Anche una figlia di Mao arrestata per complotto

Anche una figlia di Mao arrestata per complotto Ieri Pechino ha salutato Hua nuovo leader Anche una figlia di Mao arrestata per complotto Pechino, 24 ottobre. Una delle figlie di Mao Tse-tung sarebbe stata arrestata a Pechino insieme con Ciang Cing e gli altri « cospiratori del gruppo di Shanghai ». Si tratterebbe di Lee Na, figlia di Mao e di Ciang Cing, d'una trentina d'anni. A Pechino non s'è avuta conferma dell'indiscrezione. Viene però fatto rilevare che la moglie di Wang Hung-wen, il leader del gruppo di Shanghai, è una delle figlie di Mao Tse-tung. Se l'arresto di Lee Na venisse confermato salirebbe a tre il numero di congiunti del defunto presidente caduti in disgrazia dopo il suo decesso: la vedova Ciang Cing, la figlia Lee Na e il nipote Mao Yuan-hsin. Hua Kuo-feng, nuovo presidente del partito comunista cinese, è apparso oggi per la prima volta sul palco della piazza Tìen An, acclamato da un milione di persone. Come Mao in occasioni analoghe, Hua indossava l'uniforme militare e il berretto con la stella rossa. Attorno a lui erano i membri dell'ufficio politico, tranne i quattro del « gruppo anti-partito » (tra cui la vedova di Mao, Ciang Cing). Il raduno era stato organizzato per solennizzare la nomina di Hua e la « grande vittoria contro il complotto della banda dei quattro, mirante a impadronirsi del potere ». Dai discorsi ufficiali (Hua non ha parlato, in sua vece hanno preso la parola il presidente del comitato rivoluzionario di Pechino, Wu Teh, un operaio, un soldato, una contadina, una guardia rossa) si è avuta conferma che Hua ebbe la nomina il 7 ottobre. Tutti gli oratori hanno sotto¬ lineato che era stato Mao a designare Hua come suo successore a capo del partito e tutti hanno accusato la « cricca dei quattro » di aver cercato di opporsi alla decisione del leader. I « revisionisti » s^no stati accusati di tradimento del pensiero marxista-leninista, di voler far tornare il capitalismo nel Paese, di rinunciare ai principi dell'internazionalismo proletario e di capitolare di fronte all'imperialismo. Sono state anche confermate le voci d'un « giallo » politico al vertice cinese: la falsificazione delle « ultime volontà » di Mao. « I quattro — ha detto un operaio — avevano forgiato un'ultima supplica del presidente Mao » allo scopo di assicurarsi il potere supremo (il riferimento è all'editoriale « Agite secondo i principi stabiliti », pubblicato due giorni prima dei funerali di Mao che implicava la successione della vedova del leader, Ciang Cing). Fra i crimini attribuiti ai « quattro revisionisti » vi sono quelli di « connivenza con lo straniero », di praticare senza ritegno « il capitolazionismo e il tradimento nazionale: veneravano tutto ciò che era straniero ». Mao, invece, già prima di morire aveva indicato Hua come successore, dicendogli: « Sei tu che dirigi gli affari, e dunque sono tranquillo ». Il rappresentante dei soldati ha detto che il « gruppo revisionista » si oppose « freneticamente al nostro beneamato primo ministro Ciu En-lai, a Hua Kuo-feng e ad altri dirigenti. Ulularono calunnie contro il beneamato Ciu, in una serie di intrighi e cospirazioni ininterrotte ». s. s.

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