Non sono ancora fuori

Non sono ancora fuori Anche se per i granata il compito è disperato Non sono ancora fuori (Dal nostro Inviato speciale) Dusseldorf, 2 novembre. « // Torino non è una squadra Italiana, è una squadra nuova »: cosi Udo Lattek ha definito gli avversari di domani sera al Rhelnstadlon (70 mila posti, previsto un incasso superiore ai 400 milioni di lire, davvero povere al cospetto del marco) per il ritorno degli « ottavi » di Coppa dei Campioni. Il vantaggio di due a uno nell'andata non ha montato la testa a nessuno: Il credito che godono i granata è addirittura superiore alle valutazioni sul match del giornalisti italiani al seguito. Il fatto è che noi siamo abituati — abituati dal nostro football, sia chiaro — a dare ancora un forte peso al fattore campo, alle assenze, alle condizioni ambientali. Il calcio tedesco dei grandi clubs, che da tempo vivono in chiave europea, ha superato invece questi modi di pensare. Per cui il Torino, che nel secondo tempo al Comunale ha messo alle corde il Borussia con una prova di vitalità che ha colpito Lattek, è atteso con circospezione e rispetto. Anche se si ammette che Il vantaggio acquisito In trasferta agevola I campioni di Germania, i quali non dovendo recuperare non dovranno gettarsi allo sbaraglio scoprendo la difesa, ma potranno anche accontentarsi di amministrare la gara. Gigi Radice, • il tedesco », non fatica a trovarsi a suo agio in un certo tipo di discorso. Non accampa scuse, non parla di chi manca, semmai dice di Zaccarelll che tentenna: « // ragazzo a volte non ha ancora la misura esatta nella percezione del male », ed è come dire che lui cercherà di metterlo In campo, se soltanto il provino di domattina conforterà un poco. Poi II trainar granata parla del gioco, della partita: « Mozzini su Heynckes che dicono abbia il menisco ma fa un sacco di gol, Santln e Danova sulle ali e vedremo come. Il resto normale. Se ciascuno fa la sua gara come sa e come può, slamo In grado di tentare qualcosa. Vista la loro situazione, con il due a uno a Torino, può darsi tocchi a noi II compito di forzare II ritmo. Non ci tireremo Indietro. Il tentativo non solo dobbiamo farlo, ma vogliamo farlo. Certo, nessuno deve cedere: perdere un confronto diretto vorrebbe dire sbilanciare tutta la squadra. Prevediamo una partita dura, ma questo clima ci place. E mi place come la squadra si muove e si carica In queste vigilie ». — Se non dovesse giocare Zaccarelll? « Allora Gorln con il numero quattro e Salvador! con II dieci, cambiando il meno possibile gli schemi. Garritano? Sarà la partita a darmi indicazioni ». Non c'è comunque alternativa con Pulici, stavolta. • Pupi sta bene e gioca — dice Radice —, // malanno è passato, lui è di nuovo convinto delle sue possibilità ». Ed il goleador ribatte: « Dobbiamo scordarci l'andata, batterci con la massima concentrazione. Cerchiamo almeno di far vedere anche qui cosa valga il Toro », Santin ricorda che due anni fa, proprio a Dusseldorf, contro II Fortuna, venne espulso nel secondo tempo, e che rientra In campo internazionale sullo stesso terreno, dopo avere scontato I tre turni di squalifica: « Allora presero di mira me per calmare gli animi, ora cerco una rivincita sul piano del gioco. Adesso, pur acciaccato, Il Torino è un'altra cosa ». Stamane sul campo di allenamento del Rheinstadlon (lo stesso dove domattina si « scontreranno » giornalisti italiani e tedeschi) il Torino ha dato una dimostrazione di salute e di allegria confortante. Sotto un cielo prima limpidissimo e poi nuvoloso, con il terreno battuto da un forte vento, Castellini e colleghi hanno lavorato per un'ora e mezzo: corse, palleggi, tiri e scatti. Hanno anche organizzato uno scherzo al massaggiatore, in una mischia Graziarli è stramazzato a terra fra i gesti disperati dei compagni. Ci siamo cascati anche noi ai bordi del terreno, ma II Torino sa anche scherzare sui suol guai. I giornalisti tedeschi hanno chiesto a Radice che cosa pensa del gioco duro, degl'Incidenti, visto che anche In Germania il problema è attualissimo. Gigi ha ribattuto la sua tesi, che dà una di¬ mensione semplice e pratica alle fantasie di molti: « Giochiamo ad un ritmo più alto, ci prepariamo di più, ma ci sono elementi che trovano difficoltà ad accelerare i tempi di reazione, a migliorare I loro riflessi. Così se un terzino cerca la palla ma, a ritmi troppo elevati per lui, ti becca la caviglia, ecco l'Infortunio. Lui non ha colpe, è solo Inadatto al calcio moderno ». I colleghi di Dusseldorf annuiscono, anche per loro è cosi, magari si stupiscono un poco nel sentire questo allenatore Italiano che non inserisce mai nel discorso la parola • sfortuna », oppure « fatalità ». Cosi, in un'atmosfera concentrata ma senza drammi, Il Torino aspetta il secondo confronto con una delle squadre migliori d'Europa, se non la migliore del momento per equilibrio tra i reparti e doti del singoli. Il presidente Pianelll dice che qui non servono scaramanzie, informa di aver lasciato a casa l'abito a righe dello scudetto: • Qui conta solo fargli due pappine a zero, oppure andar fuori dalla Coppa ». Nel pomeriggio ha ripreso a piovere fra sprazzi di sole, ma non fa molto freddo. Castellini teme un poco gli scherzi del vento, è forse l'unico a non riuscire a vincere un'emotività per cosi dire « di nascita ». Se II Torino ha ragionevolmente un ristretto margine di probabilità di passare il turno, c'è la convinzione che disputerà una buona gara. Non sarebbe poco; il nostro football ha bisogno di gente che lo aluti a cambiare mentalità. Bruno Perucca

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