Le banche hanno bloccato l'edilizia "convenzionata,,

Le banche hanno bloccato l'edilizia "convenzionata,, Fermi i cantieri, pericolo di licenziamenti Le banche hanno bloccato l'edilizia "convenzionata,, S'è fatta la legge, il governo ha emesso i primi decreti, ma il meccanismo per costruire case s'è arrestato agli sportelli che avrebbero dovuto erogare i finanziamenti Edilizia convenzionata, che fine ha fatto? Se n'è tanto parlato e scritto nel '75, al momento del varo ufficiale di questa formula che sembrava potesse rappresentare il toccasana per un settore sull'orlo del tracollo, l'Invenzione finalmente in grado di garantire una casa confortevole, a prezzo equo, a chi non avrebbe mai potuto acquistarla alle condizioni del mercato libero. Non ne è venuto fuori ancora nulla o quasi. Il meccanismo che doveva mettere in moto miliardi e cantieri, produrre abitazioni per i ceti meno abbienti e dare lavoro a operai minacciati dalla disoccupazione si è inceppato poco dopo la partenza. Perché? La risposta non è semplice, anche se costruttori, cooperative edilizie, lavoratori e cittadini che speravano d'avere una casa nello spazio di un anno o due Individuano concordemente nel ritardi del finanziamenti la mancanza del frutto promesso dall'edilizia convenzionata. E cosi oggi In Piemonte non si sa quando potranno essere pronti i 4 mila alloggi (circa 15 mila vani) che le prime Iniziative varate avrebbero dovuto realizzare fra il '76 e 11 '77. E nemmeno a che prezzo, perché è chiaro che nel frattempo i costi si moltipllcano e possono raggiungere livelli tali da vanificare le speranze d'un piccolo risparmiatore. Ma che cos'è esattamente l'edilizia convenzionata? Possiamo definirla uno strumento che consente all'Imprenditore privato o alle cooperative fra cittadini di utilizzare le aree della 167, cioè quelle zone destinate dal Comuni all'edilizia economica e popolare. Prima di occuparle e cominciare 1 lavori, costruttori e amministratori locali devono raggiungere un accordo, stabilire procedure e tipologie, definire 1 prezzi di vendita e d'affitto. Stipulare, cioè, una convenzione in cui si tenga conto che si costruisce per lavoratori e che si utilizzano aree acquistate a prezzo politico, cioè a un prezzo che deve condizionare l'Intero costo finale. Chi voglia acquistare un alloggio non deve avere un reddito annuo superiore agli 8 milioni né possedere un'altra abitazione. Lo Stato interviene nell'operazione dimezzando 11 costo del mutuo. Questo il meccanismo base. Imprenditori, sindacati, lavoratori, forze politiche, cittadini lo avevano accolto con favore. E' — si diceva — l'ancora di salvezza per l'edilizia che dopo gli anni del boom sta pagando lo scotto di una crescita disordinata delle città e dello sfruttamento incontrollato del suolo. Finalmente — si affermava — si potevano programmare interventi a favore di lar¬ ghi strati della popolazione a basso reddito. Fiducia e un po' di ottimismo. Il governo sembra confermarli: vara due provvedimenti d'urgenza, prima la legge 166 nell'agosto del '75, poi la 492 qualche mese più tardi. Prevedono la concessione di centinaia e centinaia di miliardi in tutta Italia. Il Piemonte ne riceve più di cento, 53 e 300 milioni per le cooperative individuali o indivise, 52 e mezzo per le imprese private. Utilizzandoli subito si può produrre a prezzi che si aggirano intorno alle 230 mila lire 11 metro quadro, un prezzo che non ha confronto con le quotazioni raggiunte dall'edilizia Ubera. Si mettono in moto le procedure per avviare i finanziamenti. Intervengono i singoli Comuni e la Regione, le banche deliberano la concessione del mutui, il ministero competente — sia pure con difficoltà — evita di essere travolto dalle montagne di documentazioni che piovono da tutta Italia ed emana i primi decreti per la concessione ufficiale del contributi. Questo atto si registra a giugno. Ma a ottobre non s'è vista ancora una lira. Le ban¬ che non hanno perfezionato le pratiche di loro competenza, non hanno predisposto i contratti condizionati e non sganciano 11 denaro. Nel frattempo 11 costo della lira è quasi raddoppiato, si passa dal 10-12 per cento di quando è cominciata la complessa operazione all'attuale 20-21 per cento. E' a questo punto che l'intero meccanismo si blocca. I cantieri, le cooperative, i privati entrano In crisi. I lavori che per 11 90 per cento s'erano iniziati in febbraio (come fissato dalla legge) vengono sospesi intorno al 30-35 per cento dell'esecuzione. Gli imprenditori fino a un certo punto pagano di tasca propria; poi chiudono in attesa del finanziamento. Stanno peggio le cooperative che si finanziano con l'Intervento dei soci. C'è gente che ha impegnato tutto, che calcolava di spendere fino a un massimo di 10-11 milioni su un totale di 22-23 (tale il prezzo di massima previsto alla nascita del convenzionamenti) e che ora teme di non poter affrontare i rincari che 1 ritardi delle banche lasciano intuire. C'è tutta una lunga serie di conseguenze concatenate che rischiano di bruciare i vantaggi possibili per l'edilizia. Le imprese sono di nuovo ferme, molti lavoratori rischiano 11 licenziamento; 11 fabbisogno urgente di case non trova quella risposta che solo la scorsa primavera pareva imminente. Al Piemonte viene a mancare quell'incentivo che sembrava poter garantire un po' di respiro a un settore in gravi difficoltà. Da qui l'allarme gridato da costruttori e lavoratori perché riprenda a funzionare con sicurezza il meccanismo che sulla carta garantiva occupazione e case. 1 MILIONI STANZIATI Province A imprese A cooperat. ' A cooperat. Indlvlse Individual! Torino .... 26.065 18.304 6.100 Alessandria . . 6.145 1.946 3.278 Asti 2.943 2.314 927 Cuneo .... 7.164 | 4.680 2.255 Novara .... 5.501 2.100 3.481 Vercelli . . . 4.667 3.670 1.270

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