Polemiche per una statua di Manzù "Costa troppo (e poi è comunista),, di Tito Sansa

Polemiche per una statua di Manzù "Costa troppo (e poi è comunista),, Doveva fare un monumento al cardinale Von Galen Polemiche per una statua di Manzù "Costa troppo (e poi è comunista),, (Dal nostro corrispondente) Bonn, 8 novembre. Lo scultore italiano Giacomo Manzù non riceverà — come previsto — la commissiono di una statua del defunto vescovo di Muenster, cardinale Clemens August Von Galen, tenacissimo avversario della dittatura nazista. Il comitato cattolico di iniziativa popolari di Muenster ha rifiutato l incarico a Manzù per i seguenti motivi: chiede troppo denaro, è comunista e ha accettato nel 1966 il Premio Lenin per la pace. Ne è nato uno scandalo, che il terzo programma della radio della Vestfalia ha rivelato la settimana scorsa, provocando una accesa polemica nei giornali e tra la popolazione. Tn segno di protesta contro il rifiuto dì affidare per motivi politici a Manzù l'incarico ai scolpire il monumento al cardinale Von Galen, si sono dimessi dal comitato cattolico di iniziativa popolare il direttore del museo regionale d'arte e di storia della cultura, professor Paul Pieper e il teologo dottor Ludurìg Klockeribusch. Secondo quanto Pieper ha detto ai giornali, egli aveva avuto l'incarico di negoziare con Giacomo Manzù, una mostra delle cui opere è aperta proprio in questi giorni a Muenster. Il rifiuto della commissione artistica del comitato di iniziativa è venuto quando si è saputo che lo scultore è comunista e insignito del Premio Lenin. Sarebbero stati questi i due jattori determinanti iel'.a de- cisione negativa, più che l'alta dira richiesta da Manzù. Il presidente del comitato d'iniziativa, Franz Josef Wuermeling, che con Adenauer fu ministro democristiano per le famiglie, ha detto all'agenzia di notizie Dpa che il motivo principale del rifiuto è la «troppo alta richiesta» finanziaria presentata da Manzù, 300 mila march:, pari a oltre 100 milioni di li~e italiane Tra il serio e il faceto, Wuermeling ha aggiunto che «questa somma sarebbe sembrata troppo alta anche al cardinale Von Galen». L'ex ministro ha ammesso che «anche» l'orientamenio polìtico di Manzù ha contribuito alla decisione negativa, si è considerato «inammissibile che il monumento all'avversario di un sistema totalitario venisse affidato alle mani di ima persona che appartiene a un altro sistema totalitario». Il fatto che Giacomo Manzù godesse dell'amicizia personale dì papa Giovanni (come hanno messo in evidenza i sostenitori dello scultore) e che egli abbia scolpito le porte della basilica di San Pietro e del Duomo di Salisburgo non è stato preso in considerazione. Ricorda a tale proposito un giornalista di Muenster, il quale ebbe — dice — «la fortuna e l'onore» di conoscere il cardinale blasonato (Von Galen era conte) che certamente il porporato avrebbe agito con maggiore tolleranza, nello spirito di Giovanni XXIII, di quanta non ne dimostrino ì concittadini che vogliono onorarlo. Von Galen era modesto e tollerante, usò la propria autorità soltanto per opporsi alla dittatura di Hitler. Nelle sue prediche diventate famose, che pronunciava dal pulpito della chiesa di San Lamberto, a Muenster, e che venivano ciclostilate dalla Resistenza e passavano poi di mano in mano, il vescovo attaccava e condannava i crimini nazisti, il razzismo, il totalitarismo del regime, la requisizione di conventi e soprattutto il programma di eutanasia. Il suo prestigio tra la popolazione, anche non cattolica, era tale che Hitler non soltanto non osò intraprendere alcuna azione contro di lui, ma addirittura fece sospendere nel 1941 il suo programma contro la proprietà della Chiesa e ordinò la sospensione del programma di eutanasia. Il professor Pieper, che si è dimesso dal comitato insieme con il teologo Klockenbusch, mi ha detto stasera che «il denaro per il monumento, (che avrebbe dovuto sorgere dinanzi al duomo) sarebbe certamente stato raccolto; no non è stata una questione di denaro». «Mi sono dimesso — ha concluso — perché ritengo che non si debba essere più papalini del papa. Se Giovanni XXIII era amico di Manzù, non c'è motivo perché non diamo fiducia a un artista come lui, specializzato in statue di cardinali». Come andrà a finire"? «Questo proprio non lo so» ha concluso il professore «certo Muenster non fa una bella figura». Tito Sansa Giacomo Manzù

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