Il Macbeth della Scala di Massimo Mila

Il Macbeth della Scala LE NOVITÀ DISCOGRAFICHE Il Macbeth della Scala VERDI: - Macbeth ». Shlrley Verrett, Piero Cappuccini, Placido Domingo, Nicolai Ghlaurov. Coro e Orchestra del Teatro alla Scala. Claudio Abbado. Deutsche Grammophon 3 IP stereo 2709 062 (dischi 2530 684/6]. E' lo spettacolo della Scala che ha ottenuto recentemente una consacrazione mondiale a Washington. Nell'incisione non perde nulla della sua perfezione musicale, anzi, si vorrebbe dire che ci guadagna. Al riparo dagli imponderabili che possono sempre compromettere questo o quel particolare d'una rappresentazione In palcoscenico, l'esecuzione musicale può definirsi senza esagerazione perfetta, rifinita com'è in un'ineccepibile presa di suono. Meglio che In teatro si colgono qui le sfumature della recitazione dei maggiori interpreti: l'intelligenza musicale e drammatica di Cappuccini, la finezza di certi ■ quasi parlando > al quali sa benissimo piegarsi anche la voce gloriosa di Shirley Verrett. Alle parti di tenore e di basso Verdi non impose le rinunce vocali che esigeva dal due protagonisti In nome della verità drammatica, sicché Domingo e Ghlaurov possono sfoggiare tutte le loro risorse, e l'aria di Macduff nell'ultimo atto riceve un rilievo Inusitato. L'orchestra della Scala e il coro, istruito da Romano Gandolfi, sono di rango veramente mondiale: sotto la direzione di Claudio Ab- bado tutti suonano e cantano in modo superbo. Ma è un suonar bene che non si esaurisce nel mero fatto acustico: è un suonar bene nel quale I! direttore compendia i risultati d'un'approfondita meditazione critica sui valori drammatici e musicali, in una parola, sullo stile di quest'opera verdiana, a modo suo unica ed eccezionale. Un'incisione memorabile, che fa onore alla Scala e che arricchisce il prestigioso catalogo della Deutsche Grammophon d'una gemma senza uguali. Peccato che del due errori perpetrati nell'esecuzione teatrale soltanto uno, Il minore, venga co; retto in sede di' scografica: la lettura della lettera di Macbeth nel primo atto viene saggiamente restituita alla voce femminile, mentre in teatro il voclone di Macbeth amplificato dall'altoparlante vi fa sempre sobbalzare di sorpresa. Purtroppo, Invece, è conservato il maggiore, macroscopico errore, cioè il ripristino forzoso, nel finale, dell'aria del pentimento di Macbeth, • Mal per me, che m'affidai ». Verdi l'aveva consapevolmente soppressa nell'edizione parigina del 1865 (quella, naturalmente, qui seguita), e la sua Intrusione spezza malamente la limpida linea evolutiva del peana corale con cui Verdi l'ha sostituita allo scopo di Insediare il nuovo e vero protagonista del dramma — il popolo di Scozia liberato — mentre II tiranno viene consegnato con disprezzo al nulla che gli compete. Il bello è che In uno dei numerosi testi critici forniti in un ricco opuscolo illustrato (insieme col libretto in quattro lingue) vengono egregiamente spiegate le ragioni che mossero Verdi alla soppressione dell'aria, ma poi si assicura, con candida incongruenza, che per II suo ripristino in questa edizione « la nuova chiusa non perde nulla della sua efficacia ». Il che è quanto dire che Verdi di teatro non se n'intendeva! E nemmeno Shakespeare, Il quale fa sparire Macbeth in combattimento, senza concedergli l'onore convenzionale di nessuna • tirata » finale. Massimo Mila Placido Domingo

Luoghi citati: Scozia, Washington