Il mondiale minuto per minuto

Il mondiale minuto per minuto Il mondiale minuto per minuto (Dal nostro inviato speciale) Ostuni, 5 settembre. Uno splendido sole accarezza il circuito iridato di Ostuni mentre i 79 concorrenti di quattordici nazioni, schierati sulla linea di partenza, attendono che il « presidentissimo » Rodoni faccia scappare gli uccelli appollaiati sugli ulivi secolari con il rimbombo del colpo di pistola che dà il via al campionato del mondo. Ieri erano nate voci allarmistiche sulle condizioni fìsiche di Moser, ma si è trattato solo di un falso allarme: un banale mal di gola, debellato con un paio di applicazioni di aerosol. La corsa si anima sette chilometri appena dopo il via per un tentativo di fuga iniziato dal francese Campaner e dall'olandese Knetemann. Quest'ultimo è un « cliente » che figura nella « lista nera » di Alfredo Martini e merita pertanto il riguardo di un controllore azzurro. Tocca a Santambrogio andare a fare l'ombra dell'olandese, naturalmente senza collaborare all'azione. Il terzetto tuttavia, soprattutto per l'impegno di Campaner, approfitta largamente della sonnolenza del gruppo e conclude il primo giro con un margine di 2'38", portando successivamente il suo vantaggio ad oltre quattro minuti. A questo punto Eddy Merckx decide di rompere gli indugi e con i suoi compagni di squadra si assume il compito sgradito di guidare, quasi senza collaborazione, l'inseguimento. Il secondo giro, per l'iniziativa dei belgi, si conclude pertanto con la fine dell'avventura di Knetemann, Campaner e Santambrogio. Quest'ultimo, appena raggiunto dal gruppo, ne approfitta per farsi sistemare un labbro dal medico di servizio: un sasso, schizzato dalle ruote di una macchina, gli aveva procurato una piccola ferita. Intanto scappa un altro olandese, Den Hertog, ed il plotone lo lascia andare, anche perché Merckx si è un po' seccato: dopo aver parlamentato per qualche attimo col suo direttore sportivo, Eddy si è ritirato a Canossa In fondo alla fila: che se la sbrighino gli altri, per l'inseguimento. Den Hertog, che pedala con gran disinvoltura, approfitta del disaccordo nel gruppo, porta il suo vantaggio al termine del terzo giro a 4'30", che diventano cinque minuti e mezzo a metà della tornata successiva. Gli azzurri si fanno vedere parecchio in testa alla fila, ma più che condurre l'inseguimento si limitano a controllare le mosse degli altri. Intanto il tempo è cambiato: il cielo si è fatto scuro, il venticello è diventato ventaccio. Den Hertog perde terreno più per le avversità atmosferiche che per la reazione del gruppo, sempre molto blanda: 3'40" il suo margine al termine del quarto giro. L'avventura dell'olandese sta per finire, anche perché il pio tone, soprattutto per l'Impulso dei gregari azzurri, ha cambiato ritmo: il vantaggio di Den Hartog cala progressivamente e, ap pena raggiunto, egli si ritira, do po circa cento chilometri di fuga solitaria. Merckx, che perfezionista come il solito ha cambiato tre volte bicicletta attardandosi sovente in fondo al gruppo, ora passa in testa ed I suoi continui scatti animano il ritmo del plotone. Il primo brivido viene da Pe rurena e Fabbri, subito raggiunti, poi la corsa si anima in uno scoppiettìo di scatti senza esito, che vedono sempre gli azzurri pronti sia all'iniziativa (Baconchelli e Gimondi) che alla risposta. Il gruppo transita ancora compatto al penultimo passaggio sul traguardo. La sorveglianza reciproca è aspra, strettissima. Anche un attacco del francese Hezard subito dopo II traguardo vie ne rapidamente neutralizzato, la stessa sorte subisce un allungo di Conti, mentre alimenta spe ranza un rabbioso scatto dell'olan dese Zoetemelk, a cui si accoda il nostro Moser passando poi a condurre a ritmo forsennato, due guadagnano una quindicina di secondi, mancano una ventina di chilometri all'arrivo: la sorpresa, forse graditissima per noi, è nell'aria, anche se Merckx e gli altri belgi guidano rabbiosamente la riscossa del gruppo, L'attacco di Moser fallisce, Maertens e Conti riescono a riportarsi sulla coppia di testa. Un quartetto con due azzurri, un olandese ed un belga lanciato verso il miraggio iridato. I quattro fanno il vuoto, inseguiti a 40" da Perurena, Sybille e Riecomi e a 50" dal gruppo. Il quartetto si spezza, Moser scatta ancora e solo Maertens gli resiste, a cinque chilometri dal traguardo i due rivali si preparano ad un aspro, splendido testa a testa. Moser scatta, ancora e poi ancora, ma Maertens non molla e nello sprint, ineso rabilmente, lo giustizia. Freddy Maertens, erede di Merckx, parte lungo, resiste al tentativo di rimonta di Francesco ed è, giustamente, campione del mondo mentre Conti classificandosi al terzo posto completa una giornata degli azzurri buona, ma non come tutti avremmo voluto.

Luoghi citati: Ostuni