Nessun nazionalismo in tv
Nessun nazionalismo in tv IL DIBATTITO SULLA LIBERTÀ D'ANTENNA Nessun nazionalismo in tv Evidentemente, nel mio articolo a difesa del monopolio statale dell'etere, non sono stato chiaro, o almeno completo. Altrimenti non sarebbe insorto un equivoco così grossolano con un amico la cui perspicacia è da tutti conosciuta, Alessandro Passerin dTCntrèves, che mi ha accusato, nel numero del 2 u. s., di voler « impedire alla Svizzera di parlarci », e questo per essermi dichiarato d'accordo con Raniero La Valle nel concedere ripetitori radiotelevisivi ai soli programmi esteri che emettono in lingua diversa da quella italiana. In effetti, il mio errore è stato quello di richiamare il passo di La Valle senza avere precisato che il mio accordo con lui non era totale. Avrei potuto forse meglio richiamare il pensiero di altri (come quello di Emanuele Santoro) più vicino al mio. Comunque, la mia adesione al pensiero di La Valle era strettamente collegata a quanto dicevo subito prima e subito dopo la frase rimproveratami. La mia proposta, infatti, era specificamente motivata: a) col richiamo all'articolo 38 della Legge di riforma, che permette l'autorizzazione di ripetitori solo a patto « che ! non risultino costituiti allo scopo di diffondere i programmi nel territorio italiano »; b) con una precisazione successiva, che è la seguente: « In buona sostanza, il programma in italiano che arriva da una stazione estera le cui normali trasmissioni sono in lingua diversa da quella italiana deve presumersi senza fallo ricadente nel divieto di cui al citato articolo 38 ». Al Passerin non è sfuggita questa seconda considerazione: ma, non so perché, l'ha ricordata solo alla fine del suo articolo, e senza collegarla con l'affermazione censurata, di cui viceversa costituiva la motivazione. Ora, che vuol dire questo discorso? Che, secondo me, le trasmittenti estere hanno diritto a chiedere ripetitori italiani solo per trasmettere nella lingua del loro Paese: se questa è l'italiano, le trasmittenti hanno diritto a chiedere ripetitori perché diffondano nel nostro territorio il loro programma nella loro lingua, che è l'italiano. Cade, infatti, in questo caso la pre sunzione che nasce dall'arti colo 38; l'organismo estero non risulta costituito allo scopo di diffondere i programmi nel nostro territorio; e così sia la Svizzera italiana sia, per ipotesi, la Repubblica di San Marino e lo Stato della Città del Vaticano avranno diritto a chiedere e a ottenere ripetitori. Del resto, lo stesso Raniero La Valle, insieme con gli altri senatori della sinistra indipendente, ha aggiustato il tiro al Senato, quando il gruppo ha presentato una mozione che impegna il governo, oltre che a prendere misure efficaci per assicurare il rispetto dell'art. 38, anche a subordinare le autorizzazioni ai ripetitori di programmi stranieri al fatto che si tratti di programmi di organismi televisivi .stranieri « regolarmente irradiati dalle reti del Paese di origine, in una delle lingue ufficiali del Paese stesso ». (Bisognerà poi tornare su questa mozione che, oltre ad occuparsi dei ripetitori, formula un'interessante proposta di costituzione « di una autorità collegiale, nominata dal Parlamento e dalle Regioni con compiti di autorizzazione, vigilanza e garanzia » avente la competenza sulle trasmissioni locali). Chiarito l'equivoco, mi sembra che null'altro debba aggiungere: se non — scusandomi con i lettori perché indulgo un attimo ad un «fatto personale » — che mi duole assai la qualifica, attribuita al mio atteggiamento, di « nazionalismo della più bell'acqua », o, peggio, di adesione a una teoria analoga a quella nazista secondo cui tutti i Volksdeutsche dovevano essere inclusi nel Terzo Reich. Forse la foga ha fatto dimenticare a Passerin una mia modesta testimonianza che — senza soluzione di continuità — parte dal fascismo e giunge intatta ai giorni d'oggi; nei quali occorre non dimenticare che la nostra democrazia rischia di essere consegnata, legata mani e piedi, ai più pericolosi «concentrazionisti» di testate di quotidiani, e ora anche di emittenti radiotelevisive private, o pseudo estere. Paolo Barile
Persone citate: Alessandro Passerin, Emanuele Santoro, La Valle, Paolo Barile, Passerin, Raniero La Valle
Luoghi citati: Città Del Vaticano, San Marino, Svizzera
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