La Spezia: l'industria in "lotta,, con il porto di Remo Lugli

La Spezia: l'industria in "lotta,, con il porto Contrasti sul piano regolatore La Spezia: l'industria in "lotta,, con il porto Secondo il nuovo assetto del territorio, lo scalo marittimo (con bacini e moli) allargherebbe la propria area: i cantieri navali ed altre imprese dovrebbero essere spostati e trasferiti (Dal nostro inviato speciale) La Spezia, 1 novembre. L'economia spezzina è basata su due pilastri principali: le attività portuali e la cantieristica navale. Il mare, ovviamente, fa da comune denominatore. Il porto ha bisogno di espansione, sono già in corso ampliamenti, altri sono progettati. Le variazioni più sostanziali sono contemplate nella revisione del piano regolatore del '59, che è attualmente in attesa di approvazione al ministero dei Lavori Pubblici. E', questa revisione, un pomo di discordia tra le due componenti citate, il porto e l'industria. LUnione industriali ha sempre contestato il progetto di revisione mentre lo si stava redigendo, inutilmente. Ora, prima che venga approvato, l'Unione leva un grido di allarme. Domattina il presidente, Guerriero Menicagli, convocherà i giornalisti per spiegare come stanno le cose e cercare di impedire la sopraffazione. L'industria navalmeccanica costituisce un centro integrato di riparazioni e costruzioni formato da 30 cantieri e 78 aziende specializzate, con un complesso di novemila dipendenti e un fatturato annuo di 170 miliardi; il secondo in Italia, dopo Genova. «Già a partire dal piano regolatore del '59 sino u quest'ultima revisione — dice il presidente Menicagli — al settore navalmeccanico non è stata riservata che una considerazione marginale. E dire che il nostro settore dal '46 al '75 ha avuto un incremento delle forse occupate pari al 902 per cento e il grande bacino di carenaggio, entrato in funzione l'anno scorso, ha avuto il più alto numero di giornate d'impiego rispetto a tutti gli altri bacini nel nostro Paese e numerose sono le iniziative industriali che attendono uno sbocco a mare per sviluppare, potenziare la loro attività. Queste previsioni di crescita sono tarpate dal nuovo progetto il quale addirittura comprometterà anche le iniziative già in atto». Ed ecco la causa di questa lagnanza. Secondo il nuovo piano regolatore revisionato, il porto commerciale verrebbe ad avere 4500 metri di banchine (ora sono 1650 e passeranno a 2500 con i lavori già in corso). La nuova area si ottiene facendo sloggiare cantieri navali e altre industrie del settore che vengono trasferiti su uno «sporgente», un molo da costruirsi, lungo 300 metri e con uno sviluppo di banchine di duemila metri. «Lo sporgente — commenta il dottor Tito Favi, direttore dell'Unione Industriali — è giusto di misura per il trasferimento delle aziende. E per gli sviluppi futuri? Ci prospettano di allargarci su un'area occupata dalla Marina militare. Come se fosse facile ottenere i terreni demaniali. Un assurdo. Senza contare che quel grosso molo chiamato "sporgente" è stato disegnato sulla carta, ma in pratica, molto probabilmente, è irrealizzabile perché viene ad intralciare, sia a Levante che a Ponente V operatività nelle banchine». L'Unione industriali è decisa a battersi perché il piano regolatore del porto venga rivisto per tener conto delle esigenze del settore cantieristico. Sta già attuando un programma di valorizzazione dell'industria navalmeccanica. In occasione della conferenza stampa di domani il presidente presenterà un volume di grande formato intitolato «La Spezia: centro integrato di riparazioni e costruzioni navali» nel quale sono illustrate con ampia documentazione tecnica, grafica, fotografica tutte le aziende. Il volume verrà inviato in tutto il mondo. «Siamo una forza produttiva di grande peso — dice Menicagli —. Non possiamo correre il rischio di veder danneggiati il nostro prestigio e la nostra potenzialità. I lunghi anni trascorsi senza una disciplina del territorio, senza un orientamento, hanno compromesso in modo grave aree che rappresentavano un'autentica ricchezza, strumenti essenziali per lo sviluppo futuro della nostra provincia. Non si può continuare a commettere errori. Chiediamo, come più volte fatto purtroppo inutilmente, che lo sviluppo delle due componenti, la portuale e l'industriale, avvenga in modo contestuale, armonico, tale da riequilibrare, non creare scompensi». Le richieste specifiche avanzate dall' Unione industriali comprendono l'accertamento da parte di una commissione di tecnici sulla fattibilità dello «sporgente» per l'industria; l'impegno a prevedere particolari provvidenze a favore delle imprese che devono effettuare lo spostamento per risarcirle, oltre che delle spese di trasferimento, dei rilevanti investimenti effettuati nelle attuali aree; l'accordo tra gli enti locali e la Marina militare sulla cessione dell'area che questa ora occupa, in modo di poter avere una sicurezza della disponibilità delle superfici destinate all'espansione della cantieristica. Remo Lugli

Persone citate: Guerriero Menicagli, Ponente V, Tito Favi

Luoghi citati: Genova, Italia, La Spezia