Dalla Regione un contributo per nuove linee di sviluppo

Dalla Regione un contributo per nuove linee di sviluppo Concluso il dibattito sulla crisi economica Dalla Regione un contributo per nuove linee di sviluppo Viglione: "Si può accettare l'austerità se si pongono contemporaneamente le basi della ripresa" - Critica della de al Piano regionale "che si è rivelato irrealizzabile" Quale può essere il ruolo ] deUa Regione e del suo piano di sviluppo nell'ambito della situazione economica nazionale? La domanda, posta dall'assessore Simonelli il 14 ottobre con un'ampia relazione al Consiglio regionale ha avuto risposta ieri dal presidente Viglione. « Di fronte alle misure di austerità, all'aumento dei prezzi, alle restrizioni creditizie — ha detto — crediamo che le Regioni possano utilmente intervenire, verificando con il movimento sindacale e con tutti ì lavoratori le possibili scelte, consapevoli che si può accettare questo periodo di austerità — che non può essere breve — se si porranno le premesse per la ripresa di domani ». Ripresa che, per quanto riguarda 11 Piemonte, « in assenza di un piano nazionale chiaro e operativo, è ben difficile definire rigorosamente nei tempi e negli obiettivi » dice Vigilane chiarendo che, comunque, « la Regione deve guardare al di là del suoi confini, in modo da realizzare al meglio i suoi programmi di ìnfrastrutturazlone, di espansione dei consumi sociali e di rilancio dell'occupazione ». Ha precisato: « Infatti obiettivi di ammodernamento e di riconversione risultano largamente comuni e investono tutte le Regioni italiane, oltre ad essere un'esigenza costante per ogni sistema produttivo ». Il tema della « difficile definizione del piano regionale in assenza di chiare linee nazionali » è stato ripreso, nei tre giorni di dibattito, da tutti gli oratori della maggioranza; ma su di esso ha polemizzato con vigore il de Bianchi affermando: « Il Piano di sviluppo si è sgonfiato, rivelandosi uno strumento irrealizzabile. Il discorso sulla situazione na¬ zionale è strumentale, vuol nascondere il fallimento del piano dietro la crisi nazionale ». Fallito 11 piano, ha detto, si passa a operare per progetti; ed allora ecco quelli elencati da Simonelli e ricordati da Viglione: trasporti, agricoltura, interventi sociali, « già divenuti azioni programmatiche - ha detto il presidente — dotate di finanziamento annuale o pluriennale ». Le affermazioni di Bianchi — che ha anche parlato di « errori dei sindacati » — sono state duramente attaccate dal capogruppo del pel Bontempi (« Il plano c'è, è un punto di riferimento, il discorso di Bianchi è pura e semplice strumentalizza¬ zione ») e dall'assessore Alasia che ha risposto anche a nome del suo collega di giunta, Simonelli, responsabile del bilancio e programmazione. Alasia si è soffermato in particolare sulla situai zicne dell'industria, sulle aziende in crisi, sull'opera della Regione per tentare un salvataggio; Rossi, a proposito del Piano di sviluppo, ha sostenuto che « durante le consultazioni è stato sottolineato che il documento costituisce un punto concreto sul quale le forze politiche, economiche e sociali sono chiamate a misurarsi; ma dovranno approdare rapidamente ad una conclusione se si vuol operare e contribuire ad uscire dalla grave situazione ». Anche Benzi (psdi) è critico sul piano (che trova « carente nel settore dell'edilizia ») sulla Finanziaria (« che cosa può fare con mezzi limitati di fronte a vasti campi d'interesse? ») ma soprattuto sulle misure del governo che hanno « creato sgomento senza suggerire quasi nulla per uscire da questa grave situazione ». Il problema da risolvere è appunto questo: come uscire dalla crisi. La Regione può dare il suo contributo, ma deve essere, si è detto e in sostanza tutti lo hanno accettato, un contributo nato dalla collaborazione di tutte le forze: economiche, sindacali e politiche.

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