Sinistre francesi all'offensiva contro il re di Spagna a Parigi di Alberto Cavallari

Sinistre francesi all'offensiva contro il re di Spagna a Parigi Turbata l'euforia dei colloqui Giscard-Juan Carlos Sinistre francesi all'offensiva contro il re di Spagna a Parigi (Dal nostro corrispondente) Parigi, 28 ottobre. Un misterioso «gruppo di deportati spagnoli» ha rivendicato l'attentato eseguito stanotte contro la sede dell'Interpol, a Saint-Cloud, allegandolo alla visita che il re Juan Carlos sta compiendo in Francia. La forte carica di plastico, esplosa al pianterreno dell'immobile che custodisce centinaia di migliaia di «schede» e di dossiere sulla delinquenza internazionale, non ha fatto vittime né danni gravi ai servìzi vitali dell'organizzazione. Subito dopo l'esplosione, un giornale parigino ha ricevuto per telefono l'autodenuncia di spagnoli in esilio che hanno accusato l'Interpol dì «appoggiare il governo di Madrid nella repressione degli oppositori al regime». Nessun incidente di rilievo si è comunque verificato durante la seconda giornata parigirìa di Juan Carlos, che ter- mina domani la sua visita di Stato. La più grande manifestazione resta quella organizzata «a sorpresa» dall'estrema sinistra la sera di mercoledì, che Ita colto alla sprovvista la polizia. Preparata nell'assoluto segreto, con le migliori tecniche della clandestinità, la manifestazione ha visto spuntare qualche migliaio di persone dai metrò della zona compresa tra Boulevard Clichy e Rue Montmartre, per un velocissimo happening politico al grido di «fuori il successore di Franco» e di «Spagna libera, amnistia totale». La polizia ha proceduto a qualche arresto per «partecipazione a manifestazione proibita », dato che la richiesta di riunione formulata dalle organizzazioni extraparlamentari era stata rifiutata. Naturalmente la sinistra ha interferito nella visita con un giudizio completamente diverso da quello espresso da Giscard sulla Spagna durante i pranzi di gala che si sono susseguiti in questi due giorni. Replicando a Juan Carlos che ha chiesto «la partecipazione de la Spagna agli affari europei », il presidente ha infatti detto di augurare successo «all'azione intrapresa dal re sotto il segno della libertà». Ma durante il ricevimento offerto dalla città di Parigi oggi un consigliere ha rimesso ai sovrani spagnoli un imbarazzante messaggio del partito socialista. In esso si dice che in Spagna «restano da conquistare i più elementari diritti democratici malgrado la vernice liberale del governo» e che la solidarietà dei socialisti francesi «va alla permanente lotta del popolo spagnolo per questi diritti fondamentali». Anche i presidenti dei gruppi parlamentari dell'opposizione (il socialista Defferre, il comunista Baltanger, il radicale Fabre) hanno indirizzato una lettera a Juan Carlos affermando che «la democrazia non è ancora instaurata in Spagna» e protestando per «le continue repressioni dell' opposizione». / colloqui, i brindisi, le conversazioni tra Giscard e Juan Carlos hanno rivelato nvece un'intesa perfetta ira il re e il presidente circa l'obbiettivo di fondo della visita: far compiere un passo avanti alla Spagna sulla via dell'Europa. Entrambi si sono trovati d'accordo (secondo un comunicato ufficiale) che «il sovrano avesse contatti approfonditi anche col governo francese», e infatti oggi pomeriggio Juan Carlos è stato lungamente ricevuto dal primo ministro Barre per un colloquio che non era previsto. Secondo il portavoce dell'Eliseo, Lecat, «il vertice franco-spagnolo è stato caratterizzato dal desiderio di giungere al nocciolo delle questioni», e perciò ci si attende per domani un comunicato politicamente impegnativo. Fonti francesi e americane continuano ad insistere sul fatto che la destra spagnola abbia lungamente cercato d'impedire il viaggio del re, ritenendo la Francia responsabile di ospitalità nei confronti dei terroristi spagnoli, accusati di aver preparato in suolo francese l'azione di San Sebastiano. Secondo indiscrezioni attendibili, lo stesso primo ministro Suarez si sarebbe opposto a questo viaggio, anche perché (dice Z'Herald Tribune; «il governo spagnolo ha perso il suo entusiasmo per l'entrata nella Cee, in considerazione delle pesanti richieste politiche della sinistra europea». Inoltre, le fonti americane fanno osservare che prima di compiere il suo debutto in Europa il giovane sovrano ha preferito «guardare oltre Atlantico » e recarsi quest'estate a Washington per esaminare piuttosto l'entrata di Madrid nella Nato. Anche il viaggio nell'America Latina, volto a «risvegliare i vecchi legami», ha preceduto la visita in Europa. Per questa serie di considerazioni, malgrado il comunicato di domani sia previsto come impegnativo, ci si chiede in quale direzione lo sarà. Sempre secondo gli americani, «c'è la sensazione che, dovendo scegliere tra la Nato e la Cee, la Spagna sceglierebbe la Nato». Infatti, malgrado l'opposizione dei danesi, degli inglesi e degli olandesi, il re dovrà pagare pedaggi meno pesanti di quelli che gli chiede la sinistra europea per entrare nella Cee. Tuttavia il sostegno ufficiale della Francia e i colloqui in corso a Parigi, possono avere un peso determinante nelle scelte spagnole. Alberto Cavallari