Sei nappisti (tra cui l'ideologo) arresigli in un residence a Roma

Sei nappisti (tra cui l'ideologo) arresigli in un residence a Roma Un altro duro colpo ai "Nuclei Armati Proletari 99 Sei nappisti (tra cui l'ideologo) arresigli in un residence a Roma Sono tre uomini e tre donne - Delli Veneri era il "numero uno" dopo la cattura di Gentile Schiavone Roma, 5 settembre. Un altro duro colpo è stato inferto ai «Nuclei armati proletari». Sei aderenti alla organizzazione terroristica, tre uomini e tre donne, tra cui Pier Domenico Delli Veneri ritenuto l'ideologo dei Nap, sono stati arrestati oggi a Roma con una azione a sorpresa portata a termine dagli agenti del «Servizio di sicurezza», l'ex antiterrorismo del ministero degli Interni, e dell'ufficio politico della questura. Due dei sei nappisti erano armati di rivoltella ma vista preclusa ogni possibilità di fuga hanno preferito arren- cersi senza opporre resistenza. L'operazione è scattata nel primo pomeriggio dopo giorni di appostamenti e di pedinamenti che avevano consentito agli investigatori di individuare un nuovo «covo» dei nappisti in un elegante appartamentino di un residence di via del Casale di San Pio V, al quartiere Aurelio. E' il terzo successo consecutivo, nel giro di pochi mesi, per la polizia romana dopo l'arresto di Pasquale Abatangelo avvenuto il 29 maggio e quello di Gentile Giovanni Schiavone, lo studente in medicina capo riconosciuto dei Nap, catturato il 15 luglio. Da allora era proseguita senza sosta la caccia ai superstiti romani dell'organizzazione ma alla svolta decisiva gli investigatori dovevano giungere una quindicina di giorni fa allorché scoprirono che Vittoria Papale, la sorella trentunenne di due fratelli napoletani, anch'essi nappisti e già da tempo in carcere (uno di essi per una serie di attentati compiuti a Roma è stato condannato a dieci anni di reclusione), aveva appena preso in affitto un appartamentino al piane terra del residence di via Casale di San Pio V. Avuta la certezza che i sei si trovavano oggi tutti insieme nell'appartamento, un ingente schieramento di polizia ha circondato il residence, che è composto di diverse palazzine, mentre una trentina di agenti armati di mitra si sono disposti nel vialetto su cui si trova la porta d'ingres-1so. Con un megafono, un fun- zionario ha più volte intimato ai nappisti di arrendersi ma senza ottenere risposta. E' stata allora sparata in aria una raffica di mitra e solo a questo punto la porta si è aperta e Delli Veneri è uscito per primo a mani alzate. Alla cintura aveva una pistola a tamburo. Quindi uno alla volta sono usciti gli altri: Sergio Bartolini, trentenne romano, un altro uomo che ha detto di chiamarsi Fabrizio Fanfani ma che deve essere ancora identificato con sicurezza (anche costui era armato), Vittorio Papale, Rossana Tidei, ventiduenne, e Sandra Olivares, anch'essa di 22 anni e moglie del Bartolini. Dopo l'arresto dei sei nappisti è cominciata la perquisizione dell'appartamento e non si sa ancora quali risultati abbia avuto. Altre perquisizioni sono state compiute in altri appartamenti. Dei sei arrestati oggi, soltanto Delli Veneri era ricercato dalla polizia. Studente in ingegneria, intelligentissimo, figlio di un industriale proprietario di uno stabilimento di laterizi e ceramiche a Benevento, è considerato uno dei capi dei Nap e l'ideologo della organizzazione. A Napoli è imputato in un processo che coinvolge insieme con lui anche altri ventitré nappisti, fra i quali Alfredo Papale, Giovanni Gentile Schiavone, Pasquale De Laurentiis, Pasquale Abatangelo, Pietro Sofia, Maria Rosaria Sansica, Martino Zicchitella, Giorgio Panizza, i 1 più noti appartenenti ai Nu elei armati proletari. i a a , a i e n L'accusa che gli fu contestata nel mandato di cattura emesso contro di lui dal giudice istruttore è quella di aver costituito e partecipato a banda armata «al fine di sovvertire violentemente gli ordinamenti dello Stato mediante propaganda di azioni armate contro pubbliche istituzioni e la predisposizione e messa in opera di attentati contro caserme militari, carceri giudiziarie, sedi di partito, nonché atti di violenza contro beni di privati o sedi di avversari politici». A Delli Veneri ed agli altri suoi compagni il giudice istruttore di Napoli dottor Felice Di Persia contesta, inoltre, d'aver compiuto nel capoluogo partenopeo ed in varie città italiane rapine e sequestri di persona e di aver usato armi ed esplosivi. Domenico Delli Veneri sfuggì alla cattura lo scorso anno. g. fr.

Luoghi citati: Benevento, Napoli, Roma, San Pio