Contingenza: più quattro punti I contrasti per il pagamento

Contingenza: più quattro punti I contrasti per il pagamento In tutto Panno ci sono stati venti scatti Contingenza: più quattro punti I contrasti per il pagamento Mille miliardi in più all'anno - Non si sa se il decreto di blocco va applicato: la Confindustria ha detto alle aziende di non pagare; i sindacati hanno subito reagito con forti proteste Roma, 6 novembre. La speciale commissione dell'Istat ha ufficialmente confermato oggi uno scatto di quattro punti « pesanti » della contingenza per il trimestre novembre-gennaio, con un peso sulle imprese di circa 1000 miliardi di lire in ragione annua. I quattro punti vanno ad aggiungersi ai 16 già registrati nei primi tre trimestri dell'anno: tre a febbraio, sei a maggio e sette ad agosto. Sono complessivamente venti, perciò, i punti « pesanti » di contingenza che si sono accumulati nel corso del 1976. Il nuovo scatto dovrebbe portare nelle buste paga degli operai e degli impiegati aumenti mensili oscillanti tra le 8104 e le 9556 lire. Diciamo dovrebbe, perché resta da vedere ora se a beneficiare dell'incremento retributivo saranno tutti i lavoratori dipendenti, oppure soltanto quelli con redditi annui sotto i sei milioni, come stabilito dal decreto legge attualmente all'esame del Parlamento. In base a questo provvedimento, gli scatti della scala mobile sarebbero congelati del 50 per cento per la fascia di stipendi da 6 a 8 milioni annui e del 100 per cento oltre gli 8 milioni. Secondo la maggioranza degli osservatori, però, il blocco della contingenza dovrebbe entrare in vigore con lo scatto del febbraio 1977, poiché i 4 punti attuali si riferiscono ad un periodo (15 luglio 15 ottobre) antecedente il decreto. E poi, fanno ancora rilevare, il blocco è attualmente sotto il tiro incrociato di furenti polemiche che mettono in dubbio la sua conversione in legge. Non la pensa così, invece, la Confìndustria che questa sera suggerisce alle aziende di sospendere, accantonandone l'importo, l'effettiva erogazione dei 4 punti di aumento ai dipendenti con oltre 8 milioni annui di retribuzione (al lordo delle trattenute fiscali) e di ridurla alla metà per gli impiegati e gli operai con stipendi tra i 6 e gli 8 milioni. A quanto si dice, l'organizzazione degli industriali avrebbe chiesto nei giorni scorsi delucidazioni al governo sul decreto legge, senza ottenere alcuna risposta. Visto il silenzio, la Confìndustria sostiene di essersi trovata nella necessità di sug- gerire la sospensione che sarà limitata comunque « al periodo di assenza di istruzioni governative ». Immediata e dura la reazione dei sindacati, che giudicano l'iniziativa della Confìndustria una « vera e propria provocazione ». Innanzitutto perché, ha spiegato il segretario confederale della Cgil Mario Didò, « si tratta di un provvedimento preso unilateralmente e poi perché è assolutamente inaccettabile dai sindacati: e questo tanto più se si considera che una modifica di tale portata del meccanismo non può essere presa singolarmente; che per l'intera materia siamo in attesa Ci decisioni da parte del governo e del Parlamento; e che, infine, la Federazione unitaria ha assunto ufficialmente un atteggiamento nettamente contrario a qualunque mutamento della scala mobile ». Secondo il segretario nazionale dei metalmeccanici, l'atteggiamento degli industriali « drammatizza la situazione » e rischia « di aprire uno scontro immediato in fabbrica sul fronte salariale ». Più prudenti i commenti negli ambienti della Cisl, che si limitano a parlare di « eccesso di zelo » da parte della Confìndustria, tenendo anche conto che si è alla vigilia di una settimana determinante per un definitivo chiarimento sul problema della scala mobile. e. p.

Persone citate: Mario Didò

Luoghi citati: Roma