A17 anni Albert Spaggiari tentò di entrare nella banda Giuliano

A17 anni Albert Spaggiari tentò di entrare nella banda Giuliano Il passato del capo fascista della "gang delle fogne,, A17 anni Albert Spaggiari tentò di entrare nella banda Giuliano Emergenza a Nizza: un dispositivo d'allarme ha fatto temere l'assalto ad una banca del centro (Dal nostro inviato speciale) Nizza, 1 novembre. Per un paio di ore, a mezzogiorno, il centro di Nizza ha assunto l'aspetto di una città in stato d'assedio. Poliziotti e gendarmi in perfetto assetto di guerra sui tetti, lungo le strade, nelle fogne. Un congegno elettronico disposto nella camera blindata della Société Marseilleuse de Crédit in Boulevard Dubouchage trasmetteva strani rumori alla centrale di polizia. C'era da temere un assalto banditesco alle cassette di sicurezza della banca, forse identico a quello del luglio scorso alla Société Generale poco distante dal luogo dell'allarme odieno. In pochi minuti la succursale della banca marsigliese è stata circondata dalla polizia; agenti si sono appostati sui tetti delle case circostanti, altri sono scesi nelle fogne e tutte le strade d'accesso alla zona sono state bloccate. Sul posto sono intervenuti anche Richard Bouazis, il giudice istruttore che sta indagando sul colpo da sette miliardi effettuato dalla banda di Alberi Spaggiari e l'avvocato difensore dell'ex fotografo nizzardo Jacques Peyrat, mentre numerosi clienti della banca, preoccupati per i loro depositi, intasavano le vie vicine. Un falso allarme. Evidentemente il microfono spia, sensibilissimo, aveva subito un leggero guasto trasmettendo dei rumori che hanno fatto scattare il dispositivo d'emergenza. A parte questa parentesi nell'ora di pranzo, quella di oggi è stata la prima giornata senza grandi novità sulla banda Spaggiari. La festa di Ognissanti ha imposto una battuta d'arresto, ma da domani gli interrogatori dell'estremista di destra nizzardo riprenderanno con nuova lena A Nizza c'è chi comincia a dubitare del movente politico per il colpo della banda delle fogne. Albert Spaggiari, si dice, avrebbe invocato la matrice idealista affermando di aver versato tutta la sua parte di bottino all'organizzazione «La catena» che assiste i neofascisti perseguiti dalla giustizia, per sviare gli inquirenti e potersi godere, una volta scontata la pena che potrebbe anche ridursi a cinque anni, il malloppo rastrellato nelle cassette di sicurezza. E' un'ipotesi, però, che la stessa polizia dimostra di tenere in scarsa considerazione. Spaggiari ha dei precedenti troppo chiari per dubitare delle sue affermazioni. Appena diciassettenne, si recò in Sicilia nel tentativo di entrare a far parte della banda di Salvatore Giuliano. Rimpatriato dai nostri carabinieri, poco dopo si arruolò tra i paracadutisti partecipando alla guerra d'Indocina. E' in quel perìodo che viene condannato a quattro anni di lavori forzati per un regolamento di conti fra il suo reparto militare ed un altro. Chiuso il periodo tra i para, Albert Spaggiari rientra in Francia, ad Hyères, presso Tolone, dove vive la madre e nel novembre 1961, dopo aver aderito all'Oas. In casa sua, presso Vence, come già abbiamo riferito, sono stati trovati ritratti di Hitler, armi ed esplosivi. All'ingresso della proprietà c'è un cartello con su scritto: «Les oies sauvage», in cui la «o» reca la croce celtica e le «s» ricalcano fedelmente quelle del famigerato reparto nazista. Nessun dubbio dunque sulla matrice politica di Spaggiari. Quello che resta da scoprire è a chi fa capo «La catena», sotto quale aspetto si nasconde in Italia, nella zona di Torino, come continuano a sostenere gli investigatori francesi. Che un legame fra gli estremisti di casa nostra e quelli d'Oltralpe esista effettivamente è dimostrato dai frequenti contatti fra i rispettivi esponenti e il particolare della compiacente ospitalità che noti eversivi italiani, non ultimo dei quali Mario Tuti, hanno trovato e continuano a trovare sulla Costa Azzurra e nel Sud della Francia in generale. Si dice anche che il bottino della banda delle fogne sia stato di 70-80 milioni di franchi (circa 14 miliardi di lire) anziché dei quaranta di cui si è sempre parlato. Ma su tale argomento, sia la banca sia gli inquirenti non rilasciano dichiarazioni. Quello che non ci si riesce a spiegare è il motivo per cui Albert Spaggiari sia caduto nella rete della polizia quando aveva a sua disposizione almeno 24 ore per porsi in salvo. Infatti è stato arrestato mercoledì scorso, e martedì tutti i giornali francesi davano già notizia del fermo di una trentina di persone. A tale riguardo il difensore dell'estremista ha detto: «Ha commesso un errore che non posso rivelare». Forse si tratta di un errore di valutazione, si è fidato troppo dei complici. Il nome di Spaggiari, infatti, è stato fatto alla polizia da due malviventi comuni, Alain Bournat e Francis Pellegri, tra i primi a cadere nelle mani della giustizia. Sarebbero stati loro a chiamare in causa Spaggiari come il «cervello» del colpo alla Société Generale. L'ex fotografo si è lasciato così acciuffare docilmente, pensando probabilmente che nessuno lo avrebbe mai tradito. Nove persone a tutt'oggi sono in cella d'isolamento a Nizza. Mane/ano ancora almeno altrettanti partecipanti al furto di metà luglio, tra i quali gli estremisti amici di Spaggiari e due grossi nomi della malavita: Dominique Poggi, 50 anni, gestore di un bar ad Antibes, e Gaetano Zampa, detto «Tani», 43 anni, titolare di un ristorante a Marsiglia. Sia Zampa sia Poggi si sono resi latitanti e finora ogni ricerca è stata vana. La loro fuga è comunque fti conferma che fra l'estremismo nero e un certo settore della malavita esiste «na specie di collaborazione. Non a caso d'altronde il risto-rante che Zampa gestisce nella zona del Vieux Port a Marsiglia è frequentato da ex esponenti dell'Oas e da aderenti a «Force Nouvelle», l'organizzazione di estrema destra sorta dalle ceneri del disciolto «Ordre Nuoveau». Insomma, la malavita fornisce la manodopera specia- lizzata per la realizzazione delle rapine, ritira la propria parte di bottino ed il resto va ad impinguare le casse del- l'Internazionale nera. Un si-jstema che funziona in Fran- \eia e che aveva cominciato ad essere applicato anche in Italiti, come stava accertando il giudice romano Occorsio, che forse proprio per questo è stato eliminato. Vittorio Preve