MOSER: "NON STAVO BENE"
MOSER: "NON STAVO BENE"È mancata (come previsto) la rivincita con Maertens MOSER: "NON STAVO BENE" Il campione d'Italia ha corso malgrado fosse reduce da una intossicazione con rialzo febbrile - Maertens: "Ho aiutato il mio gregario Pollentier a vincere »» Tutti i tifosi aspettavano Maertens e Moser (più Moser che Maertens, naturalmente) e invece ecco spuntare prima Paollnl e Bitossi, che piombano quasi contemporaneamente sul traguardo, e poi Pollentier, che vince a mani alzate. Pollentier è un gregario di Maertens, quindi tutto sommato il campione del mondo — anche se battuto in volata da Bltossi nella seconda gara, il Giro del Piemonte — non conclude la giornata nel panni dello sconfitto. Il vero sconfitto, secondo i tifosi, è Francesco Moser. Ma non è giusto metterlo sul banco degli imputati. 'Capisco la gente — dice Francesco —, vorrebbe vedermi vincere e se non ci riesco è delusa. Ma il percorso delle due gare non si aadlceva alle mìe caratteristiche: soprattutto quello della MilanoTorino. E poi nel giorni scorsi non mi sono sentito bene, ho anche avuto un po' di febbre. Forse si è trattato di una leggera intossicazione, non so. Non cerco scuse, vorrei solo essere capito. Non ero il solito Moser, ecco. Chi parlava di rivincita con Maertens ha sbagliato tutto. CI sarà tempo, per le rivincite'. E' già molto che Moser abbia lottato con I migliori. Di più, ieri, proprio non poteva fare. Farse avrebbe potuto fare di più Maertens. Invece ha dato carta bianca al suo gregario più in forma, quel Pollentier che ad Ostuni è stato suo fedele aiutante e che svolge questo ruolo per tutta la stagione. 'Mi sono accorto — spiega Maertens — che Pollentier andava come il vento, gli ho lasciato fare la sua corsa. D'altra parte anche a me, come a Moser, il percorso non piaceva molto. E' giusto che ogni tanto qualcuno della mia squadra provi a vincere per conto suo. lo l'ho aiutato, è chiaro: lui avrebbe fatto la stessa cosa per me. Anzi, l'ha già fatto parecchie volte-. Un «capitano», per essere amato, non deve essere un mostro di egoismo. E Maertens, volpone com'è, lo ha capito. Anche Gimondi, ieri mattina, si è trasformato in gregario di un suo gregario, Van Linden. Quando Sutter ed Algeri erano in fuga con oltre quattro minuti di vantaggio, è stato proprio Felice, assieme ai suol compagni di squadra, a portarsi al comando per condurre l'inseguimento. -L'ho fatto volentieri — dice — perché ero convinto che Van Linden sarebbe riuscito a spuntarla allo «print. E' andata male, d'accordo. Però voglio precisare questo, in tutta sincerità: non mi dispiace affatto che abbia vinto Paollnl. Meritava una grossa soddisfazione, l'ha avuta. Non lo considero certo un nemico soltanto perché non è della mia squadra». m> C- Poggiali, vincitore del Trofeo « La Stampa », guida il gruppo dei migliori (Foto « Stampa Sera » - Adolfo Bodo)
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