Scioperi in Francia contro l'austerità
Scioperi in Francia contro l'austerità Solidali tutti i sindacati Scioperi in Francia contro l'austerità (Dal nostro corrispondente) Parigi, 9 novembre. «Saprò essere impopolare». Questa è la risposta del primo ministro Barre ai sindacata che, con lui primo sciopero degli elettrici parigini, hanno cominciato oggi le azioni previste contro l'austerità. Contemporaneamente il ministro del Lavoro Beullao ha ripetuto che «il governo non intende cedere a una pressione sindacale che annullerebbe gli sforzi compiuti contro l'inflazione». Pertanto, novembre si prospetta come un mese di guerra aperta tra sindacati e governo. La tesi di Barre è che «nemmeno l'unanimità sindacale potrà mutare la linea governativa». Ma intanto (per la prima volta in Francia) i sindacati sono unanimi nel contrapporsi al governo, e nel rifiutare il blocco del potere d'acquisto che l'austerità comporta. Sia le organizzazioni antigovernative «ortodosse» (Cgt e Cfdt) sia quelle riformiste (Fo, Cftg, Cgc) si sono ormai schierate sulla stessa posizione di rifiuto del piano Barre e chiedono che la politica di negoziato non venga interrotta. Anche i moderati annunciano una giornata d'azione per il 7 dicembre, subito dopo quella dei comunisti e dei -socialisti fissata per il 19 novembre. Il punto di frizione è il rinvio d'ogni politica contrattuale annunciato da Barre sino alla fine del '76. e la prospettiva di legare gli aumenti salariali del '77 solo agli scatti primaverili dei prezzi nel settore pubblico. Dicono i sindacati che l'aumento dei prezzi resta galoppante, malgrado il congelamento governativo, e che non è rinunciabile la negoziazione trimestrale diventata una prassi dopo De Gaulle. Ma Barre non può allentare il blocco dei salari, che significa la sola condizione perché il padronato accetti il blocco dei prezzi industriali. Il braccio di forza è inevitabile. Fin dove si spingerà il conflitto? E' in vista l'«inverno più caldo» della Francia? S'interrogano oggi su questo editorialisti e commentatori, j.registrando l'accentuarsi della pressione sindacale e il formarsi dell'unanimità. Per il Quotidien - de Paris, Barre è alle strette, obbligato a scegliere tra il salvataggio della sua politica e la minaccia di oraui . s i e e x somnumlmenti». \forse la m&!&:Vpttfa^^ dato che runàriimità sindaca- le, importante come fatto nuovo, deve fare i conti con la combattività, della base «moderata» che festa sempre piuttosto ipotetica. E' tuttavia vero, comunque, che allo scontento delle masse operaie per la prima volta si somma la protesta dei «colletti bianchi» e dei «quadri». Essi premono sul settore pubblico, ed hanno una pericolosità di cui il governo deve tener conto, soprattutto alla vigilia delle elezioni. a. c. ora che, nonostante Ford e Carter abbiano raramente dibattuto il problema, la nuova amministrazione democratica sarà sottoposta, nei prossimi anni, a forti pressioni affinché migliori la qualità della vita nel paese. . IL sondaggio indica chiaramente che il disappunto degli americani sulla qualità della vita è rimasto virtualmente immutato negli ultimi tre anni. Nel 1973, infatti, una maggioranza del 45 per cento, rispetto al 35 per cento di parere contrario, era convinta che la qualità della vita era deteriorata nel precedente decennio. Gli aspetti negativi maggiormente citati dagli interrogati sono: inquinamento dell'ambiente; decadenza del sistema scolastico; depauperamento delle scorte energetiche; servizi e prodotti scadenti; insicurezza nel lavoro e scarsa protezione della «privacy». (Ansa)
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