Assenteismo sbanca assenteismo suauca u casinò di Sanremo
Assenteismo sbanca assenteismo suauca u casinò di Sanremo Previste decisioni drastiche Assenteismo sbanca assenteismo suauca u casinò di Sanremo La commissione amministratrice ha proposto al Comune il licenziamento del direttore giochi e di altri dodici dipendenti (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 28 ottobre. «Repulisti» al casinò di Sanremo: stavolta però non si tratta di prendere con le mani nel sacco il solito «pussettista» o il giocatore in combutta col croupier disonesto, ma si vuole andare a fondo sul fenomeno dell'assenteismo fra il personale dipendente (gli addetti alla casa da gioco sono oltre 600) ed anche per trovare una spiegazione logica del perché, da qualche tempo, gli affari vanno male. Il bilancio 1976 chiude con entrate per 8 miliardi e 600 milioni, contro i 10 miliardi e 600 milioni del '75 che non era stato favorevole. Il casinò, da tempo è «malato». Nonostante gli sforzi, per trovare un punto di ripresa, gli affari vanno sempre peggio. «C'è una paurosa dequalificazione della clientela», ha detto l'assessore comunale per gli affari speciali, Giammarco Cassini. Di chi la colpa? Da alcuni anni, la casa da gioco sanremese è nell'occhio del ciclone degli scandali: croupiers che facevano gli interessi di casinò africani, furti, presenze indesiderabili ai tavoli. La clientela ha cominciato ad allontanarsi verso la Costa Azzurra. Ma bastano gli scandali, la propaganda negativa, la scadente ' preparazione di parte del personale, per giustificare quanto sta succedendo? Secondo la commissione amministratrice no: bisogna andare più a fondo e vedere perché la potenziale clientela «emigra». Ogni notte, numerosi tavoli della casa rimangono coperti dal panno verde perché, nonostante l'organico, gonfiato a dismisura, non c'è personale. «Abbiamo "fotografato" la situazione negli ultimi tre anni — dice Carlo Poletti, repubblicano, uno dei commissari — ed è disastrosa. Il casinò viene ucciso, giorno per giorno, dal fenomeno dell'assenteismo, dai disservizi». Poletti, con l'avvocato Aldo Fer- raro, de, ed il presidente della commissione, il prefetto Piero Boccuccia, di nomina ministeriale, è andato a riguardare le «bucce» al comportamento dei dipendenti e... «Sono venute fuori cose incredibili, che vanno oltre ogni limite della decenza». A questo punto la commissione doveva fare qualcosa. Di solito, in questi casi si fa una relazione all'organo superiore, il Comune, e poi si aspetta, per «sentire che vento tira», spiega uno dei commissari, «invece abbiamo creduto opportuno fare di più: abbiamo presentato al sindaco Giuseppe Rovere, ed alla giunta, la proposta per il licenziamento del direttore al reparto giochi, Alberto Alberti e per altri dodici dipendenti». A Sanremo, appena la notizia si è diffusa, è scoppiata la «bomba», ma i componenti della commissione hanno detto che « il provvedimento vuol essere soltanto una prima diga» e che «altri se ne renderanno necessari, se si vuole che le cose tornino a funzionare». Quali sono le accuse? Per il direttore Alberto Alberti si tratterebbe di « incapacità di gestire, con la dovuta fermezza un settore tanto delicato (quello dei giochi) e di coordinare, co-!, la dovuta disciplina il lavoro dei dipendenti»; per gli altri dodici (ma ci sono anche casi che dovranno essere rivisti dalla giunta, come dice il sindaco Rovere, « perché si tratta di persone che hanno sofferto lunghi periodi di vera malattìa») l'accusa è di assenteismo esasperato, di assoluta indifferenza. Nell'ambiente, che conosce come vanno le cose al casinò, la «bomba» non ha fatto troppo fracasso: «Era ora che si decidessero a fare qualcosa — afferma un anziano dipendente — qui h lavorare siamo sempre i soliti». I casi di assenteismo «scoperti» dalla commissione, insomma, non fanno proprio tutti pietà: «C'è gente che si è arricchita, che possiede dodici appartamenti, viaggia in Porsche e non viene mai al lavoro perché dice di avere il mal di testa. Dove prendono i soldi?». Raccontano di strane combutte con giocatori piemontesi e lombardi, già affezionati clienti di Sanremo, ora dirottati a Montecarlo ed in Costa Azzurra: «Accompagnano \ clienti a giocare altrove e dividono». Ci sarebbe anche chi si è messo « in proprio » e, anziché passare a timbrare il cartellino, sale in macchina e, forte della propria esperienza di tavoli verdi va a guadagnarsi altrove la giornata. «Il nostro — dice Carlo Po letti — è stato anche un atto di coraggio: tutti sanno che importanza, anche politica, ha l'ambiente del casinò per Sanremo». Non si poteva fare altrimenti, fare opera di persuasione? «C'è gente al casinò che in un periodo di due anni e nove mesi ha fatto seicento giorni di assenza, giustificandola con malattia ed altro, escluse le ferie». Esistono insomma croupiers fantasmaQuale è il dato sull'assenteismo, in generale, al casinò? Vi sono casi macroscopici che toccano il 69 per cento riguarda circa il 20 per cento dei dipendenti); per il rimanente ottanta per cento, l'indifferenza al dovere di lavorare raggiunge almeno il 40 per cento: un dato superiore a quello di ogni altro settore. Omero Marraccìni
Persone citate: Alberto Alberti, Aldo Fer, Carlo Poletti, Giammarco Cassini, Giuseppe Rovere, Omero Marraccìni, Piero Boccuccia, Poletti, Rovere
Luoghi citati: Montecarlo, Sanremo
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