Risorge lo scandalo delle intercettazioni

Risorge lo scandalo delle intercettazioni Dormiva da circa 4 anni Risorge lo scandalo delle intercettazioni Roma, 5 novembre. I L'indagine sullo scandalo delle intercettazioni telefoniche ebbe, quattro anni or sono un avvio fulminante: furono arrestati alcuni investigatori privati (Tom Ponzi e Walter Beneforti, ad esempio) che poi ottennero la libertà provvisoria e da allora il fascicolo è finito in un cassetto a Palazzo di Giustizia. Dopo quattro anni, l'argomento è stato oggi al centro di un vertice giudiziario. Il problema è tornato d'attualità non soltanto per la decisione presa dal giudice istruttore Pizzuti di contestare l'accusa di peculato all'ex capo della polizia, Vicari, e all'ex capo dell'ufficio «affari riservati» presso il ministero dell'Interno, D'Amato, ma anche perché l'ex pretore Luciano Infelisi, ora sostituto procuratore della Repubblica, ha presentato una querela contro il settimanale Tempo. Infelisi ha assunto questa iniziativa contro un giornalista dal quale si ritiene diffamato ed ha chiesto, nello stesso tempo, alla procura della Repubblica di indagare su tutta la vicenda. Il settimanale ha pubblicato: 1) che Infensi, al tempo della prima indagine, aveva sequestrato una bobina con la registrazione di un colloquio «molto interessante» e che questo nastro è scomparso; 2) che il contenuto di questo nastro non è stato mai trascritto e che soltanto Infelisi e il suo segretario, Raffaele Gambella, carabiniere, erano a conoscenza di tale particolare; 3) che Infelisi è imputato per falso ideologico, avendo firmato il verbale di un interrogatorio compiuto invece dal suo segretario; 4) che il carabiniere Gambella, quando collaborava con Infensi, «versò ed incassò a più riprese assegni intestati a magistrati romani». La situazione diventa sempre più difficile: infatti, la querela di Infelisi sposterà il processo contro il settimanale Tempo da Roma, perché questo prevede la legge, mentre a Roma si continuerà ad andare avanti nella indaginebase sulle intercettazioni telefoniche. Poi si dice (ma siamo a livello di indiscrezioni) che funzionari del ministero dell'Interno o ufficiali della Guardia di Finanza potrebbero fare i nomi di uno o due ministri.

Luoghi citati: Roma