Lo scudetto macchiato dalla sconfitta

Lo scudetto macchiato dalla sconfitta Torino superato a Lecce dalla squadra pugliese neo-promossa in serie B Lo scudetto macchiato dalla sconfitta I campioni d'Italia imbrigliati dal gioco fresco e vivace dei leccesi - La prima rete al 7' ad opera di Loddi -1 granata macinano gioco, sbagliano molto, poi finalmente Pecci pareggia in chiusura di tempo - Nella ripresa il gol decisivo di Montenegro su un'ingenuità di Mozzini e Caporale (Dal nostro inviato speciale) Lecce, 5 settembre. La bella gara del Lecce non basta a giustificare la sconfitta. Nel Torino qualcosa non funziona ancora. C'è confusione, mancano i collegamenti, il gioco è saltuario, impreciso. Dopo il pareggio di Taranto, s'era tentato di considerare l'episodio come irripetibile. Invece I campioni non solo ripetono la scialba prova di qualche giorno fa, ma giocano addirittura peggio, e perdono di fronte ad una squadra vibrante e decisa ma per nulla trascendentale. Una squadra neopromossa in B, appena all'inizio della preparazione e con una formazione rinnovata per cinque undicesimi. Inutile nascondere la verità. Il Torino è in fase difficile. E' la squadra dello scorso anno con Danova in più e con Butti al posto di Zaccarelli. Ma il gioco non è ancora fluido e potente. Si tenta il pressing che piace a Radice, ma si soffrono i contropiedi e si sbagliano i disimpegni. Poi. quando si tenta il trucco del fuorigioco, si susseguono errori, come in occasione del secondo gol pugliese, favorito dalla staticità di due difensori che non hanno seguito ì compagni nel movimento in avanti. La Coppa Italia per i granata è compromessa. Sarebbe suh'iciente al Lecce pareggiare a Taranto per conquistare il diritto al girone finale superando proprio il Torino, campione d'Italia. L'eventualità non è da scartare. Il vero Torino non è queiio visto a Taranto mercoledì oppure oggi a Lecce. C'è qualcosa che non gira, molti giocatori sono fuori condizione. Tra i migliori metteremmo Pecci e non soltanto per il gol segnato: ha corso, ha suggerito, ha eseguito e coordinato la manovra. Lo ha alutato Butti, seguito soltanto nella ripresa da Patrizio Sala. Ma quanti errori in difesal Oue.ite sfasature e tiri sbagliati all'attacco! Il Lecce ha avuto più di quanto sperasse, ma ha conquistato quanto ha meritato. Nella sua manovra c'è più avventura cne calcolo, ma il portiere Nardin è un difensore che meriterebbe la serie A, così come Sartori, ala di raccordo, le due punte Loddi e Montenegro, autori dei due preziosissimi gol. Il centrocampo è piuttosto fragile: non c'è grinta, eppure ogni tanto affiorano rudezze inutili. Il richiamo del Torino convoglia allo stadio leccese migliaia e migliaia di spettatori. Forse trentamila, forse più, certo in numero maggiore della capienza ufficiale. La folla spinge verso gli ingressi e saltano i cancelli protettivi. Sono invase anche le tribune riservate alle autorità ed alla stampa. Comunque è gente corretta. Respinge ridendo l'invito ad abbandonare i posti conquistati, ma tenta di non dare fastidio. Si accontenta di fare il tifo per I suoi. Le esigue forze di polizia non possono trattenere tanta marea. Si inizia con qualche minuto d'anticipo, oltre cinque. L'arbitro vorrebbe evitare che altri sportivi reduci dal circuito dei campionati del mondo di ciclismo aggravassero la già grave situazione. Le prime battute sono critiche per i campioni. I leccesi attaccano, e da¬ vanti a Castellini succedono guai in serie. A 30" dal fischio di Gussoni, Caporale sbaglia l'intervento su Montenegra e Castellini deve salvarsi in calcio d'angolo. Al 6' Sartori avanza solo, non è contrastato e tira a rete. Castellini è bravo a deviare in calcio d'angolo. Dal corner Sartori serve al centro e Loddi al volo batte a rete: è il settimo minuto. Mozzini aveva lasciato troppo spazio al suo diretto avversarlo. La reazione dei granata è notevole. Manca di ordine, ma il gioco si sviluppa continuo e battente. Verso il quarto d'ora parte Pecci, che serve Pulici. Il tiro dell'ala manda la palla sotto la traversa. La porta è liberissima, Nardin è a terra: arriva Graziani che di testa butta fuori. E' la prova di una giornata ba¬ lorda. I campioni insistono all'attacco, Pecci tira molto bene, ed è bravissimo Nardin a deviare in corner. Ancora Pecci ci riprova poco dopo. Il suo tocco è da campione. La palla • tagliata » viaggia verso il palo sinistro, ma ancora una volta Nardin è pronto ad evitare il gol. Il dominio tecnico dei granata è costante, ma rarissimi i tiri in porta. Zagano controlla a dovere Graziani, Pulici è guardato da Lorusso, un terzino tutto nervi e scatti, che conosce a memoria l'arte dell'anticipo. Rare le contromanovre dei padroni di casa. Il Lacce si conferma squadra dal gioco elegante, ma non molto sicura nell'interdizione a centro campo. Giocano alla brasiliana, non per nulla l'allenatore Renna è un allievo e ammiratore di Vinicio. Il pareggio viene al 42': l'azione è iniziata da Mozzini che serve Pecci. Giannattasio cerca il contrasto, ma rimane a terra. Pecci avanza, supera l'accorrente Sartori, e da media distanza tira secco a rete. La palla, rasoterra, supera Nardin forse coperto: 1 a 1. Giannattasio zoppica e viene sostituito da Pezzella. Bastano pochi minuti della ripresa ed il Lecce segna ancora: l'azione è rapida: Sartori a Biondi che lancia sulla destra Mon| tenegro. I giocatori granata tentano la tattica del fuorigioco, ma Mozzini e Caporale hanno un attimo d'indecisione facendo il passo avanti quando Montenegro è già in possesso della palla. Niente fuorigioco quindi. Breve corsa dell'attaccante leccese e gol imparabile per Castellini (52'). C'è più di mezz'ora per recuperare, ma il 'orino affannato e confuso sbaglia tutto. Claudio Sala si dà da fare, ma perde in coordinazione. I suoi suggerimenti non liberano mai un compagno in condizione di tirare. C'è dominio territoriale, ma non lucidità nella manovra, In area leccese qualche azione non è del tutto regolare. A volte c'è volontarietà nell'atterrare un attaccante granata a volte Il contrasto è piuttosto casuale. Gussoni comunque perdona. Entra Loprieno al posto di Lorusso, bloccato da una contrattura. Loprieno è un terzino barese da anni al Lecce. Graziani è irrimediabilmente imbavagliato. Prova Pulici. tenta Pecci, rischia Patrizio Sala. Il gioco diventa nervoso. Sono ammoniti Pulici e Croci per scorrettezze e Pecci per fallo a gioco fermo. Finisce senza altre emozioni, mentre i tifosi del Lecce si divertono in città al suono di trombe e tamburi per festeggiare la vittoria. I granata escono mogi tra i fischi. E' stata una giornata balorda, occorre trarne utili insegnamenti. Giulio Accatino Lecce: Nardin: Lorusso (Loprteno dal 60'), Croci; Mayer, Zagano. Giannattasio (Pezzella dal 44'), Sartori, Biondi, Loddi, Fava, Montenegro. Torino: Castellini: Danova, Salvador:: P. Sala, Mozzini, Caporale: C. Sala. Pecci, Graziani, Butti, Pulici. Arbitro: Gussoni. Spettatori: oltre 30 mila per un incasso di oltre 80 milioni. Reti: al 7' Loddi, al 42' Pecci, al 52' Montenegro. Una giornata storta per Graziani (a sinistra) mentre Pecci è risultato il migliore dei granata a Lecce