I tassi di interesse sono un guazzabuglio comunitario

I tassi di interesse sono un guazzabuglio comunitario DIFFERENZE SCONCERTANTI TRA I PAESI I tassi di interesse sono un guazzabuglio comunitario Se esiste una Comunità europea, non è certamente quella dei tassi d'interesse. Vi sono differenze veramente sconcertanti tra i diversi Paesi: dal 5% al 22% per i tempi brevi. La « carta geografica » dei tassi coincide esattamente con quella dell'inflazione in Europa ed indica fedelmente Io stato di salute delle monete. Per chi deve prendere a prestito denaro a breve o a medio termine essa fa sapere chiaramente in quale « cerchio » ci si trova ad agire: il « paradiso » sono la Germania Federale e la Svizzera; il « purgatorio » è collocato in Francia, in Olanda, in Gran Bretagna e in Belgio; l'« inferno » è in Italia, dove gli operatori economici non si raccapezzano più. Profondamente divisa su questo punto come su tanti altri, l'Europa si ritrova unita a Londra nel mercato degli euro-dollari, dove le imprese nazionali che ne hanno la possibilità e le imprese multinazionali vengono a cercare ciò che loro manca. L'esame della situazione nei differenti Paesi consente di constatare in quale misura le possibilità di finanziamento sono differenti. Germania Federale E' il Paese dove le imprese trovano le condizioni migliori, anche in rapporto alla Svizzera, che è per tradizione leggermente più cara. Un tasso d'inflazione moderato, una moneta più che robusta, un'abbondanza di capitali attirati proprio dalla solidità monetaria, tutti questi elementi sono riuniti per mantenere il livello del tasso d'interesse molto basso. Affiorano tuttavia alcune inquietudini: se, subito dopo le elezioni, la specula¬ zione su una rivalutazione del marco provocasse un affiuso troppo massiccio di capitali, la Bundesbank potrebbe irrigidire un po' la sua politica, cosa che determinerebbe una certa tensione, d'altra parte pronosticata dagli istituti di previsione, come il « Fores research » a Londra. Svizzera Con un tasso d'inflazione dell'uno per cento e una meritata fama di sicurezza, è il paradiso per quanti hanno capitali liquidi, la cui abbondanza riduce praticamente a niente (0,5%) il tasso del denaro corrente tra le banche. Queste, tuttavia, non mescolano affari interni ed esterni dato che, con un tasso base del 6 e mezzo od anche del 6 e tre quarti per cento, fatturano lo scoperto con il 7 e mezzo o il 7 e tre quarti per cento. Paradossalmente è meno caro un prestito a lungo termine del 6%, ma il mercato finanziario svizzero esige firme di assoluta garanzia. Francia Con la Francia le cose cominciano evidentemente a guastarsi. I danni dell'inflazione indeboliscono la moneta, che deve essere difesa con il rialzo dei tassi, a meno che non s'intenda e si possa intervenire direttamente sui mercati dei cambi. Con un tasso bancario che è stato portato al 9,60%, occorrerà pagare al minimo l'I 1,50% per ottenere un prestito senza garanzia e sovente anche più. Nel 1974 il tasso-base era giunto al più alto livello della storia economica francese con il 12,40%, poi nel dicembre '75 è ridisceso all'8,60%. La risalita è ripresa con l'inizio dell'anno in corso, e la regolamentazione quantitativa del credito si è irrigidita, cosa che induce le grandi imprese e gli esportatori a contrarre prestiti all'estero « fuori quota ». Olanda e Belgio La ripresa dell'inflazione e le forti manovre speculative sulle monete del Benelux, particolarmente sul franco belga, hanno costretto le autorità dei due Paesi a rialzare fortemente il tasso di sconto e quello del mercato monetario; ciò che ha portato ad una forte tensione dei tassi interni. Soprattutto in Olanda la facilità del mercato finanziario verso l'estero ha convinto le autorità a usare in modo più severo l'arma dei tassi per sostenere le monete, in specie il fiorino. Gran Bretagna Data la nuova caduta della sterlina, la Banca d'Inghilterra è stata costretta una volta ancora a rialzare il tasso-base, il M.L.R. (minimum lending rate) che con il 13% raggiunge la vetta della piramide europea. 11 tasso delle banche è salito al 12%, che per lo scoperto raggiunge il 14%; il medio termine è stato sostituito da un credito a sei mesi rinnovabile. Italia Quando i banchieri internazionali discutono dei tassi praticati in Italia, levano le braccia al cielo: dal 18 al 22% per lo scoperto, posto che si abbia la fortuna di trovare il denaro. Circa il medio termine, è meglio non parlarne neppure. Il lasso di base delle banche è salito fino al 20%, e nell'attuale incertezza circa i progetti del governo il settore è dominato da una completa anarchia. Fortunatamente per l'Europa, il mercato degli eurodollari ha le più ampie potenzialità, sia a Londra, sia nelle filiali delle banche americane. Due le condizioni per esservi ammessi: avere uno «spazio» abbastanza importante, o disporre di garanzie in monete pregiate. I primi clienti sono naturalmente le multinazionali, che pianificano la gamma delle loro necessità tra le loro diverse filiali europee. Seguono gli esportatori, ai quali vanno le anticipazioni sui loro contratti, o i più forti gruppi nazionali pubblici o privati. I crediti vengono ottenuti sia sotto forma di specifiche operazioni, sia sotto forma di eurocrediti con l'appoggio di un sindacato di banche quando gli importi sono più elevati, sia sotto forma di emissioni di euro-obbligazioni a lungo termine che hanno un mercato mollo attivo. Per i tempi brevi la regola è l'aggancio al tasso interbancario a sei mesi sulla piazza di Londra, che è attualmente del 6% con uno scarto in alto (spread) dall'uno al due per cento a seconda della qualità e della solvibilità del cliente. Francois Renard I tassi di interesse sono un guazzabuglio comunitario DIFFERENZE SCONCERTANTI TRA I PAESI I tassi di interesse sono un guazzabuglio comunitario Se esiste una Comunità europea, non è certamente quella dei tassi d'interesse. Vi sono differenze veramente sconcertanti tra i diversi Paesi: dal 5% al 22% per i tempi brevi. La « carta geografica » dei tassi coincide esattamente con quella dell'inflazione in Europa ed indica fedelmente Io stato di salute delle monete. Per chi deve prendere a prestito denaro a breve o a medio termine essa fa sapere chiaramente in quale « cerchio » ci si trova ad agire: il « paradiso » sono la Germania Federale e la Svizzera; il « purgatorio » è collocato in Francia, in Olanda, in Gran Bretagna e in Belgio; l'« inferno » è in Italia, dove gli operatori economici non si raccapezzano più. Profondamente divisa su questo punto come su tanti altri, l'Europa si ritrova unita a Londra nel mercato degli euro-dollari, dove le imprese nazionali che ne hanno la possibilità e le imprese multinazionali vengono a cercare ciò che loro manca. L'esame della situazione nei differenti Paesi consente di constatare in quale misura le possibilità di finanziamento sono differenti. Germania Federale E' il Paese dove le imprese trovano le condizioni migliori, anche in rapporto alla Svizzera, che è per tradizione leggermente più cara. Un tasso d'inflazione moderato, una moneta più che robusta, un'abbondanza di capitali attirati proprio dalla solidità monetaria, tutti questi elementi sono riuniti per mantenere il livello del tasso d'interesse molto basso. Affiorano tuttavia alcune inquietudini: se, subito dopo le elezioni, la specula¬ zione su una rivalutazione del marco provocasse un affiuso troppo massiccio di capitali, la Bundesbank potrebbe irrigidire un po' la sua politica, cosa che determinerebbe una certa tensione, d'altra parte pronosticata dagli istituti di previsione, come il « Fores research » a Londra. Svizzera Con un tasso d'inflazione dell'uno per cento e una meritata fama di sicurezza, è il paradiso per quanti hanno capitali liquidi, la cui abbondanza riduce praticamente a niente (0,5%) il tasso del denaro corrente tra le banche. Queste, tuttavia, non mescolano affari interni ed esterni dato che, con un tasso base del 6 e mezzo od anche del 6 e tre quarti per cento, fatturano lo scoperto con il 7 e mezzo o il 7 e tre quarti per cento. Paradossalmente è meno caro un prestito a lungo termine del 6%, ma il mercato finanziario svizzero esige firme di assoluta garanzia. Francia Con la Francia le cose cominciano evidentemente a guastarsi. I danni dell'inflazione indeboliscono la moneta, che deve essere difesa con il rialzo dei tassi, a meno che non s'intenda e si possa intervenire direttamente sui mercati dei cambi. Con un tasso bancario che è stato portato al 9,60%, occorrerà pagare al minimo l'I 1,50% per ottenere un prestito senza garanzia e sovente anche più. Nel 1974 il tasso-base era giunto al più alto livello della storia economica francese con il 12,40%, poi nel dicembre '75 è ridisceso all'8,60%. La risalita è ripresa con l'inizio dell'anno in corso, e la regolamentazione quantitativa del credito si è irrigidita, cosa che induce le grandi imprese e gli esportatori a contrarre prestiti all'estero « fuori quota ». Olanda e Belgio La ripresa dell'inflazione e le forti manovre speculative sulle monete del Benelux, particolarmente sul franco belga, hanno costretto le autorità dei due Paesi a rialzare fortemente il tasso di sconto e quello del mercato monetario; ciò che ha portato ad una forte tensione dei tassi interni. Soprattutto in Olanda la facilità del mercato finanziario verso l'estero ha convinto le autorità a usare in modo più severo l'arma dei tassi per sostenere le monete, in specie il fiorino. Gran Bretagna Data la nuova caduta della sterlina, la Banca d'Inghilterra è stata costretta una volta ancora a rialzare il tasso-base, il M.L.R. (minimum lending rate) che con il 13% raggiunge la vetta della piramide europea. 11 tasso delle banche è salito al 12%, che per lo scoperto raggiunge il 14%; il medio termine è stato sostituito da un credito a sei mesi rinnovabile. Italia Quando i banchieri internazionali discutono dei tassi praticati in Italia, levano le braccia al cielo: dal 18 al 22% per lo scoperto, posto che si abbia la fortuna di trovare il denaro. Circa il medio termine, è meglio non parlarne neppure. Il lasso di base delle banche è salito fino al 20%, e nell'attuale incertezza circa i progetti del governo il settore è dominato da una completa anarchia. Fortunatamente per l'Europa, il mercato degli eurodollari ha le più ampie potenzialità, sia a Londra, sia nelle filiali delle banche americane. Due le condizioni per esservi ammessi: avere uno «spazio» abbastanza importante, o disporre di garanzie in monete pregiate. I primi clienti sono naturalmente le multinazionali, che pianificano la gamma delle loro necessità tra le loro diverse filiali europee. Seguono gli esportatori, ai quali vanno le anticipazioni sui loro contratti, o i più forti gruppi nazionali pubblici o privati. I crediti vengono ottenuti sia sotto forma di specifiche operazioni, sia sotto forma di eurocrediti con l'appoggio di un sindacato di banche quando gli importi sono più elevati, sia sotto forma di emissioni di euro-obbligazioni a lungo termine che hanno un mercato mollo attivo. Per i tempi brevi la regola è l'aggancio al tasso interbancario a sei mesi sulla piazza di Londra, che è attualmente del 6% con uno scarto in alto (spread) dall'uno al due per cento a seconda della qualità e della solvibilità del cliente. Francois Renard

Persone citate: Belgio, Francois Renard