Si decide sui sacrifici alimentari Marcora ha il piano per la carne di Arturo Barone

Si decide sui sacrifici alimentari Marcora ha il piano per la carne Il Cipe mercoledì discuterà le proposte del governo Si decide sui sacrifici alimentari Marcora ha il piano per la carne Roma, 12 settembre. Mercoledì prossimo, anche se non inserito nell'ordine del giorno, il Cipe dovrebbe discutere le proposte del ministro dell'Agricoltura Marcora, dirette a contenere l'esborso valutario dovuto alla nostra insufficiente produzione agricolo-alimentare, soprattutto di carne bovina. E' ormai noto che questa voce, tenuto conto anche degli animali vivi, pesa da sola sulla biilancia dei pagamenti per quasi 2000 miliardi all'anno, collocando- ntecqPpvgsdleptapvsi al secondo posto per impo- • anenza del disavanzo subito dopo i circa 5000 miliardi dei prodotti petroliferi. Per giunta, gli esperti scontano una tendenza all'ulteriore peggioramento nei prossimi anni a causa della siccità che ha imperversato per lunghi mesi nell'Europa occidentale e le cui conseguenze si faranno sentire più acutamente nel 1977. E' perciò probabile che l'anno venturo la Comunità, cstusznscGitnBimr non disponendo delle consue- te eccedenze esportabili, sia costretta ad autorizzare l'acquisto di carni bovine dei Paesi terzi. Ma, se pure sarà possibile reperire i quantitativi necessari al nostro fabbisogno, è probabile che i prezzi salgano ancora. Non vi è dubbio che ora si debbano fare finalmente quelle scelte che, per lassismo o per immobilismo, si sono per tanti anni rinviate lasciando praticamente senza direttive valide i nostri imprenditori agricoli. Così, un piano agri- colo-alimentare degno di que sto nome non è mai esistito, tutto essendo rimesso alle spesso contraddittorie indicazioni annuali dei prezzi comunitari, più sensibili alle richieste dei paesi più forti (Francia, Germania, Olanda e oggi Gran Bretagna) che a quelle italiane. Per vecchia abitudine, i nostri rappresentanti a Bruxelles si sono raramente impuntati nella difesa d'interessi agricoli in largo senso nazionale, come zootecnia e frutticultura, accontentandosi di contropartite settoriali relativamente modeste (grano duro e olio d'oliva), ma più redditizie in termini politicoelettorali. L'avvento di Marcora al ministero dell'Agricoltura lascia sperare in un più fermo atteggiamento in difesa degli interessi di tutto il Paese. Pochi giorni fa, a Bruxelles, il ministro ha detto «no» alle proposte di Lardinois, commissario all'Agricoltura, di ridurre la produzione di latte e di procedere alla macellazione di molte migliaia di vacche, adducendo la diversa situazione del nostro Paese che deve importare crescenti quantitativi di prodotti lattiero-caseari e ingenti volumi di carni bovi-1 ne. Non avrebbe senso ina- sprire ulteriormente l'Iva dal-1l'attuale 18 per cento sino al j24 se non addirittura al 30 per cento, come Marcora si |appresta a proporre al Cipe, jse dovessimo agire come i mi- ] 1 nistri dell'Agricoltura della Cee pretenderebbero, Posta la nostra necessità di ridurre l'esborso valutario e di contrastare l'aumento eccessivo dei prezzi, Marcora ha chiesto alla Cee di cedere all'Italia una parte delle scorte di carne congelata giacenti nei frigoriferi della Comunità e che, normalmente, vengono svendute ai paesi terzi a circa 600 lire al chilogrammo. L'Italia, ovviamente, immetterebbe tali carni direttamente al consumo a prezzi controllati, aggirando così la speculazione. Analogamente, Marcora chiederà mercoledì al Cipe che le carni immagazzinate dall'Aima (per un volume di circa 18 mila tonnellate) siano vendute all'asta a gruppi d'acquisto, cooperative di consumi, ecc., sempre allo 1 SC°P° di contenere i prezzi al j consumo. Nel luglio 1974 il primo au | mento dell'Iva, dal 6 al 18 per j cento, provocò inizialmente ] una riduzione dei consumi del 10 per cento. Questo spostamento dei consumi, in buona parte spontaneo, ma in parte anche «guidato» dalla propaganda a favore delle carni «alternative», non ha purtroppo provocato uno sviluppo corrispondente delle produzioni. Salvo che per le carni di pollo, per le quali siamo autosufficienti, ma dove i consumi hanno ormai raggiunto un livello di 15 chili all'anno, difficilmente superabile, per le altre carni (suine, ovine, equine, conigli) dipendiamo così largamente dall'estero da rendere l'alternativa scarsamente redditizia sotto il profilo del risparmio di valuta e piuttosto illusoria sotto il profilo dell'economia familiare. Arturo Barone

Persone citate: Marcora

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Roma