All'estero ignorano l'« Italia invernale » di Gigi Mattana

All'estero ignorano l'« Italia invernale » Manca la propaganda All'estero ignorano l'« Italia invernale » (Dal nostro inviato speciale) Saint-Vincent. 30 ottobre. I conti sono presto fatti: il versante sud delle Alpi appartiene completamente all'Italia mentre quello nord sono in quattro nazioni a dividerselo, il nostro Paese possiede 400 stazioni invernali con 150 mila posti letto alberghieri e 200 mila in case private; l'anno scorso si registrarono 50 milioni di presenze. Sono dati che cambiano radicalmente l'immagine che ancora molti hanno di un'Italia fatta solo di ruderi romani, di sole, mare, pizza e mandolini; per la prima volta la nostra montagna tenta un'azione promozionale comune presentandosi unita a una grande esposizione straniera, l'« Expo neige » di Parigi in programma dal 10 novembre. All'hotel Billia di Saint-Vincent è stata presentata questa «calata italica» su un appetibile mercato estero; è stata l'occasione per verificare le nostre immense possibilità nel turismo invernale e come le abbiamo sempre trascurate. « Finalmente si registra un'incisiva presenza promozionale all'estero — dice Bruno Milanesio, socialista, assessore regionale al turismo valdostano — ma questo discorso che è stato portato avanti da privati, competeva ad altri, alle autorità politiche e all'Enit che non hanno mai tenuto conto dì quanto il turismo invernale sia importante per la nostra bilancia dei pagamenti. L'Enit si limita a una presenza "consolare" all'estero, e il fatto che disponga di un miliardo per la pubblicità di un anno in tutto il mondo è automaticamente la dichiarazione di un fallimento. Soltanto chi è addentro al settore conosce l'ignoranza che circonda l'Italia invernale nel mondo: a Cervinia arrivano ancora richieste di informazioni con l'indirizzo «Cervinia-Dolomiti» e ho vi¬ sto francesi ridere e pensare a uno scherzo quando dicevo che anche in Sicilia si può sciare: eppure, accanto ad alcune località e a Regioni come il Piemonte e la Valle d'Aosta, pochi in Italia si rendono conto della necessità di una promozione all'estero. « Per dare maggiore concretezza alla nostra iniziativa I — dice Romano Cugnetto, presidente del K3, lo studio di consulenze montane che organizza la "spedizione" italiana — avevamo pensato di invitare a Parigi gli albergatori italiani perché offrissero direttamente i propri posti letto, creando una sorta di "Borsa delle vacanze". Su oltre mille lettere abbiamo ricevuto soltanto cento richieste di partecipazione, tutti gli altri rimarranno come al solito ad aspettare il cliente, non pensano di andarselo a cercare ». Da qualche anno ormai si parla di crisi dello sci, finora sempre smentita dai fatti, con incrementi costanti delle presenze nelle stazioni e delle vendite di materiale, ma, alla luce della più recente austerità, la stagione ormai imminente lascia molte ombre; la dimostrazione della paura che circola è data dalla continua creazione di « pool » di stazioni, ma ad un'accorta propaganda all'estero nessuno ha pensato. « In Francia ormai da tempo è impensabile che ogni stazione indica autonomamen te una campagna pubblicitària — dice Michel Audan, direttore dell' "Expo neige" — mi sembra evidente che l'Italia avrebbe più successo se procedesse unitariamente. Gli sciatori italiani sono i primi del mondo, il vostro materiale è a un livello altissimo, la debolezza della lira è un invito per gli stranieri, che non sanno che possedete il più grande "domaine skiable" del mondo. Perché non sfruttate queste caratteristiche uniche? ». Gigi Mattana

Persone citate: Billia, Bruno Milanesio, Michel Audan, Romano Cugnetto