Maffeo Bellicini preso al ristorante

Maffeo Bellicini preso al ristorante Maffeo Bellicini preso al ristorante ( Dalla redazione romana I Roma, 28 ottobre. Si è conclusa in una tratto- | lI mI Pria del quartiere Appio la lati- !11 ntanza di Maffeo Bellicini, considerato uno dei big dell'ttanonima sequestri» ed evaso insieme con Graziano Mesina dal penitenziario di Lecce il 19 agosto scorso. E' stato arrestato mercoledì nel ristorante «L'Anfora», dove sedeva con un gruppo di amici e di donne. E' stato poi spiegato che era un pranzo d'addio: stava per lasciare Roma, che aveva raggiunto subito dopo la fuga da Lecce e da dove non si era mai mosso. Era diretto in Sardegna dove — forse grazie alla protezione di Mesina — aveva intenzione di aprire un villaggio turistico sotto falso nome. L'ultimo cervello dell'ttanonirna sequestri» è così finito in carcere. La primavera scorsa cadde nelle mani della giustizia Albert Bergamelli, arrestato in un residence dell'Aurelio. Poi fu la volta di Jacques Berenguer, bloccato a New York con un chilo di cocaina in tasca. Quello stesso giorno, il 19 agosto, Maffeo Bellicini — «il gangster filosofo» come la polizia lo ha ri battezzato per le sue letture erudite, Hegel, Kierkegaard, testi buddisti — riesce a evadere dal carcere di Lecce. Sono con lui, tra gli altri, i due nappisti Martino Zicchitella e Giuseppe Sofia e il bandito sardo Graziano Mesina. La fuga di Bellicini ha un precedente: era rinchiuso nel penitenziario di Volterra, considerato uno dei più «sicuri». Architetta un'evasione fasul- vthqlrmHpIMcsqDvlipddcgItdatfdsRrsrcZdepp | la, nel doppio fondo di un caI mion che rifornisce il carcere. I Poi lascia trapelare il piano e !11 Progetto è sventato: Bellici- 1 ni ottiene di essere dirottato verso una prigione meno controllata. Due giorni dopo che ha raggiunto Lecce, la fuga. «Mi trovavo nel cortile quando ho visto la porta spalancata. Così sono fuggito» ha raccontato ai cronisti al momento della cattura a Roma. Ha aggiunto: «Sono fuggito per provare la mia innocenza. Io non c'entro con i sequestri. Mi sono stati attribuiti colpi che non ho mai fatto». Alla sua banda sono attribuiti i sequestri Andreuzzi, Ortolani, Danesi, Lucchini, Ziaco. Egli viene considerato il «cervello» dell'organizzazione. Il suo curriculum è fitto di imprese. Nato 38 anni fa in provincia di Brescia, ha esordito giovanissimo nel mondo della malavita. Prima in Francia, poi in Svizzera e Portogallo, prima di rientrare in Italia. Insieme con lui, sono stati tratti in arresto altri pregiudicati, presunti appartenenti alla banda dei marsigliesi. Al tavolo del Bellicini sedeva, fra gli altri, anche il fratello di Jo Le Maire, il famoso gangster internazionale, Vincenzo Rossi. In casa di costui, durante una perquisizione, oggi sono stati trovati oltre quaranta milioni di lire, in banconote italiane, della Nuova Zelanda, della Germania Occidentale, oltre a due chili di eroina pura, una bilancia di precisione, centinaia di passaporti in bianco.