rosenberg può esserne un esempio. Per qualsiasi grande avvenimento della nostra epoca — specie se è accaduto nel dopoguerra — ogni Tv è in grado di reperire un'abbondante testimonianza di immagini (cinegiornali e materiali d'altra provenienza, e, per fatti più vicini, reportages televisivi) con cui, nella maggioranza dei casi, aiutando interviste a personaggi del tempo e ricognizioni negli ambienti e nei luoghi del fatto, non è impresa troppo diffìcile costruire un «racconto». Gli esempi non mancano e sono in genere positivi. Ma c'è la diffusa tendenza a «drammatizzare*: cioè a trasformare i dati storici in azione scenica o in lilm con intenti documentaristici, e con interpreti scelti in modo da farli rassomigliare ai protagonisti autentici. Abbiamo constatato, da lettere ricevute o da opinioni raccolte fra il pub¬ blico, che esistono due correnti nettamente separate: ci sono quelli che in ogni caso, sempre, preferiscono rievocazioni - inchiesta, con un montaggio di immagini che essi definiscono «vere»; e ci sono quelli che amano invece la ricostruzione ron attori perché, sostengono, e più chiara, più completa, interessa c attira di più e si spinge ad esplorare i risvolti privati laddove le immagini di un reportage non potranno mai arrivare. E' una questione aperta, e delicata, che la televisione — non diciamo la nostra, diciamo la televisione in genere, come mezzo — pone con una frequenza sempre maggiore. Del programma di ieri citiamo Ring che ha avuto Lama come bersaglio (girevole, data la poltrona) di tante domande, e il non equilibrato ma ragguardevole film di Losey Giungla di cemento, con una storia gangsteristica e carceraria piena di violenza e amarezza non esteriori; e tra le 12,30 e le 13, la rubrica Ne stiamo parlando in cui un esperto del linguaggio come il prof. Tullio De Mauro è stato interrogato sulla «parolaccia» detta alla Tv da Zavattini. u. bz.

Persone citate: Lama, Losey, Rosenberg, Tullio De Mauro, Zavattini