Informazione: la novità tra aziende e sindacati
Informazione: la novità tra aziende e sindacati Un punto d'incontro o di scontro? Informazione: la novità tra aziende e sindacati Timori e speranze per questa realtà che è già nel contratto metalmeccanici - Le opinioni degli industriali e dei lavoratori Venezia, 30 ottobre. In base al nuovo contratto di lavoro dei metalmeccanici, le imprese con meno di 500 dipendenti dovranno fornire al sindacato informazioni globali (di carattere provinciale) «sugli investimenti, l'occupazione e le attività indotte» entro il primo quadrimestre di ogni anno. Per le imprese con più di 500 dipendenti l'informazione sarà aziendale. Inoltre, il contratto prescrive informazioni in sede aziendale (per le imprese con più di duecento dipendenti) per le operazioni di «decentramento, ristrutturazione, modifiche tecnologiche, organizzative e produttive» e per le operazioni che comportino spostamenti di manodopera nell'ambito dello stabilimento. Nelle grandi aziende private e pubbliche, sistemi di informazione erano già in vigore prima del contratto (si pensi alla Fiat, alla Montedison o alle industrie dell'Iri). La novità più grossa è rappresentata dagli incontri provinciali che dovranno aver luogo fra qualche mese (entro aprile) per le imprese minori. La Federmeccanica (che rappresenta ottomila industrie private) e la Firn (che unisce i sindacati dei metalmeccanici Cgil-Cisl-Uil) hanno espresso il proposito di sperimentare il nuovo sistema contrattuale in alcune province significative, per stabilire delle procedure pilota. La Federmeccanica, entro il mese di novembre, avvierà una grande consultazione fra tutte le ditte associate per raccogliere i dati necessari (in base a questionari molto dettagliati) per una discussione provinciale con il sindacato sugli investimenti, l'occupazione e le attività indotte. Sindacalisti e industriali si preparano a questi appuntamenti con parecchi timori e preoccupazioni. I sindacalisti temono che gli imprenditori vogliano dare agli incontri un carattere burocratico e reticente; gli industriali paventano il sorgere di nuovi motivi di conflittualità, qualora il sindacato volesse forzare il significato dell'informazione, per giungere a forme di contrattazione degli investimenti. In attesa dei primi incontri, si moltiplicano i convegni di studio con la partecipazione di industriali, sindacalisti, economisti, magistrati e stu- diosi di Diritto del Lavoro. ì Alla Fondazione Cini oggi se 1 n'è svolto uno ad alto livello per iniziativa della Federmeccanica: con il presidente della Federmeccanica, Mandelli, e il direttore generale Mortillaro, sono intervenuti il segretario nazionale della Firn Mattina, il direttore generale della Confindustria Savona, numerosi docenti universitari di Diritto del Lavoro. Tutti hanno concordato su un punto basilare: il sistema delle informazioni potrà dare nuovi frutti (una maggiore partecipazione consapevole al processo produttivo ed una minore conflittualità) soltanto se le parti lo applicheranno con lealtà e correttezza. Diversamente, potrebbero sorgere inconvenienti anche gravi: il professor Napoletano, per esempio, ha ipotizzato interventi della magistratura per revocare o sospendere provvedimenti presi da aziende che non avessero dato ai sindacati le informazioni oppure che le avessero fornite sbagliate. L'ipotesi ha suscitato vivaci mormorii in sala e un altro relatore, replicando, ha detto: «A questo punto il giudice farebbe bene a nominare anche un commissario per condurre l'azienda». Passando dal giuridico al concreto, Mandelli e Mortillaro hanno espresso le speranze degli industriali metalmeccanici nel funzionamento del sistema. Mortillaro ha ribadito che «informazione non vuol dire contrattazione» e Mandelli ha sintetizzato i motivi che sono alla base della «svolta importante che è avvenuta nelle relazioni industriali, con il sistema delle informazioni». In Italia c'è un sindacato di classe che esclude i sistemi di cogestione o di compartecipazione adottati in altri Paesi; la conflittualità degli anni scorsi è servita al sindacato per modificare i rapporti di forza; adesso, se il sindacato non vuole l'autodistruzione, deve tornare a considerare le ragioni dell'impresa e dell'economia. «Per tutti questi motivi — ha concluso Mandelli — è corretto e politicamente giustificato fornire al sindacato gli elementi che gli permettano di riconoscere i nessi di compatibilità fra le sue rivendicazioni e la situazione economica del Paese e delle imprese». Il segretario dei metalmeccanici Mattina ha sostenuto che «il sindacato non vuole più trovarsi a registrare le conseguenze di scelte alle quali non ha partecipato» ed ha aggiunto: «L'informazione non dovrà essere solo una burocratica messa a disposizione di dati, ma dovrà significare anche un approfondimento delle prospettive sugli investimenti e l'occupazione, per la ricerca di un minimo di consenso». Mattina ha poi «lanciato un messaggio)) che gli industriali hanno giudicato «interessante e positivo». Egli ha detto che il movimento sindacale «impegnato nella riconversione industriale e nell'incremento dell'occupazione, non esclude la possibilità di allentare certi vìncoli per favorire un aumento della produzione: per esempio una maggiore mobilità ed orari dillavoro diversi, a condizione però che ciò non significhi un peggioramento delle condizioni diplavoro e che consenta di accrescere l'occupazione». Il direttore della Confindustria Savona, ha concluso il dibattito giudicando positivamente il sistema che consente di dare al sindacato tutte le informazioni sulle variabili che determinano gli investimenti. A suo giudizio sarebbe però «un errore storico» se il sindacato pretendesse di contrattare gli investimenti perché ciò significherebbe uscire dalla logica di mercato e attuare un cambiamento del sistema. Se ciò accadesse, ha detto Savona, «toccherebbe ai giuristi gestire questo avvenimento storico». Sergio Devecchi
Persone citate: Mandelli, Mortillaro, Napoletano, Sergio Devecchi, Timori
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