Zero a zero tra Albese e Padova poco pubblico, poche emozioni

Zero a zero tra Albese e Padova poco pubblico, poche emozioni Zero a zero tra Albese e Padova poco pubblico, poche emozioni (Dal nostro inviato speciale) Alba, 19 settembre. Tremila spettatori per il pallone elastico, poco più di mille per l'Albese che esordiva in campionato sul proprio campo. Non c'è dunque molto spazio per questo calcio nella terra delle Langhe e a un certo punto viene da chiedersi dove potranno arrivare gli azzurri cosi poco seguiti, con a disposizione uno « stadio » che più di tanto non può dare in fatto di pubblico. Quando poi la partita non è spettacolo, com'è successo oggi con il Padova, con un risultato (0-0) che — è vero — fa accumulare un punto agli albesi ma che certamente non può accontentare I tifosi più esigenti, non si può che giustificare la scarsa adesione alle partite. Certamente lo show di Berruti e Bertola è più emozionante, anche se è un ritornello che si ripete ormai da anni. Nel corso della presentazione dei campionati di serie C, avevamo sentito alla radio qualcuno affermare che i tre tornei con sessanta squadre sono il ■ serbatoio » del calcio nazionale. In quanto a serbatolo c'è veramente di tutto, forse anche i campioni del futuro. Ma com'è difficile riconoscerli in mezzo a tanti giocatori che si arrabattano alla meglio cercando di giustificare gli stipendi non semrre lauti che ricevono. Sono semiprofessionisti, ma il 90 per cento vive di solo pallone e il loro futuro è incerto, cosi come appare incerto il futuro del foot-ball più grande se dovrà attingere solo da questo vivaio. Il nostro può essere considerato anche uno sfogo fuori luogo, visto che siamo soltanto alla seconda partita della stagione. Però crediamo che la situazione potrà migliorare con il passare del Tempo. Forse si assisterà a match più divertenti o più drammatici, ma certamente i tifosi dell'Albese non potranno puntare su grosse soddisfazioni. L'ambiente mormora. Si dice che i dirigenti della squadra. Quelli della ■ linea De Maria ■ (l'assjssore allo sport che di fatto diriqe la società, in contrasto con Barberis e Brovia) gradirebbero la retrocessione per diversi motivi, primo fra tutti quello economico. Già sono stati ridotti stipendi e premi, ma non basta. Alba, con uno stadio che non può contenere pubblico, con un campo che è ai limiti del regolamento e che alla prima pioggia si trasforma in una palude di fango appiccicoso, non può sopportare gli oneri che derivano dalla serie C: meglio la D con minori spese, disputata a livello competitivo. Qualcuno ripete che se fosse stato possibile, la società si sarebbe anche ritirata dal torneo, ma ciò avrebbe significato ricominciare tutto da capo e soprattutto svalutare il parco giocatori. Vedremo se tutte queste voci troveranno conferma nei prossimi | mesi, se l'ingegner De Maria riuscirà a mantenere la sua linea del buon senso o se invece ritorneranno a galla Barberis e Brovia con programmi un pochino più ambiziosi, anche se passivi sul piano finanziarlo. Tornando alla partita, al pareggio con il Padova di Marino Bergamasco (l'ombra di Nereo Rocco è dunque sempre presente nel club veneto) diremo che il risultato è sostanzialmente giusto perché nessuna delle due squadre ha fatto od ha potuto fare molto i per vincere. L'Albese ha avuto] l'inizio più brillante, ha speso pa-! recchio nel primo tempo e nei primi venti minuti della ripresa. I padovani si sono fatti più aggressivi sul finale quando i rivali hanno cominciato a sentire la fatica per l'impegno profuso in precedenza. Al 34' l'Albese avrebbe potuto segnare col giovane Tilotta. C'è stata una punizione sulla sinistra. Carelli ha crossato al centro e il numero sette albese con un bel balzo è riuscito ad entrare di testa sul pallone. Sulla traiettoria del tiro, più per intuizione che per altro, s'è trovato il portiere Rottoli (un «ex» che si è dimostrato all'altezza della sua fama fra i pali) che ha deviato in extremis. Al cinque minuti dallo scadere della partita, il Padova ha restituito il colpo. Vendrame. ex serie A, in un momento di grande pressione dei veneti, è partito da solo in posizione centrale ed ha scoccato un gran rasoterra con finta, che Eberini ha potuto intercettare tuffandosi perfettamente a lato. Le emozioni sono state solo queste. Cristiano Chiavegato Albese: Eberini; Strumia. Soro; De Gasperi, Mattaini, Saioni; Tilotta. Rampanti. Carelli, Luciani. Magara: 12. Ticconi, 13. Fantini. 14. Pavoni. Padova: Rottoli: Scalabrini, Bottaro; Cecco. Bortolan, De Petri: Griggio. Vendrame, Bertoli, Lenardon (dal 56' Sanguin), Ballarin; 12. Tosetto, 14. Mocellin.

Luoghi citati: Alba, Padova