Sotto inchiesta la City tempio della finanza

Sotto inchiesta la City tempio della finanza LONDRA ALL'ATTACCO Sotto inchiesta la City tempio della finanza La notizia che il primo ministro britannico progetterebbe l'apertura di un'inchiesta ufficiale sulle attività della City è stata accolla senza eccessive emozioni. Si poteva prevedere che l'accenno all'« intrusione » di un governo socialista nel complesso meccanismo della finanza privata sarebbe bastato da solo a suscitare aspre reazioni. I primi commenti hanno invece sorpreso: se l'inchiesta responsabile, sorretta dall'autorità della commissione d'indagine nominata dal governo, riesce a ottenere risultati concreti, non può essere che benvenuta. Servirà a gettare le basi per una riforma costruttiva del sistema, sfatando nel contempo i miti e le leggende della « demonologia » che circonda da anni la City e ■le sue misteriose istituzioni di alta finanza. I motivi di una reazione così contenuta sono evidenti. La City è attualmente impegnata a difendersi a spada tratta dalla proposta avanzata dall'esecutivo nazionale del partito laborista di nazionalizzare le banche principali e le sette più grosse società di assicurazione. Il primo ministro Callaghan ha però dichiarato che tale intenzione potrebbe rivelarsi catastrofica in vista delle prossime elezioni; dovrebbe pertanto essere esclusa dalla piattaforma politica del partito. Ciò spiega perché l'annuncio di un'eventuale inchiesta sulla City sia stato interpretato come un gesto equilibratore. In altre parole, dicono gli esperti, il premier è il migliore giudice sul modo più adatto per fronteggiare le richieste dell'ala estremista del Labor Party. Si confida quindi che i lavori della commissione serviranno se non altro ad allar¬ gare il campo delle discussioni sull'utilità e i meriti della tesi favorevole alla nazionalizzazione degli istituti di credito. L'economia britannica — è un fatto risaputo — non si è comportata brillantemente nel corso degli ultimi anni, certamente peggio delle economie francese e tedesca. Ci si chiede dunque, visto che le principali istituzioni finanziarie francesi e tedesche si trovano in mano alla proprietà statale e comunale, se non sarebbe il caso per gli inglesi di avviare 10 stesso tipo di esperimento con banche e società di assicurazioni a carattere statale. Si potrebbe in questo modo dirottare i fondi verso l'industria manufatturiera. Esistono inoltre altri motivi che giustificano la scarsa opposizione all'idea di un'inchiesta sulla City. Il ricorso alla creazione di una commissione con il sigillo reale servirà indubbiamente a guadagnare tempo. D'altra parte la commissione reale resta l'espediente al quale ricorrere in caso di malcontento generale nel campo della spesa pubblica, e quando sussiste l'incertezza sui provvedimenti da adottare. Gli operatori della City debbono rendersi conto che, a torto o ragione, numerosi eventi degli ultimi anni hanno creato un clima diffuso di sfiducia. Non si tratta di riportare alla luce e chiarire gli aspetti nebulosi di qualche scandalo. Paradossalmente, le poche voci di scandali nel mondo della finanza londinese hanno dimostrato che 11 modello di condotta della City va migliorando di anno in anno. Londra, almeno come centro finanziario sia internazionale che domestico, è uno scrigno aperto più di qualsiasi altro complesso del genere fuori degli Stati Uniti. Le manipolazioni illecite scoperte nell'impero finanziario del defunto Sir Denys Lowso, ex Lord Mayor di Londra, sembrano appartenere ad un mondo lontano e dimenticato, una pagina nera della City di competenza del tribunale e non certamente di una commissione inquirente. Il disagio si basa piuttosto su questioni strutturali. La decadenza attuale si è rapidamente accentuata, altrettanto veloce è stata la caduta dell'intero settore bancario secondario di Londra. L'ampiezza di tutti i fallimenti ha implicato un'ampia azione di salvataggio coordinata dalla Banca d'Inghilterra. Finora non si è dibattuto abbastanza seriamente sui modi di condurre questo tipo di affari della City. La rivelazione che l'impero finanziario della Slater-Walker, per anni considerato esempio di solidità, facesse invece acqua da tutte le parti, non è stato che l'ultimo di una serie di episodi deplorevoli. A ciò va aggiunto l'acceso dibattito che investe attualmente il ruolo istituzionale della Banca d'Inghilterra, in equilibrio precario essendo allo stesso tempo banca centrale di tipo convenzionale e portavoce tradizionale del settore privato della City e dei suoi interessi. Molti si chiedono pertanto se non sia giunto il momento di rimettere in discussione i princìpi fondamentali sui quali la City si governa e si autodisciplina. Hugh Stephenson Sotto inchiesta la City tempio della finanza LONDRA ALL'ATTACCO Sotto inchiesta la City tempio della finanza La notizia che il primo ministro britannico progetterebbe l'apertura di un'inchiesta ufficiale sulle attività della City è stata accolla senza eccessive emozioni. Si poteva prevedere che l'accenno all'« intrusione » di un governo socialista nel complesso meccanismo della finanza privata sarebbe bastato da solo a suscitare aspre reazioni. I primi commenti hanno invece sorpreso: se l'inchiesta responsabile, sorretta dall'autorità della commissione d'indagine nominata dal governo, riesce a ottenere risultati concreti, non può essere che benvenuta. Servirà a gettare le basi per una riforma costruttiva del sistema, sfatando nel contempo i miti e le leggende della « demonologia » che circonda da anni la City e ■le sue misteriose istituzioni di alta finanza. I motivi di una reazione così contenuta sono evidenti. La City è attualmente impegnata a difendersi a spada tratta dalla proposta avanzata dall'esecutivo nazionale del partito laborista di nazionalizzare le banche principali e le sette più grosse società di assicurazione. Il primo ministro Callaghan ha però dichiarato che tale intenzione potrebbe rivelarsi catastrofica in vista delle prossime elezioni; dovrebbe pertanto essere esclusa dalla piattaforma politica del partito. Ciò spiega perché l'annuncio di un'eventuale inchiesta sulla City sia stato interpretato come un gesto equilibratore. In altre parole, dicono gli esperti, il premier è il migliore giudice sul modo più adatto per fronteggiare le richieste dell'ala estremista del Labor Party. Si confida quindi che i lavori della commissione serviranno se non altro ad allar¬ gare il campo delle discussioni sull'utilità e i meriti della tesi favorevole alla nazionalizzazione degli istituti di credito. L'economia britannica — è un fatto risaputo — non si è comportata brillantemente nel corso degli ultimi anni, certamente peggio delle economie francese e tedesca. Ci si chiede dunque, visto che le principali istituzioni finanziarie francesi e tedesche si trovano in mano alla proprietà statale e comunale, se non sarebbe il caso per gli inglesi di avviare 10 stesso tipo di esperimento con banche e società di assicurazioni a carattere statale. Si potrebbe in questo modo dirottare i fondi verso l'industria manufatturiera. Esistono inoltre altri motivi che giustificano la scarsa opposizione all'idea di un'inchiesta sulla City. Il ricorso alla creazione di una commissione con il sigillo reale servirà indubbiamente a guadagnare tempo. D'altra parte la commissione reale resta l'espediente al quale ricorrere in caso di malcontento generale nel campo della spesa pubblica, e quando sussiste l'incertezza sui provvedimenti da adottare. Gli operatori della City debbono rendersi conto che, a torto o ragione, numerosi eventi degli ultimi anni hanno creato un clima diffuso di sfiducia. Non si tratta di riportare alla luce e chiarire gli aspetti nebulosi di qualche scandalo. Paradossalmente, le poche voci di scandali nel mondo della finanza londinese hanno dimostrato che 11 modello di condotta della City va migliorando di anno in anno. Londra, almeno come centro finanziario sia internazionale che domestico, è uno scrigno aperto più di qualsiasi altro complesso del genere fuori degli Stati Uniti. Le manipolazioni illecite scoperte nell'impero finanziario del defunto Sir Denys Lowso, ex Lord Mayor di Londra, sembrano appartenere ad un mondo lontano e dimenticato, una pagina nera della City di competenza del tribunale e non certamente di una commissione inquirente. Il disagio si basa piuttosto su questioni strutturali. La decadenza attuale si è rapidamente accentuata, altrettanto veloce è stata la caduta dell'intero settore bancario secondario di Londra. L'ampiezza di tutti i fallimenti ha implicato un'ampia azione di salvataggio coordinata dalla Banca d'Inghilterra. Finora non si è dibattuto abbastanza seriamente sui modi di condurre questo tipo di affari della City. La rivelazione che l'impero finanziario della Slater-Walker, per anni considerato esempio di solidità, facesse invece acqua da tutte le parti, non è stato che l'ultimo di una serie di episodi deplorevoli. A ciò va aggiunto l'acceso dibattito che investe attualmente il ruolo istituzionale della Banca d'Inghilterra, in equilibrio precario essendo allo stesso tempo banca centrale di tipo convenzionale e portavoce tradizionale del settore privato della City e dei suoi interessi. Molti si chiedono pertanto se non sia giunto il momento di rimettere in discussione i princìpi fondamentali sui quali la City si governa e si autodisciplina. Hugh Stephenson

Persone citate: Callaghan, Denys Lowso, Hugh Stephenson, Lord Mayor, Slater

Luoghi citati: Londra, Stati Uniti