"Getta dal treno 200 miilioni e omorirai": preso un bandito

"Getta dal treno 200 miilioni e omorirai": preso un bandito Fallito tentativo d'estorsione a un torinese "Getta dal treno 200 miilioni e omorirai": preso un bandito Altri due sono fuggiti - L'arrestato è un decoratore di Susa In tre volevano estorcere (pena la morte) 200 milioni ad un industriale di Torino ma all'appuntamento hanno trovato i carabinieri. Un bandito, Diodato Petrosino, 32 anni, decoratore, Susa, via Mattie 2, è stato arrestato, gli altri sono riusciti a fuggire, ma probabilmente la loro libertà finirà fra poche ore. Vittima dei progetti della banda è il dottor Carlo Vallatila, 53 anni, proprietario di una fabbrichetta con una decina di persone e abitante con la famiglia in corso Montegrappa 61. L'imprenditore ha ricevuto la prima telefonata il 2 ottobre mentre trascorreva il week end nella sua villa di Bussoleno. «E' stata fatta verso sera — ha raccontato — e lo sconosciuto ini ha chiesto subito i soldi: "Preparate 200 milioni, non è uno scherzo". Ho pensato a qualche amico poco spiritoso ma il giorno dopo l'anonimo si è fatto di nuovo vivo, questa volta minacciandomi di morte». Le trattative sono andate avanti per parecchi giorni anche quando l'industriale è rientrato a Torino. «Erano informati — ha detto ai carabinieri — e appena sono stato nel mio alloggio torinese mi hanno chiamato. Non esagero ma in un mese mi hanno telefonato una quarantina di volte. Ho avuto l'Impressione che non fossero in grado di prendere uno. decisione». L'atteggiamento dei banditi è cambito 10 giorni fa. Stanchi di essere presi in giro hanno voluto dare una dimostrazione di forza. In corso Montegrappa salta in aria la 124 di un commerciante e venti minuti dopo telefonano: «Siamo stati noi, se non ti decidi toccherà alla tua famiglia». Una minaccia seria che ha convinto l'industriale a stringere i tempi. Con l'aiuto dei carabinieri e della questura ha incominciato a trattare. Giovedì scorso il primo appuntamento. «Mettete i soldi ih una borsa — hanno telefonato — e buttatela dal treno fra Bussoleno e Bardonecchia. Un faro giallo segnalerà il punto adatto». «L'incontro — prosegue il dottor Vailania — è saltato per il ritardo dei treni e l'altra sera si sono fatti di nuovo sentire. Le modalità erano le stesse. Alle 22 da Porta Nuova è partito mio figlio Renato di 24 anni, con una borsa piena di giornali. Per proteggerlo c'erano due carabinieri ili contatto con le centrali operative attraverso radio portatili». Mentre Renato Vailania era in viaggio i carabinieri disponevano controlli lungo la massicciata. Tra la stazione di Meana e Chiomonte il segnale. La borsa veniva buttata dal treno ma contemporaneamente da Susà partivano ordini per circondare la zona. Un minuto dopo piombava sul posto una «gazzella». Tre peisone fuggivano attraverso i campi ma abbandonavano una «Opel» rossa con un faro giallo collegato alla batteria e la borsa piena di giornali. Risalire al proprietario, Diodato Petrosino, è stato facile. Quando i carabinieri sono andati a cercarlo a casa aveva ancora i vestiti fradici di pioggia e in tasca la chiave della macchina. e. m. ptssvn Susa. L'industriale Carlo Vailania figlio Renato

Persone citate: Carlo Vailania, Carlo Vallatila, Diodato Petrosino, Renato Vailania, Susa

Luoghi citati: Bardonecchia, Bussoleno, Chiomonte, Meana, Torino