L'automobile non è più il mito del "superbolide,, da 200 all'ora di Claudio GiacchinoPaolo De Chiesa

L'automobile non è più il mito del "superbolide,, da 200 all'ora Pubblico partecipe e critico al Salone del Valentino L'automobile non è più il mito del "superbolide,, da 200 all'ora Grande folla tra gli stands della mostra internazionale, all'insegna dell'auto al servizio dell'uomo - Al centro dell'interesse soprattutto le piccole e medie cilindrate « L'auto al servizio dell'uomo ». Il conciso messaggio, slogan ispiratore del 56° Salone Internazionale di Torino, testimonia che 11 mito storico culturale delle quattroruote è In crisi e che ormai non ha più ragione d'essere. Le dure contingenze economiche stanno forgiando una nuova filosofia della macchina che gli organizzatori della mostra non hanno esitato a fare propria. L'ha recepita anche 11 pubblico? Il successo di folla registrato a Palazzo Esposizioni in questi primi giorni, superiore di gran lunga alle più rosee previsioni, dimostra che la vettura esercita sempre fascino enorme. Ma che tipo di fascino? L'equazione auto uguale « status symbol » sociale è ancora radicata nel visitatore oppure ha ceduto 11 passo, o almeno comincia a farlo, a un'ottica più consona alla realtà? Per cercare risposte abbiamo seguito la fiumana di gente che giovedì e ieri ha preso d'assalto la rassegna. La curiosità popolare setaccia tutti 1 padiglioni, senza distinzione di marche e nazionalità. Ma i comportamenti sono molto diversi. Attorno alle pedane che Imprigionano 1 « mostri » dal 12 milioni in su il serpentone umano si snoda senza però soffermarsi quasi mal. Un'occhiata al sofisticati abitacoli, alle suggestive carrozzerie aerodinamiche, ai complicati marchingegni meccanici, un'altra ai coni luminosi che informano delle velocità e cilindrate. Commenti standard: « Certo che con questa macchina torse st riesce a fare anche 100 chilometri con 20 mila lire di benzina », « chissà che legnata per bollo ed assicurazione ». Esclamazioni ammirate, mormorii scettici. « Boh, ma saranno ancora molti quelli che com- prano auto simili? » e via verso altri stands. Alla Ferrari, Maserati, Jaguar, Porsche, il ricambio di visitatori si mantiene su ritmi abbastanza rapidi, soltanto una fascia di pubblico giovanile presta maggiore attenzione, subissando di quesiti 1 tecnici. Il rettangolo della « Lancia Gamma » fa eccezione, 1 visitatori si accalcano attorno all'ultimo prodotto della gloriosa ca¬ sa torinese, sono animati da una attenzione non limitata soltanto all'estetica. L'esame sfiora la pignoleria, una pioggia di domande investe lo staff dei tecnici L'interesse sembra comunque dettato più che altro dal fatto che l'auto è una novità assoluta per Torino, parecchi si allontanano commentando « molto bella, ma con quel che costa troverà ben pochi acquirenti. Inol- a , o r e a i n tre, dovrebbe essere ridotta la cilindrata, oggi costruire un ?500 non ha più senso ». Ressa costante, invece, nei settori che ospitano le piccole e medie cilindrate: 11 pubblico si inoltra tra le vetture, vi rimane a lungo. Ispeziona tutto con la massima cura dei particolari, chiede ragguagli sul prezzo di listino, costi di uso e manutenzione, capacità del bagagliaio. Non si accontenta dei chiarimenti, vuole sperimentare l'ampiezza degli interni, la maneggevolezza del volante, la buona disposizione dei comandi. Numerosissime le famiglie che si infilano negli abitacoli uscendone dopo parecchi minuti; guardano e toccano dappertutto, si scambiano impressioni, lasciano libero il campo sollecitati da quelli che attendono il loro turno. In genere 11 « sopralluogo » dura un quarto d'ora. Nei recinti riservati alla Fiat, Renault, Citroen, Innocenti, Alfa', Volkswagen si vive in costante stato d'assedio, in certi momenti diventa un'impresa anche soltanto muoversi. « La gente — affermano i rappresentanti delle Case — si interessa alle nostre utilitarie, in genere si spinge a considerare i tipi equipaggiati con motori fino a 1300 di cilindrata. La domanda plU frequente? Quella sul consumo e sulla tassa di circolazione. Oggi, comunque, il pubblico, a differenza del passato dimostra maggior competenza e realismo. Fino a qualche anno fa accadeva uno strano fenomeno: erano considerati soltanto i modelli più raffinati, le utilitarie venivano snobbate. Buona parte del pubblico, specialmente di quella fetta che non poteva permettersi auto oltre la media, veniva al Salone soltanto per avvicinarsi ai coupé, agli spiders, alle berline di gran prezzo, gli stands diventavano luoghi dove sognare ad occhi aperti. Oggi il fenomeno si è rimpicciolito, è quasi scomparso, l'estetica ed i cofani ricchi di cavalli non godono più dell'antico prestigio. La gente pare badare al sodo, dall'andamento di questi primi giorni possiamo dire che la mostra del 1976 sarà la mostra della concretezza ». In ciascun padiglione decine di persone di ogni età e censo fanno eco alle dichiarazioni dei costruttori: « Coi tempi che corrono, con gli oneri fiscali che imperverseranno sugli automobilisti la macchina diventa più che mai un mezzo dt lavoro. Certo, la Ferrari attira sempre l'occhio, ma la mente è rivolta all'auto di discreta cilindrata, che non costi tanto, consumi in misura sopportabile, duri parecchio. Per fortuna di modelli simili qui ce ne sono a volontà, basta scegliere con acume secondo i propri bisogni. Oggi più che mai le maxi vetture da fior di milioni interessano pochi ricconi o incoscienti esibizionisti ». Parole confortanti, finalmente l'auto è giudicata per ciò che deve essere: un frutto della tecnica e del progresso al servizio dell'uomo. Claudio Giacchino Visitatori d'eccezione: Piero Gros, Gustavo Thoeni, Paolo De Chiesa e la Giordani

Persone citate: Gustavo Thoeni, Maserati, Piero Gros

Luoghi citati: Torino