Tarocchi di Proverbio tra "cabala,, e magia

Tarocchi di Proverbio tra "cabala,, e magia MOSTRE D'ARTE DI MARZIANO BERNARDI Tarocchi di Proverbio tra "cabala,, e magia La storia delle carte, ossia delle «lame», componenti l'antichissimo gioco del tarocchi forse d'origine orientale (almeno i 56 -Arcani minori» divisi In quattro gruppi o semi, Denari, Coppe, Bastoni e Spade, mentre pare che i 22 «Arcani maggiori», tutti figurati, siano stati aggiunti in un secondo tempo, probabilmente in Italia) appartiene a buon diritto allo studio dell'arte. E' ben nota Infatti l'esistenza dei così detti «Tarocchi del Mantegna •, che non sono carte da tarocco né tanto meno di mano del Mantegna, ma Immagini eseguite a bulino circa il 1465 da un maestro ferrarese della cerchia di Francesco del Cossa; ed altrettanto noti sono i celebri «Tarocchi Visconti» divisi tra Bergamo e New York, miniati a tempera su «lame» di cartoncino, attribuiti dal Longhl e poi anche dal Salmi a Bonifacio Bembo. I tarocchi, come tutti sanno, non sono soltanto un gioco di carte segnalato per la prima volta in Italia da un cronista trecentesco a Viterbo, ma, con l'usuale mazzo delle figure e del semi, uno strumento divinatorio degli esperti della cabala e della magia. Su questo Impiego dei tarocchi si diffonde uno specialista in materia, Gabriele Mandel, nella dotta prefazione al bel catalogo che riproduce a colori I «22 Arcani maggiori» ed i «56 Arcani minori» eseguiti con lungo, Intelligente, appassionato lavoro da uno dei più estrosi pittori piemontesi, Luciano Proverbio, che li espone nelle sale «Davlco» (Galleria Subalpina) insieme con vari disegni e un grande quadro, ch'è in un certo senso una «summa» di allusioni stregonesche e di Impenetrabili esoterismi accennati da enigmatiche figure. Inoltre Proverbio ha inciso a punta secca 22 lastre che rappresentano calcograficamente la sua interpretazione degli «Arcani maggiori», e le ha chiuse in una cartella (6 soli esemplari) — che non sappiamo perché non sia in vendita — dalla quale ha tratto 45 esemplari in formato ridotto. E' un peccato che le stampe grandi non siano esposte perché non esitiamo a definirle altrettanti capolavori grafici, sia per la rara eleganza del segno, sia per la fantasia con cui il valente artista ha tradotto le immagini tradizionali dei tarocchi. L'intero gioco ad uso del giocatori veri e propri, splendido di colori, è poi offerto in una originale custodia di legno chiaro, oggetto lussuoso anche questo fuori commercio, a disposizione di pochi privilegiati. Ci si può domandare come mal Proverbio, pittore di sensi moderni, abbia affrontato un tema che ricorda il lavoro pseudo-didattico degli antichi miniatori del «Tacuini Sanitatis». Ma non bisogna dimenticare la suggestione che l'esoterismo, anche nel più sottili rami dell'Inquietudine teologica, ha sempre esercitato su di lui: dimenticare cioè che In una bellissima mostra, tempo fa alla galleria •Accademia», egli esorcizzò, umanizzandole, le tentazioni carnali del «Diavolo», un camaleontico personaggio che ritorna nella ca baia del Tarocco, al numero 60, o vi significa «fatalità, servaggio, caduta, disordine, Istinto, rabbia, furore, passione accecante, mancanza di principi, insofferenza ai consigli», corrispondendo astrologicamente a Marte. Del resto, nulla di strano in questo gustosissimo aggiornamento del Tarocco. DI secolo in secolo, e più volte nello stesso secolo, gli artisti ne rinnovarono le figure, fin dal grandi incisori tedeschi del Quattrocento, e II Mandel ci ricorda che «celebri sono oggi In Francia i giochi, di Arcani minori però, ideati da Sonia Delaunay nel 1965 e da Dubuffet nel 1967». Anche Napoleone entrò nel gioco del i innovamento ordinando al grande pittore David, nel 1808, nuove figure. •A- ★ Un'originale mostra che si intitola «Venti per venti» è presentata dalla galleria «Le Immagini» di via della Rocca 3. Perché «venti per venti»? Perché si compone di 20 incisioni che i Riccio, titolari della galleria, hanno commesso a dieci artisti torinesi (due per ciascuno) stabilendone il formato quadrato di 20 centimetri per lato. Vediamo cosi alle pareti i più recenti lavori grafici di Nino Aimone, Romano Campagnoli, Francesco Casoratl, Mauro Chessa, Francesco Franco, Vincenzo Gatti, Giorgio Ramella, Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, tutti di alto livello tecnico e stilistico. E l'amatore di stampe potrà portarsi a casa con piena soddisfazione la scatola telata, naturalmente anch'essa di «venti per venti», che li contiene. ★ ★ Francesco Arcangeli, Il grande critico e storico dell'arte cosi prematuramente scomparso, nel 1947 giudicava Giuseppe Gagliardi, un bolognese che per tanti anni, prima di dedicarsi alla pittura, era stato ferroviere fochista di locomotive, «quasi un Semeghlni di provincia, più usuale e domestico» per un esile postimpressionismo d'Intonazione chiara ed ombre gentilmente colorate. Più di vent'annl dopo, presentandolo in una «personale» a Roma lo definiva «pittore puro». Ora la mostra di Gagliardi alla «Nuova Albertina» (via Battisti 17) conferma I giudizi di Arcangeli: un artista di acutissima sensibilità cromatica che stempera il raffinato colore In tonalità di una dolcezza addirittura estenuata. mar. ber. Il Diavolo dei Tarocchi

Luoghi citati: Bergamo, Francia, Italia, New York, Roma, Viterbo